www.pizzocalabro.it di Giuseppe Pagnotta ORLANDO ACCETTA SCRITTORE, POETA E GIORNALISTA
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Al Dott. Giuseppe Soluri Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Via Damiano Assanti 8, C. P. 154 88100CATANZARO
Al Dott. Matteo Cosenza Direttore del giornale “il Quotidiano della Calabria” Via Mattia Preti, 7 87040 Castrolibero (CS)
Al Prof. Mimmo Mobilio Responsabile della Redazione Vibonese Del giornale “il Quotidiano della Calabria” Corso Vitt. Emanuele III, 58 89900 Vibo Valentia
Preg.mo Presidente Soluri, Ti scrivo perché desidero essere tutelato con ogni forma e mezzo per un fatto davvero increscioso ed inaudito che si è verificato recentemente nei miei confronti e determinato da una lettera firmata dal sindaco di Pizzo, Fernando Nicotra, fatta recapitare al direttore del giornale (il Quotidiano della Calabria) in cui mi onoro di scrivere fin dalla sua fondazione, dott. Matteo Cosenza, nonché al responsabile della redazione di Vibo Valentia, Prof. Mimmo Mobilio.
Ovviamente è mio dovere spedirla anche al Dott. Cosenza, al Prof. Mobilio e, come mia personale scelta, ai miei tanti amici e conoscenti, affinché si rendano conto in quale ambiente siamo costretti ad operare noi piccoli cronisti di provincia, per passione soltanto e certamente non per i soldi che ci vengono riconosciuti, che non bastano neanche per la benzina, per le spese telefoniche, per la carta, per il computer, per l’inchiostro. E tu, ma anche il mio direttore ed il mio capo redattore lo sapete benissimo!
La suddetta lettera, che riporto più sotto, è stata trasmessa dal dottor Cosenza al Prof. Mobilio che, a sua volta, l’ha fatta pervenire a me per fornire eventuali “giustificazioni”, come se io avessi commesso chissà quale reato di lesa maestà.
Non è la prima volta che ciò avviene, poiché negli anni passati anche l’ispiratore e tutore dell’attuale sindaco, l’assessore regionale Francescantonio Stillitani e già sindaco di Pizzo per ben due legislature, aveva già scritto varie volte ai precedenti direttori, sempre per fatti risibili e senza nulla dimostrare, i quali, ben conoscendo e riconoscendo la qualità della mia attività giornalistica, senz’altro scevra da condizionamenti di sorta e da legami politici specifici, non essendo io iscritto ad alcun partito, di quelle lettere, con cui si chiedeva anche esplicitamente di esonerarmi dall’incarico, ne hanno fatto adeguato uso, pulendosi il fondo schiena.
Riporto lo stralcio di una lettera (che conservo gelosamente) che il mio stimatissimo capo redattore, Prof. Mimmo Mobilio, mi scrisse a maggio scorso, di cui non lo ringrazierò mai abbastanza: «Per me sei e rimani l’unico referente del giornale a Pizzo. Ove ciò non dovesse verificarsi ti assicuro che nel momento in cui tu dovessi decidere di lasciare il giornale io ti seguirei a ruota. E’ evidente che tu puoi essere scomodo a qualcuno e questo io non lo sopporto assolutamente».
Puntualizzo, con la tua pazienza, le accuse che mi vengono mosse dall’incredibile Nicotra, che, in modo mostruoso e poco furbo, dimostrano palesemente la costruzione ad arte di “nulla” contro di me. 1) comportamento di parte e strumentalizzazione politica perché parente di un ex assessore comunale di fazione contrapposta all’attuale amministrazione: Lo deve dimostrare e non affermare, non posso strumentalizzare un bel niente poiché io non sono un politico o politicante da strapazzo, ma mi sforzo di fare il mio “mestiere” con rigore, onestà ed obiettività. Cosa c’entra, poi, che io sia parente di un amministratore? È puerile, risibile ed immatura una simile affermazione. Posso, forse, vietare ad un parente di svolgere politica attiva? 2) Denigra l’operato amministrativo: Affermazione altamente infondata e falsa, poiché io non faccio altro che riportare le proteste, le contestazione, le denuncie pubbliche, le lamentele, i risentimenti, di singoli cittadini, uomini politici, associazioni di categorie, segretari politici, che evidenziano, per come essi rilevano, le incongruenze e le malefatte dell’amministrazione retta dal sindaco Nicotra. E cosa dovrei fare: censurare il tutto? Sarebbe molto comodo, per lui s’intende, ma io non posso certamente prestarmi a queste sue assurde richieste che rasentano la minaccia e l’intimidazione. 3) Diniega il diritto di replica: Io nego il diritto di replica? E come potrei farlo? Sono forse il direttore del giornale o il responsabile di redazione? Evidentemente i primi caldi incominciano a dare brutti segnali! 4) Avallo della redazione vibonese: La redazione vibonese, quindi il Prof. Mimmo Mobilio (e lei sa benissimo di quale galantuomo si parla) avalla le mie “malefatte”. A Pizzo c’è un detto che sancisce in modo incontrovertibile un simile comportamento: “Chìssu è pìcchju ‘i sonnu”. 5) Articoli faziosi privi di fondamento e provocatori: Io sarei fazioso, per sfatare questa grossa “cazzata” ti allego tutti gli ultimi articoli pubblicati nel 2008, da gennaio fino ad oggi. Io non faccio altro che pubblicare le denuncie che fanno gli altri, non sono denuncie mie. Io le faccio pervenire alla redazione che, come tu ben sai, le pubblica dopo averle controllate e modellate, come è giusto che sia. Perché non risponde adeguatamente con suoi comunicati smentendo quanto gli altri affermano? Mai nulla mi è pervenuto a sua firma per smentire, correggere, precisare, negare. 6) Danno dell’immagine di Pizzo: Mi sembra un gallo canterino, che in effetti non ha nulla da dire in concreto, se non quello di alzare il suo solitario “Chicchirichì” nell’aia. Ma è davvero impazzito? Il danno, semmai lo farebbe lui non amministrando come dovrebbe, almeno in base alle continue lamentele e denuncie sollevate da altri, non certo da me. 7) Grossa evidenza per certe notizie anziché ad altre: Insiste. Sono forse io il proprietario del giornale? Sono io che lo impagino? Sono io che costringo i colleghi a dare maggiore spazio ad alcune notizie anziché al altre? Sono io che faccio una simile scelta? 8) Nessuna menzione per l’apertura della Villa Comunale: Quale grande colpa! In ogni caso non è vero, perché un’altra collega ha fatto pubblicare una sua corrispondenza abbastanza sostanziosa. Avrebbe forse preferito che l’articolo l’avessi fatto io? Dimostra davvero di essere un immaturo, spero non faccia fallire il Comune. 9) Si nasconde dietro i “si dice”: Ma quando mai! È mio costume riportare tra virgolette le “frasi” pronunciate da altri, salvo quei rari casi in cui non mi venga esplicitamente avanzata diversa richiesta. 10) Informazione pilotata: Da chi? Non lo dice, perché non può dirlo. Nicotra sa benissimo che nessuno ha le capacità di potermi pilotare, ed è proprio questa la mia costante regola di vita, in pubblico e in privato, che sicuramente gli dà fastidio: mi viene il sospetto che desidererebbe pilotarmi lui stesso.
Ed ecco la lettera del sindaco: Direttore de "Il Quotidiano della Calabria" Via Mattia Preti, 7 87040 Castrolibero (CS) Oggetto: Lettera aperta al Quotidiano della Calabria Egregio Direttore, esprimo pubblicamente la protesta dell'amministrazione comunale di Pizzo in relazione al comportamento atipico e soprattutto di parte tenuto dal Suo collaboratore per il comune di Pizzo. E' semplicemente inconcepibile che Lei permetta una così palese strumentalizzazione politica del Suo Giornale, affidato, per quanto riguarda Pizzo, ad un parente di un ex assessore comunale di fazione contrapposta all'attuale amministrazione, che sistematicamente denigra l'operato amministrativo non permettendo neanche il "giusto" diritto di replica, con il "sospetto" avvallo della redazione vibonese. La strumentalizzazione politica è lampante e la si evince oltre che da una serie di articoli faziosi, privi di qualsiasi fondamento e provocatori che vengono riportati a danno dell'immagine e dell'economia della città di Pizzo, anche dall'evidenza che si ritiene di dare a determinate notizie anziché ad altre (vedi quotidiano del 23 maggio: la mia richiesta di dimissioni di un assessore provinciale, replica ad un attacco subito in piena pagina, rilegata ad un trafiletto a margine; l’apertura della villa comunale neanche menzionata, mentre lo stesso giorno in cui gli altri giornali riportavano il servizio il suo zelante articolista parlava di un’altra villa a suo parere non curata senza menzionare affatto quella portata alla fruizione dei cittadini). Inoltre: è costume del suo corrispondente nascondersi dietro i "si dice" o "alcuni ritengono" per manifestare il Suo pregiudizio di carattere politico contro l'attuale amministrazione ed i suoi componenti. Le chiedo fermamente di voler intervenire a che questa campagna denigratoria, contro la città e l'amministrazione di Pizzo abbia fine e che, per quanto sancito dall'art. 21 della nostra Costituzione il concetto di libertà e di informazione, che deve essere garantito, non venga distorto. E' indubbio che la libertà di stampa è un principio fondamentale insostituibile così come è importante la libertà di espressione e di opinione degli operatori dell’informazione che deve, comunque, essere autonoma e indipendente rispetto alla politica, ma non può essere "pilotata” ed "indirizzata" solo a beneficio di una "parte" e a totale discapito dell'altra. Sono consapevole che la mia lettera si presterà a critiche e strumentalizzazioni politiche, sono sicuro che si griderà a tentativi di censura sulla stampa, Le assicuro che non è questa la mia intenzione, neanche mia intenzione recedere davanti a comportamenti che ritengo scorretti e lesivi per la città da me amministrata. Da sindaco, ma anche da lettore del Suo giornale, La invito a riflettere ed a controllare "l'anomalo caso" soprattutto per rispetto di tutti i Pizzitani che hanno diritto ad una corretta e completa informazione di quanto accade in città e tutti coloro i quali giorno per giorno, lavorano professionalmente, con serietà e impegno per costruire società moderna e migliore, non tarlata e compromessa da azioni che disattendono qualsiasi etica comportamentale.
Di seguito gli articoli usciti nel “2008 Gennaio 2008 A quanto la nuova sede dell’Inps? Struttura inadeguata – Il silenzio dei sindacati 23.1.2008Si era alla fine dell’anno 1996, quindi undici anni or sono, allorquando qualcuno promise che a presto sarebbe stata costruita la nuova sede dell’Inps, anche perché nel frattempo l’Istituto previdenziale aveva ormai assunto la veste, operativamente e formalmente, di sede provinciale, con tutte le incombenze che da quest’evento ne sarebbero derivate. Gli organi centrali, a loro volta, in attuazione di una politica rivolta al massimo decentramento dei servizi da rendere ai cittadini, aveva anche aperto i due Centri Operativi di Serra San Bruno e di Tropea. Uffici periferici che svolgono quasi interamente gli stessi servizi della Sede Provinciale di Vibo Valentia. Però, nonostante tale politica di decentramento e di massima informatizzazione, la Sede Provinciale stranamente è ancora ubicata, e da parecchi anni, in una struttura non idonea a garantire la massima efficienza e funzionalità, dovendo riconoscere che il merito dei positivi risultati raggiunti nella fornitura dei servizi alla collettività vibonese da attribuito esclusivamente all'operatività, allo spirito di servizio e d’adattamento degli operatori, ad ogni livello. In quello stesso anno, l’allora segretario della Cisl Andrea Marino partecipò agli iscritti della sua sigla che lo stanziamento per la costruzione della nuova sede c'era e che, inoltre, era stata anche individuata l'area su cui sarebbe dovuta sorgere. Sempre in quell’anno si ebbe notizia che il direttore provinciale pro-tempore fu convocato presso la Direzione generale proprio per discutere di questi problemi. Una nuova e funzionale sede per l’Inps vibonese, ovviamente, oltre che rendere più snelli, efficaci, efficienti e puntuali le varie prestazioni da rendere ai clienti-utenti, servirebbe a porre al centro il fattore umano, nella piena consapevolezza e convinzione che l'uomo deve essere al centro e al di sopra d’ogni scelta, anche a scapito dell’economicità, tenendo conto che ogni cosa deve essere guidata da una sua morale, ciò partendo dalla constatazione che per il fattore umano bisognerebbe profondere il medesimo impegno e interesse rivolto all’informatizzazione, all’efficienza, o a quella che viene chiamata "qualità totale". Quest'ultima, in sostanza, non deve assolutamente andare a scapito degli interessi del personale, pur se si riconosce che il tutto deve essere orientato a soddisfare i bisogni dei cittadini-clienti. Pizzo. Squallore alla “Marina” – Quartiere completamente trascurato invaso da erbacce e con Piazza C. Colombo diventata una gruviera impraticabile 25.1.2008PIZZO – Il quartiere della “Marina” vive in una situazione di abbandono con erbacce un po’ dappertutto e con la Piazzetta Cristoforo Colombo assolutamente impraticabile per le tante voragini che la costellano in tutta la sua estensione e che impediscono il normale deflusso del traffico automobilistico, ma anche lo svolgimento dello “striscio” serale e festivo, cui i pizzitani ed i forestieri si sono abituati da tempo e che non vogliono abbandonare un’usanza ormai antica. E dire che nel corso della lunghissima campagna elettorale, che nei fatti ha avuto inizio da almeno due anni prima dell’indizione ufficiale, vari elementi dell’attuale amministrazione, oggi detentori di cariche ed incarichi vari, questi ed altri fatti e presunti misfatti li hanno denunciati senza sosta, non risparmiando mezzi ed occasioni, ivi compresi i tanti volantini fatti circolare, i tantissimi manifesti fatti affiggere nei muri della Città, le varie presenze in Tv private. Per non parlare del Dvd fatto circolare nelle case dei pizzitani, con cui il sindaco Fernando Nicotra ed il suo sponsor ufficiale Francescantonio Stillitani hanno promesso agli elettori una “pacifica rivoluzione”, volta ad un concreto e serio cambiamento di rotta rispetto al passato recente gestito dalla molto criticata gestione del precedente sindaco Franco Falcone. Sembrerebbe che si voglia concretizzare quanto recita il detto nazionale secondo cui “ottenuta la grazia, gabbato lo Santo”, anche perché le precedenti voci di contestazione e di denuncia, tanto attive e violente in altro contesto storico che si sono fatte sentire anche attraverso comunicati, lettere ed articoli pubblicati da un periodico locale, sono totalmente e stranamente scomparsi. Ci riferiamo agli pseudo referenti della stessa “Marina”, della “Marinella”, di “Trentacapilli”, di “Mazzotta”, di “Pietà”, della “Nazionale”, del “Centro Storico”, di “San Francesco”, della “Seggiola”. Quelle voci, uscite come funghi, in alcuni casi forse anche giustamente ai tempi del sindaco Falcone, dove sono finite? I nomi, per ora, ci esimiamo dal citarli, ma ci riserviamo di farlo in un prossimo futuro, con la speranza che nel frattempo maturino un sano senso civico, avulso dalla sciocca appartenenza di turno e di comodo, poiché le denuncie fanno fatte, sempre e comunque, ed indipendentemente dal potente di turno.
Febbraio 2008 Pizzo. Che fine ha fatto la piscina del Nautico? – Dopo nove anni ancora non è agibile - Di chi la colpa ? - Per il vice presidente della Provincia Barbieri l’importante struttura avrebbe dovuto aprire i battenti a gennaio 2002 1.2.2008PIZZO – Che fine ha fatto la piscina dell’Istituto Tecnico Nautico? L’assessore provinciale ai lavori pubblici Paolo Barbieri, alla fine del 2001, nell’occasione di una visita presso quell’Istituto, promise che l’importantissima struttura sportiva sarebbe entrata in funzione entro il mese di gennaio 2002. Siamo giunti ormai alla fine di gennaio 2008, ma ancora nulla di nuovo appare all’orizzonte. Riteniamo cosa utile e giusta ripercorrere la vicenda, a distanza di nove anni dalla prima informativa avvenuta nel 1999, da quando questo giornale in esclusiva assoluta comunicò la notizia della costruzione di una piscina semiolimpionica. Febbraio 1999: Deve sorgere all'Istituto Nautico un centro risorse contro la dispersione scolastica con la costruzione di una piscina semiolimpica con fondi Cee. Nel mese di febbraio 1999 questo giornale pubblicò la notizia, in esclusiva, data dall’allora assessore Giuseppe Ceravolo, che l'Istituto Tecnico Nautico di Pizzo era stato autorizzato dal Ministero della Pubblica Istruzione, a realizzare un "Centro risorse contro la dispersione scolastica". Il progetto, finanziato con i fondi strutturali della Comunità europea, prevedeva la realizzazione di quattro laboratori-ambienti per l'orientamento ed il recupero dello svantaggio degli alunni a rischio di marginalizzazione sociale, di una piscina semiolimpionica per le attività sportive, e di luoghi di accoglienza per il tempo libero dove esercitare attività di tipo teatrale, musicale, ed altro. Dicembre 2000: Terminati i lavori per la nuova struttura semiolimpionica - Pronta la piscina Poco più di un anno per completare i lavori per la costruzione della piscina semiolimpionica, coperta in tensostruttura misura metri 25 per 13, che fu realizzata al Nautico di Pizzo, tenendo conto delle più moderne tecniche, e caparbiamente voluta dall’allora preside Francesco Giovanni Nardino. Prevista l’illuminazione con appositi fari, riscaldata ad aria e con l’accesso attraverso quattro scalette d’altrettanti gradini poste ad ogni angolo della struttura. Quindi, appena un anno per realizzare la struttura di una grande opera, destinata ad avere senz'altro un impatto sociale di consistente rilevanza, non solo per la città di Pizzo ma anche per tutto il circondario vibonese. Ovviamente molto soddisfatto fu il dirigente scolastico, preside Nardino, che vide coronati i suoi sacrifici e la sua costante attività rivolta a rendere concreto l'importante progetto nell'interesse della scuola. Gennaio 2001: Pronta la piscina olimpionica del Nautico, ma il progetto rimase sulla carta Per i giovani sportivi locali una buona notizia giunse alla fine del mese di gennaio 2001 per bocca del preside Francesco Nardino, che annunciò la prossima apertura della piscina semiolimpionica realizzata all’esterno del Nautico, dove si sarebbero potute praticare attività di nuoto, pallanuoto e corsi per assistenti bagnanti. Si attese con impazienza, ma inutilmente, il giorno della sua inaugurazione e messa in funzione, previa l’attuazione ad alcuni interventi da parte del Comune, della Provincia, della Regione, che avrebbero dovuto rendere l’ambiente e la struttura funzionanti e sicuri, mentre i docenti si prodigavano per risolvere al meglio il problema della gestione dell’impianto, magari stipulando una specifica convenzione. Quel progetto, però, continuò a rimanere sulla carta, anche perché gli interventi previsti per mettere in funzione la piscina tardarono a farsi. Settembre 2001: L'assessore provinciale Barbieri respinse le accuse di ritardi nell'inaugurazione della struttura del Nautico Il vicepresidente e assessore ai lavori pubblici della Provincia, Paolo Barbieri, in merito ai presunti ritardi o disinteresse da parte dell’amministrazione provinciale, riguardo alla mancata inaugurazione della piscina coperta realizzata presso l’Istituto Tecnico Nautico di Pizzo, alla fine di settembre 2001 precisò che nessuna colpa poteva essere addebitata alla Provincia, anzi chiarì che «la Provincia ha ben ragione di lamentare ritardi da parte d’altri, ritardi che non hanno finora consentito alla Provincia di avviare la gestione della piscina. In proposito - annotò l’assessore - si ricorda che questo assessorato in data 5 settembre 2001 ha inviato alla direzione dell’Istituto e al Comune di Pizzo una lettera nella quale si sollecitavano alcuni adempimenti di parte, indispensabili all’acquisizione, e conseguente gestione della piscina al patrimonio provinciale». Nella stessa lettera il vicepresidente Barbieri annotava ancora: «Con riferimento alla comunicazione del 2.8.2001 del dirigente scolastico si prende atto che è stata ultimata la piscina coperta nell’ambito del progetto “Centro risorse contro la dispersione scolastica e la frammentazione sociale in zone ad alto tasso di presenza di criminalità organizzata”, finanziato dalla comunità europea. Considerato che l’iniziativa è stata promossa dalla stessa scuola su autorizzazione, si presume, comunale, si chiede ai sensi della legge 23/96, affinché la struttura possa essere trasferita al patrimonio provinciale perché ricadente su aree di pertinenza di questo Ente, di procedere al collaudo dei lavori e al trasferimento nelle forme di legge». Dopo la precisazione dell’assessore Barbieri, la Provincia sarebbe ovviamente intervenuta, ma solo dopo il necessario collaudo della piscina coperta e il conseguente suo trasferimento alla Provincia nelle forme di legge, anche perché fino allora la piscina non poteva essere messa in funzione. Ottobre 2001: Fermo intervento del preside Nardino: «La struttura è stata già realizzata - Manca soltanto l'allaccio del gas» Come risposta a talune notizie circa un presunto disinteresse della scuola e la scarsa collaborazione dell’amministrazione provinciale, il preside dell’Istituto Tecnico Nautico e Commerciale, Francesco Nardino, nel mese di ottobre 2001 a sua volta chiarì che la piscina, non solo era stata costruita, ma che erano stati fatti anche dei collaudi ad alcuni impianti. Mancava soltanto l’allaccio per il gas per poterla fare funzionare, ma anche questo problema era in via di risoluzione, poiché l’assessore provinciale ai lavori pubblici, Paolo Barbieri, aveva già fatto il relativo versamento, cui sarebbe seguito entro qualche mese fare l’intero collaudo, primo atto per consentire i successivi passaggi. Il capo d’Istituto riconobbe, tra l’altro, che l’amministrazione provinciale si stava dando da fare in modo attivo e concreto, sostenendo, tra l’altro, che Barbieri aveva pure trasmesso delle lettere al sindaco pro-tempore (Francescantonio Stillitani) affinché anche questi, per la parte di sua competenza, si desse da fare per la risoluzione del problema. Novembre 2001: Barbieri assicura che a gennaio 2002 ci sarà il collaudo della struttura Assai proficuo fu l’incontro che il vice presidente e assessore ai lavori pubblici della Provincia ebbe all’inizio di novembre 2001 con docenti e alunni dell’Istituto Tecnico Nautico di Pizzo. In quell’occasione Barbieri informò ancora una volta che la proprietà della struttura era del comune di Pizzo, non essendo stata trasferita alla Provincia come per legge, ed entrando nel merito specificò: «Sulla piscina voglio dire delle parole chiare altrimenti non ci comprenderemo. Essa è stata costruita con un progetto della scuola, con finanziamenti europei, dopo di che la procedura prevede il collaudo, quindi la struttura dovrà essere trasferita nella proprietà del Comune di Pizzo, che fino ad oggi si è dimostrato insensibile al problema. Io ho scritto un’apposita lettera, indicando quale fosse la procedura da seguire per la sua apertura: collaudo, passaggio della proprietà dalla scuola al Comune e da questo alla Provincia. A questa lettera, però, ho avuto delle risposte alquanto superficiali da parte dei tecnici comunali, sostenendo che la questione non era di loro competenza e dimostrando anche poca conoscenza delle procedure e delle loro competenze d’ufficio e funzionali. Tanto è vero che di fronte a questa leggerezza mi sono preoccupato di chiamare il direttore Ulderico Petrolo, pregandolo di studiarsi direttamente la pratica e stabilire un incontro con me per discutere le procedure da farsi per risolvere il problema. In quell’occasione gli spiegherò che fino a quando il Comune non incamererà l’Istituto nella sua proprietà, col successivo passaggio alla proprietà della Provincia, noi non possiamo fare nulla. Il Comune - concluse Barbieri - deve prendere il possesso della piscina e successivamente interverrà la Provincia. Pur tuttavia, noi non siamo stati con le mani in mano ed, infatti, abbiamo già provveduto a pagare 25 milioni per l’allaccio del metano, che consentirà di fare il collaudo entro un paio di mesi». Gennaio 2002: Conclusi i lavori di allacciamento del gas. L'apertura prevista per fine febbraio A febbraio 2002 finalmente l’atteso annuncio. Conclusi i lavori di allacciamento del gas, l'importante struttura sportiva sarebbe potuta entrare concretamente in funzione entro la fine del mese di febbraio. Ancora una volta però l’attesa fu cosa vana. Gennaio 2008: Sono trascorsi nove anni ed ancora nulla di fatto Quasi nove anni ancora non sono stati sufficienti per fare aprire l’importante struttura sportiva. Quando devono aspettare ancora gli allievi dell’Istituto e gli sportivi di Pizzo e del circondario?
Pizzo. Intervento dell’assessore Barbieri sulla piscina del Nautico - Entro febbraio la struttura sarà consegnata alla scuola 3.2.2008PIZZO – Al fine di diradare ogni dubbio e, quindi, per avere delle notizie certe e rassicuranti riguardo al destino della piscina semiolimpionica dell’Istituto Tecnico Nautico di Pizzo, in località “Marinella”, la cui apertura ormai s’attente da nove anni, abbiamo ritenuto opportuno avvicinare il vice presidente ed assessore ai lavori pubblici della provincia di Vibo Valentia Paolo Barbieri. L’uomo politico, sempre disponibile e prodigo di notizie, ci ha subito fissato un incontro, con la presenza anche dell’ing. Francesco De Fina, dirigente ai lavori pubblici con competenze specifiche all’edilizia scolastica, incontro che, anticipiamo, è stato davvero proficuo. Infatti, Barbieri, con riferimento alla situazione della piscina di Pizzo, ha inteso precisare ulteriormente, per evidenti ragioni di chiarezza e perché si possa comprendere fino in fondo l’esatta situazione della vicenda, che per quanto riguarda la Provincia, e specificatamente il suo assessorato, già un anno fa ci sono stati alcuni interventi, ovviamente in una fase successiva alla costruzione perché il progetto, a suo tempo, fu presentato dalla scuola e finanziato con i progetti Ue. «Durante la fase di costruzione della struttura - ha evidenziato Barbieri - ci furono dei problemi nella procedura e delle difficoltà, tanto è vero che noi, nel momento in cui registrammo che la piscina non veniva messa in funzione, evidenziammo una serie di elementi negativi: il terreno su cui sorgeva la piscina ancora non accatastato, l’ente proprietario, cioè il Comune, che non aveva concesso le opportune autorizzazioni, durante la fase di esecuzione dei lavori non si era tenuto conto delle norme di sicurezza per quanto concerne l’impiantistica sportiva». In questa fase, ha precisato l’assessore Barbieri, sia la Provincia sia egli stesso si sono dichiarati disponibili a correggere tutte queste difficoltà iniziali, adoperandosi per sbloccarle attraverso una procedura specifica volta a mettere il tutto in ordine rispetto alle normative, procedendo principalmente all’accatastamento dell’aria e successivamente a fare accatastare la struttura, ed ancora facendo in modo che la struttura potesse avere un riferimento normativo. «Per quanto concerne gli aspetti costruttivi registrammo tutta una serie d’inadeguatezze per riguardanti la sicurezza della struttura e ci siamo presi carico e resi disponibili, a suo tempo, verso l’amministrazione comunale pro-tempore e verso la scuola, assicurando che la Provincia era pronta a sopperire e sostituirsi a loro, intervenendo, nei fatti, con propri fondi per risolvere i vari problemi. Tanto è vero - ha proseguito l’assessore ai lavori pubblici – che in seguito l’Ente approvò, finanziò e realizzò un progetto attraverso cui s’intervenne per adeguare, ad esempio, tutta la parte riguardante i bagni, poiché mancavano quelli per disabili. E si sa che una struttura non può essere collaudata in assenza di essi. Poi, si è andati a rivedere tutta la parte degli spogliatoi, perché mancavano quello per gli arbitri e quelli per le squadre, inoltre si è provveduto a recuperare gli spazi per i serbatoi dell’acqua, sono state rifatte le condotte, costruite le uscite di sicurezza, mancavano alcuni filtri per quanto concerne le vasche e quindi la tenuta igienica e salutare, mancava la recinzione e delimitazione dell’aria interessata alla stessa piscina. In sostanza, abbiamo provveduto a mettere la struttura a norma dal punto di vista della sicurezza, che è l’elemento basilare e prioritario». Tutti questi lavori di adeguamento e completamento, per come chiarito, sono stati inseriti in un progetto i cui lavori furono avviati dalla Provincia nel 2006, e che ormai, oggi, sono in fase di collaudo, anche con l’ausilio di una progettazione esterna di un professionista di Pizzo che raccolse tutte le indicazioni politiche che sono state date. Ed ecco la buona notizia, questa volta si spera quella definitiva: «Tenuto conto delle rassicurazioni che abbiamo avuto dall’impresa, nel giro di qualche settimana e, comunque, entro questo mese di febbraio noi siamo nelle condizioni di operare gli ultimi adempimenti, quali i collegamenti con i servizi, quindi a breve riusciremo ad ultimare l’opera e consegnarla alla scuola, in questo modo dando una risposta positiva e facendo in modo che la piscina venga consegnata alla comunità di Pizzo e alla comunità provinciale, tale da poter essere utilizzata». Circa la gestione della struttura, che sicuramente produrrà dei costi, l’assessore Barbieri ha così riferito: «Ci sono delle richieste da parte di strutture esterne, tipo la Federazione Nuoto, e noi, insieme all’autorità scolastica che in primis deve utilizzare la piscina, noi attueremo quelle che sono le indicazioni del Ministro Fioroni, per aprire le strutture scolastiche alle comunità territoriali e chiaramente, come Provincia, spingeremo affinché ci sia un giusto equilibrio tra esigenze della scuola ed esigenze esterne, anche perché ritengo che l’avvio di attività sportive in un settore quale è questo del nuoto potrebbe essere da stimolo per Pizzo ma anche per tutto il territorio provinciale. Quindi, non c’è stato assolutamente alcun ritardo per colpa nostra, semmai c’è stata sempre la volontà di esserci sostituiti ad inadempienze precedenti che abbiamo risolto noi con fondi nostri, spendendo, solo per questa fase ultima, 60 mila euro insieme a tanti altri interventi. Grazie anche all’articolo del “Quotidiano” - ha concluso l’assessore Barbieri - possiamo comunicare che a breve la struttura sarà consegnata, quindi l’articolo lo accogliamo come stimolo per informare la cittadinanza». La speranza di tutti, a questo punto, è che appena la piscina sarà consegnata ai responsabili dell’Istituto Tecnico Nautico non passino altri nove anni per farla entrare concretamente in funzione. Ovviamente noi vigileremo.
Pizzo. L’ex sindaco Franco Falcone risponde per le rime al sindaco Nicotra - I suoi sono meriti millantati 3.2.2008PIZZO – L’ex sindaco Franco Falcone, con riferimento alle precisazioni ed osservazioni fatte dall’attuale sindaco Ferdinando Nicotra circa taluni lavori che dovrebbero essere concretizzati nel prossimo futuro sul territorio pizzitano, evidenzia a chiare lettere che la sua replica «non ha precisato nulla circa le mie osservazioni relative ai millantati meriti della sua amministrazione relativamente ad alcune opere appaltate di recente dal comune di Pizzo, quali bonifica discarica, edilizia scolastica, erosione costiera, risanamento aree degradate e così via. Anzi - rimarca ulteriormente Falcone - le sue giustificazioni non hanno fatto altro che avvalorare le mie asserzioni, perciò il sindaco dovrebbe spiegare ai cittadini come in soli sei mesi sia riuscito ad ottenere dei finanziamenti senza inoltrare alcuna richiesta, senza approvare alcuno studio preliminare o di fattibilità, senza adottare alcuna programmazione delle opere pubbliche». Per l’ex sindaco è poco dignitoso per un amministratore «vantarsi di meriti che non ha e appropriarsi del lavoro altrui e se questo è l’inizio della nuova amministrazione comunale - incalza Falcone - ritengo che ci sia poco da stare allegri dato lo scadimento morale dei personaggi. E poi, nell’unico bando di recente pubblicato dalla Regione Calabria, Dipartimento ai LLPP, relativamente all'edilizia scolastica, mi risulta che il comune di Pizzo sia stato escluso per incompletezza della documentazione. Ai miei tempi queste occasioni non sono mai sfuggite». Quindi, la conclusione con un ringraziamento ironico al sindaco Nicotra e con una pubblica sfida «per le sue preoccupazioni circa la mia persona, tuttavia voglio venirgli incontro accettando il suo invito ad un pubblico confronto laddove ciascuno potrà dare dimostrazione del suo operato e dei suoi meriti. Ed anche degli errori, perché no. In quella sede dimostrerò la veridicità di quanto da me sostenuto e il sindaco Nicotra, sono sicuro, porterà gli atti di cui è a disposizione».
Pizzo. Nuovi 75 posti auto progettati dall’amministrazione Falcone - Che fine hanno fatto? 5.2.2008PIZZO – Si era agli inizi del mese di febbraio 2006 quando l’amministrazione comunale guidata da Franco Falcone comunicò di aver approvato il progetto preliminare relativo ai lavori per la realizzazione di parcheggi pubblici, terzo lotto, il cui intervento prevedeva la costruzione di un parcheggio multipiano interrato al già esistente parcheggio “Papa”, nelle vicinanze dell’Istituto Tecnico Commerciale, dove già esiste un’area destinata a parcheggio pubblico, e con l’obiettivo di non alterare l’attuale stato dei luoghi e per non creare con il manufatto di progetto alcun impatto ambientale fu pure previsto di collocare l’intera opera edilizia al di sotto dell’attuale piano del parcheggio esistente. Il manufatto si sarebbe dovuto realizzare interamente in cemento armato, così composto: altezza totale dallo spiccato di fondazione: 6,50 mt (livello 1: a quota -6,50 mt; livello 2: a quota - 3,40 mt); lunghezza 26 mt; larghezza 16,60 mt; superficie coperta primo livello 431,60 mq; superficie coperta secondo livello 431,60 mq; posti auto totali 40 al coperto (20 per piano); posti auto totali scoperti 35; posti auto complessivi 75. Per ridurre ulteriormente l’impatto ambientale fu previsto sull’unico lato visibile lato mare, costituito da un muro alto circa 7 m, di non procedere alla tamponatura perimetrale con struttura piena, bensì di installare un sistema di chiusura leggera mediante frangisole e parapetto metallico, mentre, a completamento del prospetto esterno, si previde l’inserimento di piante ornamentali lungo il prospetto lato mare, ed a livello zero (parcheggio attuale) l’effettuazione di un intervento d’arredo e sistemazione urbana dell’area stessa. L’intervento per Pizzo si riteneva e tuttora si ritiene di fondamentale importanza, data la scarsezza di posti macchina nelle vicinanze del centro storico, soprattutto durante il periodo estivo, situazione che crea disagi ai numerosi turisti, che, oltre a disincentivare la frequentazione della Città con conseguenti perdite economiche per le attività commerciali e turistiche, crea diversi inconvenienti anche agli abitanti stessi, costringendoli a percorrere le vie cittadine più volte, alla ricerca di un posto dove lasciare l’autovettura, creando intralcio alla circolazione stessa, oltre che produzione d’inquinamento dell’aria. L’opera doveva realizzarsi con un contributo della Regione Calabria ai sensi della legge 13/2004. Dopo due anni di quel progetto della vecchia amministrazione non si sa più nulla. Che fine ha fatto il relativo finanziamento? Perché non è portato avanti utilmente dalla giunta guidata dal sindaco Fernando Nicotra?
Pizzo. I lavori per la realizzazione dell’ascensore per la Marina fermi da anni – Una cattedrale nel deserto – L’opera incompleta voluta dall’ex sindaco Stillitani 7.2.2008PIZZO – L’allora assessore regionale ai trasporti Francescantonio Stillitani, nonostante tutte le critiche e le contestazioni provenienti da più parti, andò avanti deciso per la sua strada e non nascose mai la convinzione dell’opportunità della costruzione di un ascensore che collegasse il Centro Storico con la Marina, nella prospettiva, egli disse, di realizzare un sistema “Piazza-Marina-Seggiola”. Agli inizi del mese di aprile 2002 ci fu una cerimonia, poi rivelatasi una farsa, con cui s’intese collaudare il nuovo servizio. «Oggi - dichiarò orgoglioso Stillitani - stiamo facendo il collaudo tecnico dei due ascensori e questo, sostanzialmente, dimostra che è quasi pronto al 95 per cento. Abbiamo costatato che funziona regolarmente, avendolo provato di persona. È una grossa soddisfazione perché è una di quelle opere di punta che noi avevano programmato sin dalla passata amministrazione, e che per me caratterizza l’immagine di Pizzo. Come si è visto, la Marina e Piazza della Repubblica sono collegati nel giro di due minuti e questo, secondo me, porta ad una conurbazione e ad una sinergia, anche commerciale, del centro storico e del quartiere marinaro. Inoltre, io sono convinto che questi ascensori, col bar che deve essere fatto a fianco, con l’utilizzo delle terrazze con i tavolini e abbellimenti vari, diventeranno una meta turistica da parte di tutto il circondario, quindi non solo saranno utilizzati come mezzi di trasporto, ma sicuramente saranno un punto d’attrazione perché li verranno a vedere tutti. Ognuno può trasportare, a pieno carico, 13 persone”. L’approvazione del progetto risale all’agosto del 1995, mentre negli anni che seguirono, dentro e fuori il consiglio comunale, ci furono varie e dure critiche contro la realizzazione dell’opera, ritenuta inutile, inopportuna, faraonica, dispendiosa. Durante la campagna per le elezioni amministrative del 16 novembre 1997, Stillitani, tra i punti qualificanti del suo programma indicò anche la realizzazione di due ascensori per collegare verticalmente Piazza della Repubblica e il quartiere "Marina, anzi nel mese di giugno del 1998 ci fu una prima sospensione, cui ne seguirono altre, determinata da un esposto del WWF che fece fermare tutto. Inoltre, ci fu pure l'energica presa di posizione del gruppo di “Alternativa” che chiese un referendum popolare per impedire la realizzazione di quello che fu definito un "futile intervento", mentre il consigliere regionale Antonio Borrello, dopo aver definito l’impianto un'opera "inopportuna e non necessaria, da ascrivere solo ad una singolare nostalgia d'antiche aspirazioni coltivate negli anni '50", inviò un'interrogazione all'assessore ai lavori pubblici della Regione Calabria dell’epoca, trasmessa anche al Genio Civile di Vibo Valentia, alla Provincia ed al Prefetto, con valenza di esposto-denuncia. A sua volta, Ivano Tuselli, responsabile del circolo napitino del Partito della Rifondazione Comunista, propose, in alternativa alla costruzione dell'ascensore, un "Sentiero per una cultura", con lo scopo di utilizzare quello che “già esiste e che va soltanto rivalutato”. Dal 1995 sono ormai trascorsi tredici anni, ma di quell’opera rimane soltanto una specie di fungo di cemento armato che fuoriesce da Piazza Musolino, a pochissimi metri dal castello Murat, che deturpa tutto l’ambiente circostante. L’attuale sindaco Fernando Nicotra e lo stesso consigliere regionale Francescantonio Stillitani, nel corso della recente campagna elettorale del maggio 2007, di quell’opera ne fecero una bandiera, promettendo la sua concreta realizzazione e messa in funzione, ma ancora nulla è dato vedere. Si tratta della solita promessa elettorale per abbindolare gli elettori? In ogni caso, ci sono due strade da fare, demolire l’intera struttura per ripristinare la situazione preesistente, con la costruzione del “Sentiero per una cultura”, come suggerito da Tuselli, oppure, finalmente, dar corso alle promesse fatte.
Pizzo. Lo schieramento fondato da Prc, Pdci, Sd e Verdi e guidato dal presidente della Camera Bertinotti – Costituita ufficialmente la Sinistra Arcobaleno 7.2.2008PIZZO – La Sinistra Democratica, i Comunisti Italiani, la Sinistra Arcobaleno, nei giorni scorsi, alla luce degli ultimi avvenimenti della politica nazionale e delle dimissioni del governo Prodi, si sono riuniti ritenendo che gli esponenti del centro moderato, che a livello nazionale si richiamano a Mastella e Dini, si siano assunti grandi e gravi responsabilità, specificamente il mancato voto di fiducia alla coalizione. «Questo - si legge in un loro comunicato - non poteva non avere ripercussioni sia all’interno del proprio Partito (vedi il senatore Cusumano dell’Udeur), sia nei rapporti con il resto della ormai ex coalizione. Dopo un forte recupero dell’evasione fiscale, quando ormai era arrivato il momento della redistribuzione, dell’applicazione di alcuni principi di giustizia sociale, di far rilanciare, o per meglio dire lanciare, l’azione della sinistra di governo, ecco che si manda tutti a casa. Non solo per la spinta di larghi settori degli industriali attraverso l’azione di Dini, che già minacciava il mancato voto di fiducia, ma anche e soprattutto sulle vicende personali e di partito di Mastella & Family & Company». Le stesse vicende, per le sinistre, ricordano quelle che si vivono in Calabria e che stanno mettendo alla luce le disfunzioni nelle nomine e nelle mancate nomine agli apici delle strutture delle Aziende Sanitarie, degli ospedali e degli uffici preposti alle funzioni di gestione e controllo. Per quanto riguarda la sanità, si legge: «Già, proprio la sanità di cui si sente molto parlare, soprattutto nella nostra provincia, ormai solo con notizie luttuose. Dove appena ci si mettono le mani “la fogna scorre a cielo aperto”, come quella “fogna anch’essa ormai a cielo aperto” che a soli 100 km di distanza, l’inchiesta “Onorata Sanità” ha già fatto vittime illustri. Ma ci domandiamo come ha conquistato, il consigliere regionale della Dc per le Autonomie la possibilità di fare quello che leggiamo? Con i voti? La forza contrattuale che noi abbiamo nelle nostre mani la consegniamo a loro votandoli. Quei maledetti voti che danno potere ed estirpano le coscienze (di chi li pretende, di chi li chiede e di chi li dà). Noi, la Sinistra, non possiamo starcene a guardare, noi non possiamo non lanciare un appello a chi vota. Non possiamo non urlare in faccia a chi vota che tutto quello a cui assistiamo, anche nella nostra provincia, è determinato dai voti clientelari, che alimentano questo sistema di favori e ricatti. Non possiamo dare credito - incalza il documento delle sinistre - a chi viene espulso dalla propria associazione di categoria perché “paga il pizzo”. Chi paga per la propria attività commerciale può anche essere costretto ad elargire favori nel momento in cui gestisce la cosa pubblica. E come possiamo essere indifferenti di fronte a queste cose e non sentirci responsabili di quanto potrà accadere se i diretti responsabili sono stati, volontariamente o no, aiutati con la “forza elettorale”, costruita con i voti ricattati sul bisogno di lavoro e sulle più vitali necessità?». La Sinistra Arcobaleno incalza inesorabile, manifestando il biasimo per chi, a Pizzo nelle ultime elezioni amministrative che hanno visto la vittoria del centro destra, appoggiata palesemente da elementi di sinistra finanche responsabili di partito a livello locale e provinciale: «Con lucido calcolo “poltronistico” hanno portato una parte del popolo della sinistra a votare per l’attuale amministrazione comunale pizzitana, composta dall’Udc di Cuffaro per il 95% e dal Pd che esprime addirittura il vice sindaco. Senza nessuna moralità politica si è dato luogo ad un raggruppamento d’interessi che di civico non hanno neanche l’odore. Quale dialogo sarà possibile, qui a Pizzo, con chi sostiene il partito di Casini che sta rimettendo l’Italia nelle mani della destra più becera e razzista degli ultimi decenni e che per non far finire in galera i propri apici ha legiferato ad hoc?». Ed ecco la conclusione, non meno pesante ed infuocata: «Come può il popolo della sinistra dimenticare che il passato Governo ha punito i ragazzi della scuola Diaz con l’unica colpa di difendere le proprie idee? Per rilanciare la moralità nella politica a Pizzo e da qui alla nostra Provincia, alla nostra Regione ed al nostro Parlamento, noi abbiamo sposato il progetto della “Sinistra Arcobaleno” attivando un punto di riferimento, ed invitando tutti quanti si riconoscano nei valori che esprimiamo a dare la propria adesione per costruire il futuro di Pizzo con una sinistra determinante». Pizzo. Intervento politico di Carlo Marcellino, esponente del nuovo Pd - Invito al vice sindaco Holmo Marino ad uscire allo scoperto schierandosi contro il centro destra 8.2.2008PIZZO – Carlo Marcellino, ex Ds e componente di spicco del nuovo Pd di Veltroni e Rutelli, attraverso un suo approfondito e virile documento intende precisare qual è la sua attuale posizione politica a livello nazionale e locale, anche nella prospettiva delle imminenti elezioni politiche, dopo le dimissioni del governo Prodi, causate da tante motivazioni, ma specificamente e soprattutto dall’inesplicabile ritirata fatta dal partito di Mastella, comportamento fortemente criticato in Calabria recentemente finanche da Antonio Borrello, attuale vice presidente del Consiglio Regionale ed ex segretario regionale dell’Udeur. Quest’ultimo, infatti, ha esplicitamente dichiarato, attraverso un’intervista concessa al nostro collega Adriano Mollo, di non poter assolutamente andare a braccetto con la destra, da cui lo separano culturalmente e politicamente anni luce. È poi seguito pure il fallimento di Franco Marini a formare un governo di transizione, colpa che Marcellino attribuisce senza titubanza al mancato senso di responsabilità del centrodestra, che ha costretto il presidente incaricato alla rinuncia formale. «Com’è altrettanto chiaro - insiste Marcellino - che la colpa della mancata riforma è della destra, che ha preferito anteporre agli interessi del Paese quelli di parte. Mentre, la posizione del Pd, propenso alla formazione di un governo di responsabilità nazionale che mettesse mano, oltre che alla legge elettorale, anche alle riforme costituzionali, non è stata tenuta in considerazione, tutt'altro. Nel centrodestra è prevalsa la volontà di una “resa dei conti” elettorale, così definita da Massimo D'Alema, a scapito dell’Italia che lavora e produce. Un’occasione persa dunque, con la parola che torna nelle mani degli elettori in una campagna elettorale che si annuncia breve ed intensa, con il Pd che assolutamente non vuole trovarsi impreparato e che “si presenterà con un programma e un partito, perchè noi e il centrodestra siamo alternative”, citando Veltroni in un suo intervento. Questo - sostiene convinto Carlo Marcellino - è il Pd nel futuro quadro politico nazionale, come lo sarà in quello regionale e provinciale». L’uomo politico, poi, affronta la scabrosa, irrituale e strana situazione esistente a Pizzo, dove la giunta di centro destra, guidata dal duo udiccino Nicotra-Stilliani, è esplicitamente appoggiata da elementi di spicco dell’ex Pdm di Bruni e Loiero, nonché da responsabili locali e amministratori provinciali di Rifondazione Comunista. «A Pizzo, dopo le primarie del 14 ottobre 2007 e dopo una grande partecipazione ed una chiara indicazione dei gruppi che costituiscono la nuova forza politica (Ds-Margherita-Sdi-Pdm) - scrive Marcellino - il Pd sembra avere esaurito il suo compito. Cosa o chi si stia aspettando in questo momento non è più importante, occorre rimboccarsi le maniche e lavorare per acquisire consensi, elementi e, soprattutto, elettori che potranno riconoscersi nel nostro modo di fare ed intendere la politica, portando il Pd, anche a Pizzo, ad essere la prima forza politica. In questa prospettiva, mi auguro, fatte le opportune verifiche, che anche la figura più rappresentativa dell’ex Pdm cittadino, Holmo Marino, si vedrà inserita a pieno titolo nella oramai imminente battaglia elettorale contro il centro destra», a cui egli invia un invito ed un messaggio chiarissimo e personale, che non potrà non essere accolto prontamente: «Esca perciò dal silenzio di tutti questi mesi ed esprima il suo pensiero e la sua posizione. Così come, uscendo da un presunto silenzio che voci di corridoio mi attribuiscono, chiarisco la mia di posizione: non lontano dagli ex Ds, ma fortemente presente ed attivo all’interno del gruppo più compatto e numeroso della nuova forza politica. Fatta questa opportuna, ma necessaria precisazione, ritengo sia urgente che il Partito Democratico a Pizzo si doti di una struttura politico-dirigenziale all'altezza della situazione e del compito non facile, non certo per evitare di definire "ex" i gruppi che compongono il Pd, ma soprattutto perchè il partito non può oltremodo rimanere senza una guida forte e qualificante nel secondo Comune più grande della provincia di Vibo Valentia». Ed ecco la conclusione: «È urgente, perciò, intraprendere un percorso ed un dialogo politico interrotto, inspiegabilmente assente in questo paese, con tutte quelle forze che si rifanno alla sinistra ed al centro sinistra in modo più generale. Come ritengo improrogabile coinvolgere nel dibattito politico i cittadini che sembrano sopiti ma che, sono convinto, avranno sicuramente molto da dire e da suggerire».
Pizzo. Infuocato volantino di “Uniti per Pizzo” - Nicotra accusato di essere un bugiardo come Pinocchio 10.2.2008PIZZO – Nel periodo precedente alla campagna elettorale per l’elezione del nuovo consiglio comunale, che ha arriso la vittoria alla squadra guidata dall’attuale sindaco Fernando Nicotra e dal suo sponsor Francescantonio Stillitani, ci fu una violenta polemica contro l’ex sindaco Franco Falcone e la sua giunta, specificamente per quanto riguarda tre problematiche che, ancora oggi, a distanza di quasi due anni non sono state risolte. Anzi, la loro mancata soluzione continua a produrre polemiche ed accuse tra i due schieramenti del centro sinistra e del centro destra. Ci riferiamo, ovviamente, alle bollette dell’acqua fatte notificare ai cittadini dall’ex giunta Falcone tra l’altro accusata di vampirismo con ripetuti volantini e manifesti. Cui seguì la risposta di Falcone e dei suoi che rilevarono come «gli unici veri vampiri sono loro che pensavano di poter "succhiare" indisturbati il 30,5% oltre Iva di tutte le entrate comunali. Così loro si occupano dei problemi della balneazione, così loro si occupano della salute pubblica», con esplicito riferimento alla triste vicenda della società mista “Napitia”, successivamente sciolta. Ma ci riferiamo anche alla ristrutturazione della Scuola Elementare di Via San Sebastiano. Anche per essa si sono registrate a suo tempo le pesanti accuse d’inefficienza dell’amministrazione Falcone, i cui responsabili si sono difesi accusando Nicotra e compagni di essere lontani anni luce dalla politica dei bisogni, sempre pronti a distinguersi sul «terreno del populismo e della demagogia ed a creare confusione nella Città», e rimarcando come «l'Udc nazionale è coinvolta nello scandalo “Poseidone” relativo alla gestione dei fondi per la depurazione delle acque che finiscono a mare, mentre l'Udc regionale e provinciale è coinvolta nello scandalo della Sanità». La terza problematica ha riguardato la sorgente dell’acquedotto, rimasta chiusa per parecchi mesi, aspettando il parere dell’Asl relativamente a dei prelievi dei campioni fatti alla sorgente, in seguito entrato in funzione dopo cinque lunghi mesi di attesa. Diversa e più seria la questione dell’edificio scolastico di Via San Sebastiano, per la quale l’amministrazione Falcone, per come reso dall’ex sindaco ed ex vice sindaco Giusy Federico, avendo ricevuto delle segnalazioni da parte dei genitori e degli operatori scolastici circa la sicurezza della struttura, immediatamente fu fatta una verifica statica dell’immobile da cui risultò una grave situazione di pericolo, con fenomeni di schiacciamento e di cedimento. Situazione di pericolo che esisteva da almeno un decennio e che Falcone e Federico si prodigarono per approvare una progettazione esecutiva per la messa in sicurezza dell’edificio con deliberazione di giunta municipale numero 208 del 19.12.2002, per un importo di 361.519,83 euro assegnati dal Dipartimento nazionale di protezione civile. La fine dei lavori, che dovevano essere eseguiti dalla ditta appaltatrice “Proyect Cgi Srl”, fu prevista per il mese di ottobre del 2007, mentre il trasferimento degli scolari presumibilmente sarebbe dovuto avvenire entro il mese di gennaio di quest’anno. Ebbene, quei problemi, per i quali Nicotra, Stillitani e tutta l’Udc fecero alcuni dei loro cavalli di battaglia, ancora sono irrisolti, nonostante la vittoria ottenuta nelle ultime elezioni amministrative, tanto che nei giorni scorsi i responsabili del movimento politico “Uniti per Pizzo” hanno fatto circolare un volantino evidenziando la strumentalizzazione a suo tempo sollevata, per cui rivolgendosi direttamente a “Nik”, ovvero al sindaco Fernando Nicotra, scrivono: «Solo pochi mesi fa tuonavi contro la chiusura della fontana di Sant’Antonio, ingannando politicamente per l’ennesima volta i pizzitani con cantastorie di palazzi in costruzione. Venerdì 18 gennaio la fontana l’hai chiusa tu. Vergogna, sei il solito Pinocchio! Acqua dai rubinetti ancora non potabile! Perché ora non distribuisci più le bottigliette? Super bollette a raffica! Tu, e solo tu, infatti, hai voluto inviare due annualità di tributi, contemporaneamente, tartassando i pizzitani. Quando darai ai pizzitani i 1000 euro promessi in campagna elettorale? Questo, d’altronde, è il suo “Still-e” (Stillitani)».
Pizzo. Corso di Scienze Nautiche - La fine di un sogno - Perché non riallacciare le fila? 12.2.2008PIZZO – Brutta fine di un sogno per la città del poeta Antonino Anile e del patriota Benedetto Musolino, che si sarebbe potuto senz’altro realizzare, solo che la cittadinanza, i politici vibonesi ad ogni livello e di qualunque appartenenza, i parlamentari calabresi, all’unisono si fossero mossi per appoggiare un’iniziativa che avrebbe portato enormi vantaggi culturali non solo alla Città, ma anche a tutta la provincia vibonese ed alla Calabria intera. Ci riferiamo alla costituzione presso l’Istituto Tecnico Nautico di un corso universitario in “Scienze Nautiche”, iniziativa che ha avuto quali suoi validi e tenaci sostenitori l’ex preside dell’Istituto Francesco Nardino e l’allora assessore provinciale alla Cultura Pino Ceravolo. Brutta fine, si, perché fin dall’inizio è stato osteggiato dall’Unical, per come denunciato dallo stesso Ceravolo, a seguito del voltafaccia del rettore, Giuseppe La Torre, che, nella sua veste di presidente del Comitato Regionale di Coordinamento Universitario, prima ha incoraggiato l’iniziativa e poi ha scritto al senatore Antonino Murmura baypassando la Provincia, sostenendo che «l’esigua documentazione ricevuta è assolutamente inadeguata rispetto agli ordinari parametri di misurazione scientifica di norma utilizzati per un’obiettiva espressione di parere». Il risultato fu la manifestazione di un parere negativo, cui seguì una piccata replica a La Torre dell’ex assessore Pino Ceravolo: «Non si riesce a capire - scrisse Ceravolo - in cosa consista l’esiguità della documentazione ricevuta, dal momento che il rettore della “Parthenope” ha comunicato la richiesta dell’amministrazione provinciale di Vibo valentia, precisando che “appare utile rappresentare che la predetta iniziativa trova, sotto il profilo logistico, piena copertura da parte della Provincia e, sotto il profilo della docenza, copertura nel personale di questo Ateneo». Anche perché furono messi a disposizione fondi e strutture. Brutta storia anche perché il ricorso successivamente presentato dalla Provincia fu rigettato, di fatto, impedendo che il nostro territorio, già spogliato dei pochi siti industriali, potesse avere uno sviluppo culturale d’alto livello. Errori d’impostazione forse ce ne furono, ma rimase la grande delusione per un parere negativo espresso dal rettore La Torre, che altrimenti avrebbe prodotto ben altri risultati e Pizzo, a quest’ora, avrebbe potuto avere già i primi laureati in “Scienze Nautiche”. Riteniamo giusto ripercorrere la storia, per dare i giusti meriti di questa fallita avventura che, riteniamo, se fosse ripresa con maggiore lena e passione in modo collettivo, potrebbe essere ripetuta con maggior successo. Primavera 2002: ad ottobre 2002 l’inizio dei corsi - L’assessore provinciale alla Cultura Pino Ceravolo fa l’annuncio ufficiale. Avviene a Vibo Valentia, in un incontro tenuto in un rinomato locale della città, tra l’assessore provinciale alla cultura e all’università, Pino Ceravolo, il rettore dell’Istituto Navale di Napoli, professor Gennaro Ferrara, il preside di facoltà professor Antonino Pugliano. La speranza era che già da ottobre potesse sorgere una sede staccata di quell’ateneo, nel quadro del potenziamento degli istituti superiori, e stabilendo una stretta relazione con l’Istituto Universitario Navale di Napoli, Università Partenope, con lo scopo di rendere un servizio a tutta la popolazione scolastica della provincia e alle loro famiglie. Agosto 2002 – Unanime approvazione della delibera da parte del consiglio provinciale. In seguito, l’assessore Pino Ceravolo, comunicò che l’istituzione del Corso di Laurea in “Scienze Nautiche” ebbe l’approvazione all’unanimità dal Consiglio Provinciale nella seduta del 6 Agosto 2002. Lo stesso si dichiarò particolarmente soddisfatto perché «si realizza un tassello importantissimo che qualifica un Istituto, un territorio e l’intera provincia. Seguì, nel frattempo, l’apposizione del presidente Bruni della sua firma sulla convenzione, immediatamente trasmessa a Napoli dall’assessore Ceravolo, per essere firmata dal rettore, professor Gennaro Ferrara. Voltafaccia di Giuseppe La Torre, rettore dell’Unical (Università della Calabria), Per dichiarazione di Ceravolo ci fu il voltafaccia del rettore dell’Unical Giuseppe La Torre, che nella sua veste di presidente del Comitato Regionale di Coordinamento Universitario, espresse parere negativo, con la rabbia, l’incredulità, l’amarezza e l’inquietudine dell’assessore stesso, che considerò il tutto come un inspiegabile ostruzionismo, con la volontà non nascosta di voler ostacolare la crescita culturale della provincia vibonese. L’iniziativa fu pure appoggiata dalle segreterie provinciali della Cgil, Cisl, Uil. Ottobre 2003 - Ricorso al Tar dalla Provincia. Ceravolo, nella seduta di giunta svoltasi l’undici giugno 2003, fece approvare una deliberazione per la nomina di un legale per difendere le ragioni della Provincia. La giunta, con a capo il presidente Ottavio Bruni, deliberò all’unanimità l’autorizzazione ad impugnare il parere negativo espresso il 21 maggio 2003 dal Comitato di Coordinamento Universitario Regionale, con la richiesta di annullare il verbale d’adunanza del 21 maggio 2003, nella parte in cui stabilì di fornire parere sfavorevole all’istituzione del corso universitario di “Scienze Nautiche” in Pizzo, in convenzione con l’Università “Parthenope” di Napoli. Si sospettò, all’epoca, che per gelosia, o perché non protagonista dell’istituzione del corso universitario, qualcuno menò il can per l’aia, sollevando eccezioni prive di basi giuridiche. Febbraio 2008 - È necessario riannodare le fila di quell’encomiabile iniziativa. A distanza di diversi anni dalla prima comunicazione fatta dall’ex assessore alla Cultura provinciale, Pino Ceravolo, per il bene di Pizzo e di tutta la comunità vibonese, si ritiene necessario riprendere quella geniale iniziativa, sortita concordemente col preside Nardino, a partire dal nuovo dirigente del Nautico, dai politici locali, da quelli provinciali, ma, soprattutto, da quelli regionali e nazionali, ad ogni livello e a qualunque schieramento appartenenti. Le elezioni politiche sono prossime, per questo riteniamo che per chi volesse cavalcare quest’idea sarebbe un ottimo biglietto da visita elettorale.
Pizzo. Scalo Prangi - La sua riapertura ridurrebbe i disaggi degli studenti e dei turisti 13.2.2008PIZZO – Si era alla fine del 1997, quando il preside dell'Istituto Tecnico Nautico, Francesco Giovanni Nardino, inoltrò ai responsabili regionali delle FF.SS. la richiesta per ottenere la fermata dei treni regionali della linea Rosarno-Eccellente, via Tropea, alla stazione di località "Prangi", di fronte all'Istituto, con l’augurio manifestato che la sua riapertura potesse avvenire in tempi rapidi, ed evidenziando che nel passato ci furono casi di ragazzi provenienti da Lamezia e dintorni, ma che per frequentare, per i cinque anni del corso di studi, affrontarono notevoli sacrifici, costretti talvolta anche a fare autostop con tutti i rischi e pericoli conseguenti. Dopo alcuni mesi d’assoluto silenzio, ci fu una comunicazione del preside secondo il quale le Ferrovie avevano dato l’assenso a quella fermata, ulteriormente precisando che il cinque febbraio 1998, per definire gli aspetti tecnici e finanziari riguardanti la riapertura della piccola stazione, ci fu un incontro con il dirigente dell'Asa Trasporto Metropolitano e regionale di Reggio Calabria, cui partecipò anche l’allora vice sindaco Luigi Betrò. Da quell’incontro uscì la promessa di un fattivo impegno per consentire la riattivazione della fermata dei treni in località "Prangi" nel più breve tempo possibile, sicuramente non più tardi del mese di maggio 1998. Il preside Francesco Giovanni Nardino riprese le precedenti richieste risalenti al 1999 e al marzo 2002, iniziando una civile e lodevole battaglia per ottenere l’agibilità, con una fermata, della piccola stazione ferroviaria posta proprio di fronte all’importante Istituto scolastico. Le motivazioni furono spiegate eloquentemente dallo stesso capo d’Istituto: «Andare incontro alle giuste esigenze di quegli alunni che provengono da nord e da sud, dal lametino e dalla costa reggina, facilitandone la frequenza e rendendo meno pesanti le spese di viaggio, che talvolta si concretano con taxi, con pulmini privati e con accompagnamenti dei genitori o altri parenti, incidendo pesantemente sui bilanci familiari. Infatti, non tutti i ragazzi hanno la possibilità di essere sostenuti economicamente dalle loro famiglie, per questo parecchi di loro sono costretti ad arrangiarsi utilizzando passaggi di fortuna in autostop, con tutti i rischi ed i ritardi insiti in questo tipo di scelta, che tante volte assume la caratteristica di vera e propria avventura, con ritardi inverosimili per il rientro a casa, che ne pregiudicano, oltre che la salute, anche il rendimento scolastico». Le spinte e l’impegno di Betrò e Nardino, però, non approdarono a nulla, poiché quel piccolo scalo ferroviario non è stato mai aperto, nella più totale indifferenza della comunità cittadina e delle istituzioni amministrative locali, non se ne fece nulla, nonostante che la questione nel mese di settembre 2003 fu ripresa dal segretario del Pdci Giuseppe Ceravolo, il quale auspicò «l’immediata riattivazione della stazionina dei “Prangi”, con idonee fermate dei treni regionali, che faciliterebbero l’afflusso dei turisti e, durante l’inverno, consentirebbe agli studenti dell’Istituto Nautico un più facile approccio». Egli si rivolse più volte all’assessore regionale ai trasposti, che allora era Francescantonio Stillitani: «Non me ne voglia nessuno - dichiarò Ceravolo - ma inviterei anche gli imprenditori ed il preside del Nautico a far sentire la loro voce e, quindi, farsi rispettare dalle istituzioni, anche perché non si può sempre attendere il messia che possa risolvere i nostri problemi». Undici anni sono ormai trascorsi, ma evidentemente per l’apertura dello scalo “Prangi” è necessario proprio che scenda un nuovo messia, o almeno che ci sia qualche potente santo protettore, altrimenti, come i fatti dimostrano, quella piccola stazione resterà chiusa per sempre.
Pizzo. Pista Ciclabile alla Marinella - La solita bidonata propagandistica ed elettorale 14.2.2008PIZZO – Otto anni fa, precisamente all’inizio del mese di febbraio 2000, l’amministrazione comunale guidata dall’allora sindaco Francescantonio Stillitani, oggi consigliere regionale e presidente del Consiglio Comunale di Pizzo, avanzò alla regione Calabria la richiesta di un finanziamento per la posa di una pista ciclabile, in base alla legge 19 ottobre 1998/336, relativamente ai fondi per la mobilità ciclistica. L'opera, per come allora fu annunciato, sarebbe dovuta sorgere alla "Marinella", individuazione determinata per il fatto che trattatasi di una zona molto penalizzata ed emarginata dal contesto del centro storico napitino e che presenta ancora oggi grossi problemi di vivibilità, essendo in uno stato di totale abbandono, in assenza di centri di aggregazione di qualsivoglia natura, marciapiedi, lungomare, isole verdi, servizi fondamentali, vigilanza. La pista avrebbe dovuto essere lunga circa due chilometri, costeggiando tutto il quartiere. Il documento diramato dal sindaco, relativamente all’opera che è rimasta solo sulla carta, nonostante siano trascorsi, come si diceva, otto anni, così concludeva: «La presentazione del progetto per la costruzione della pista ciclabile del quartiere Marinella testimonia ancora una volta di più la volontà degli amministratori di Palazzo San Giorgio di proseguire in quell’azione di risanamento e di valorizzazione della zona che è stato avviato anche con il piano di spiaggia e che intende gradatamente proseguire compatibilmente con le risorse disponibili in bilancio». Questo non fu sufficiente, anzi, a gennaio del 2001 a Palazzo Luigi Razza, sede del comune di Vibo Valentia, fu firmato un protocollo d'intesa preliminare tra il Comune capoluogo, quello di Briatico e di Pizzo, rappresentati rispettivamente dal sindaco Alfredo D'Agostino, il vicesindaco Costantino Massara e l'assessore Francesco Siniscalchi, su un’idea dell’allora assessore Nicola La Gamba. Con detto protocollo i firmatari espressero la volontà di programmare una serie di opere pubbliche destinate allo sviluppo turistico del complessivo territorio delle tre comunità, realizzando un lungomare con annessa pista ciclabile per tutti e tre i Comuni, un più funzionale e moderno sistema portuale, un miglioramento delle attività ricettive della costa per attrarre nuovi investimenti turistici, la costruzione di un teatro capiente di mille posti, un palazzo dei congressi. Infine, con deliberazione di giunta comunale n.ro 4 del 13.01.2003, con la gestione Falcone, fu approvato un progetto per la pista ciclabile, la cui realizzazione doveva avvenire con un contributo dell’assessorato regionale ai trasporti. Tanti sono gli anni trascorsi, tante le amministrazioni che si sono succedute, sia a Vibo sia a Pizzo, ma tutto passò nel dimenticatoio, e nulla più si seppe del progetto di Stillitani e di quello di La Gamba, rivelandosi, nei fatti come le solite bidonate propiziate ai poveri ed ingenui elettori, che, evidentemente, subito dimenticano le promesse loro fatte ogni qualvolta si è prossimi ad una campagna elettorale amministrativa o politica. Che fine hanno fatto quelle due iniziative?
Pizzo. A lanciare l’allarme è stato l’ex assessore ai Lavori Pubblici Giusy Federico – Il Contratto di quartiere è a rischio - «Si potrebbero perdere milioni di finanziamenti regionali» 15.2.2008PIZZO – S’infuoca l’ambiente politico napitino, a seguito di talune uscite ritenute bugiarde del sindaco Fernando Nicotra, in particolare riguardanti il settore dei lavori pubblici la cui delega, nella precedente amministrazione di Franco falcone, è stata appannaggio dell’ex vice sindaco Giusy Federico, che, toccata nel suo orgoglio, ha deciso di uscire allo scoperto in modo tosto e fornendo elementi tali per cui i cittadini sono messi nelle condizioni di ben valutare come effettivamente stanno le cose, alla luce dei lavori pregressi e di quanto avrebbe fatto (o non fatto?) l’attuale amministrazione. «Ho lamentato più volte la situazione di stallo che si è venuta a determinare a Pizzo in merito ai lavori pubblici, e non mi frena dal denunciare nuovamente la presa di posizione del sindaco Nicotra sul mancato completamento di alcune procedure autorizzative da parte della precedente amministrazione. Denunciare sui giornali l'incapacità degli altri quando fino ad oggi non è stato avviato nulla per risolvere i gravi problemi del territorio napitino, con l’aggravante che si sta cercando di bloccare le iniziative che erano già in itinere, mi sembra voler nascondersi dietro un dito». Questo è l’inizio infuocato di un comunicato di Federico, la quale subito dopo aggiunge denunciando che ogni proposta di deliberazione in materia di opere pubbliche presentata dall'attuale consiglio comunale è risultata incompleta, priva dello studio di fattibilità, della progettazione preliminare, della scheda della programmazione, dell'indicazione dei mezzi di finanziamento, della compatibilità urbanistica. «Questi nuovi amministratori – prosegue Giusy Federico - mentre denunciano la mancata ultimazione dell'ascensore, dimenticano di ricordare che per quell'opera il sindaco dell'epoca, Stillitani, aveva indebitato il Comune costringendolo a pagare non soltanto il debito ma anche gli interessi, e per di più, sbagliando anche i conti, infatti, quelle ingenti somme non furono sufficienti a finire l'opera e realizzarne il collaudo». Per quanto riguarda i progetti dell’amministrazione Falcone, l’ex assessore ricorda che errano stati intercettati finanziamenti per diversi milioni di euro: sono fermi lavori della scuola San Sebastiano; sono fermi i lavori di urbanizzazione del PRU; sono fermi i lavori per bloccare l'erosione della costiera; fermi i lavori di rifioritura delle scogliere Stazione e Marina; sono fermi i lavori per la riqualificazione scogliera Seggiòla, della pavimentazione di Pizzo Marina e della Fontana Macello. Ma, quello che è più grave, non si sa nulla circa il "Contratto di Quartiere", con il quale Pizzo si è aggiudicato il primo posto nella graduatoria nazionale redatta dal Ministero delle Infrastrutture per la validità del progetto. Tutti lavori, si precisa, già finanziati per circa 10 milioni di euro, di cui 7 milioni per il "Contratto di Quartiere" «il più cospicuo finanziamento mai ricevuto nella storia di Pizzo, che consentirebbe alla nostra cittadina di "rivoluzionare" il suo centro storico, rivitalizzandolo e recuperandolo dal degrado in cui è scivolato. Un progetto per il quale si ventila l'ipotesi di perdere il finanziamento per il dilatarsi dei tempi di espletamento della procedura amministrativa. E questo solo perché vi è un immobile destinato ad alloggi per anziani, che non è gradito ad "alcuni" (Stillitani, ndr), in quanto situato dietro un "Palazzo" della Marina. E poi c'è il progetto del Porto Turistico, nato durante la presidenza Chiaravalloti della Regione. (quando Stillitani aveva la delega ai trasporti). Fu proprio in quel periodo che si temporeggiò sul progetto in quanto l'ubicazione tra la Marina e la Seggiola non era di gradimento di "qualcuno". L'Amministrazione Falcone rilanciò il progetto inserendolo nel piano delle opere pubbliche, ma quando nel dicembre 2006 è arrivata la prima proposta di project financing da parte di privati quell’amministrazione non l'ha ritenuta meritevole di accoglimento in quanto di notevole impatto ambientale». Altro riferimento, Federico lo fa citando la mancata realizzazione del lungomare Marina-Seggiola, comunicando che la stessa Regione Calabria decise di non eseguire i lavori ritenendo più urgente investire le somme nel finanziamento per la messa in sicurezza del sito piuttosto che nell'arredo urbano. Altro bubbone toccato da Federico riguarda la questione dei tributi: «Nell’accorata lettera ai cittadini che accompagna la richiesta di pagamento dei tributi locali, si lamenta il disastroso stato finanziario in cui l'amministrazione Stillitani-Nicotra ha trovato le casse comunali, dimenticando anche qui che la passata amministrazione si è trovata a far fronte a oltre 4 miliardi di vecchie lire di residui passivi lasciati da Stillitani e la sua corte e che nei cinque anni di amministrazione Falcone sono state emesse sentenze con oneri di milioni di euro a carico del bilancio del comune di Pizzo derivanti da giudizi originatisi durante l'amministrazione Stillitani. La situazione negativa che si è venuta a creare, sia sulle spalle dei cittadini (costretti a pagare più annualità nello stesso tempo) sia, soprattutto per le casse comunali, è da addebitare tutta a Stillitani, e alla "sua" Napitia che ha bloccato il Comune per anni, con la necessità di riorganizzare l'Ufficio Tributi, il quale «oggi si permette di parlare di noi come di amministratori incompetenti pur lasciandosi sfuggire pubblicamente un apprezzamento in merito all’onestà dell'amministrazione Falcone». «Queste mie precisazioni - conclude l’ex assessore ai lavori pubblici - dimostrano come il sindaco non sia pienamente a conoscenza dei problemi della Città e parli, entrando a volte in contraddizione con il suo presidente Stillitani, più per impressionare l'opinione pubblica, denigrando i suoi avversari politici, che per cognizione di causa».
Pizzo. L’ex assessore all’Ambiente Raffaello Molè critico con l’attuale vicesindaco – Le «inadempienze» di Marino - «Ha bloccato gli interventi approntati dalla giunta Falcone»PIZZO – «L’ineffabile assessore Marino, riguardo alle critiche che ho espresso per l’incomprensibile discontinuità attuata da parte dell’assessorato all’Ambiente del comune di Pizzo, ha reagito in un modo offensivo e insolente, pur sapendo che quanto io affermo corrisponde alla verità. Il contributo di Euro 1.267.500 da parte della Regione Calabria è frutto del mio lavoro, tanto è vero che la nota della Regione Calabria, protocollo S/1776, con la quale viene comunicato al comune di Pizzo il contributo in questione, è del 17 Aprile 2007, cioè quando ancora era in carica l’amministrazione Falcone. Ma la nuova amministrazione non ha voluto usare il contributo per bonificare la vecchia discarica, bensì ha preferito fare altro, perdendo, di fatto, l’occasione per risolvere in modo definitivo il più grande problema ambientale del nostro territorio. Non serve a niente fare convegni sull’inquinamento del mare quando non si è voluto, avendone i mezzi, bonificare la vecchia discarica che è sicuramente una delle principali fonti d’inquinamento dell’ambiente marino». Quello che precede è l’incipit di un articolato, quanto risentito intervento dell’ex assessore all’ambiente Raffaello Molè, nei riguardi di talune affermazioni fatte dall’attuale suo omonimo e vice sindaco Holmo Marino, il quale davanti ad alcune sue osservazioni, reagisce in modo offensivo e insolente e questo modo di comportarsi, anche se legato a un momentaneo disturbo dell’umore, non può dirsi in linea con l’incarico istituzionale che ricopre, poiché lo status di assessore comporta principalmente la capacità di porsi in modo educato e intelligente al servizio del pubblico, sapendo ascoltare e non respingendo in modo inurbano le critiche, da qualunque parte provengano. Non si può dire che in quest’occasione il modo di comportarsi dell’assessore sia stato consono al suo status istituzionale, e d’altro canto è pur vero che ognuno arriva sin dove può». Poi, Molè spiega che il virulento attacco nei suoi confronti è scaturito dal fatto che egli ha espresso una serie preoccupazioni per il fermo di alcuni importanti progetti e iniziative, già in fase avanzata di attuazione, lasciati in eredità dall’amministrazione guidata da Franco Falcone e di cui egli faceva parte. Interveti che, a dire dell’ex assessore, sono stati bloccati soprattutto per opera dell’assessore Marino, mentre per la loro realizzazione sarebbe bastato che la nuova amministrazione avesse dato corso agli adempimenti burocratici necessari. Le opere in questione, connesse all’emergenza ambientale, indicate da Molè, sono, oltre alla bonifica vecchia discarica comunale, la perdita del finanziamento per la raccolta differenziata, la mancata realizzazione del rifacimento del condotto fognario San Sebastiano. «Non esistendo giustificazioni plausibili sulla mancata prosecuzione dell’iter necessario per realizzarle - evidenzia l’uomo politico del già Sdi - c’è da rimanere sbigottiti su come viene portata avanti la politica ambientale nel nostro paese. Politica miope, non ispirata evidentemente dall’esigenza morale e sociale di realizzare il bene comune, e il novello assessore, per controbattere le mie osservazioni, si è piccato, in modo più goffo che saccente, di dissertare sulle prassi amministrative del Comune, che, peraltro, i componenti dell’assessorato ben conoscono, senza però evidenziare i motivi della scelta di non proseguire nel solco di un percorso di politica ambientale ben avviato dalla precedente amministrazione. Egli - prosegue il comunicato - come abbiamo evidenziato, ha dirottato le risorse connesse alle opere prima indicate su altre meno prioritarie e il sindaco, recitando a soggetto sul teatrino della politica, gli ha fatto i complimenti per essersi arrogato impudentemente il merito di aver reperito dette risorse. Tutti sanno, come risulta inconfutabilmente agli atti del Comune, che la vecchia amministrazione, in campo ambientale, aveva lasciato una positiva eredità, ma non sempre l’onestà intellettuale soccorre chi s’improvvisa amministratore». Al contrario, sempre secondo Raffaello Molè, se l’assessore Marino, accettando suggerimenti e critiche, si fosse posto «con impegno e disponibilità, sulla strada della continuità, senza sminuire maldestramente i meriti degli altri, avrebbe onorato il suo mandato più di quanto non stia avvenendo con il suo modo denigratorio e mistificatorio di procedere. Contrariamente a quanto gratuitamente egli ha sostenuto con acrimonia e mancanza di stile, ho l’orgoglio di affermare che, nel rispetto del mandato che mi avevano affidato gli elettori, ho servito il mio paese ponendo in essere ogni possibile azione per fare ciò che sembrava il meglio», quindi esprime i suoi dubbi che il neo assessore all’Ambiente abbia le carte in regola per agire seriamente avendo a cuore le sorti di Pizzo «sempre orientato com’è, con il suo saltellante percorso politico (si riferisce alle varie appartenenze politiche storiche del Marino: Psi, Margherita, Pdm, Insieme si Può, Pd), verso il carro del vincitore». Per quanto riguarda l’accusa di “carenza di un bagaglio morale, culturale e tecnico” che gli è stata attribuita dall’assessore Marino, l’ex amministratore dichiara che probabilmente essa «scaturisce da qualche disturbo dell’umore, connesso alla sua ambiguità, alla sete di potere e all’opportunismo, di cui ha fornito prova in più circostanze e che evidentemente non gli dovrebbero consentire di esprimere giudizi, di là da quelli riguardanti la convenienza politica di operazioni di potere», per cui, per onorare il mandato affidatogli, a suo parere, Marino dovrebbe avere «maggiore cura e amore per il suo paese, più che per il potere in sé, nel rispetto della coerenza, della correttezza e trasparenza, che un pubblico amministratore non può non avere».
Pizzo. La Pro-Loco non ha ancora restituito il dipinto originale del Canonico Masdea, confessore di Murat - La sua sede naturale è il Castello 17.2.2008PIZZO – Nel mese di settembre 2006 sorse una diatriba tra l’allora sindaco Franco Falcone e gli assessori alla Cultura e al Turismo, Ivano Tuselli e Carmine Cavallaro, ed i dirigenti della Pro-Loco, quest’ultima in possesso illegittimo dell’originale quadro del canonico Tommaso Masdea, confessore dello sfortunato Re Gioacchino Murat prima di essere fucilato nel maniero napitino. Alcuni mesi prima, infatti, era stata inviata la lettera sotto riprodotta al presidente della Pro-Loco Luigia Turino, e per conoscenza al precedente presidente Sergio Fragale, ai quali veniva avanzata la richiesta di restituzione del dipinto raffigurante il canonico Masdea, di cui è proprietario il Comune di Pizzo. “Dipinto raffigurante il ritratto del Canonico Masdea, opera di Francesco Basile, 1813. A seguito di informazioni assunte e di ricerche effettuate in questi anni dagli scriventi, abbiamo appreso che il quadro raffigurante il Canonico Masdea (olio su tela, cm. 93 x cm 67, opera dell’artista Francesco Basile, del 1813), prelevato dalle sale del Castello Murat nell’estate 2002, dal presidente pro-tempore della Pro-Loco di Pizzo, prof. Sergio Fragale, in occasione della riconsegna al Comune di Pizzo per fine rapporto di gestione del maniero da parte della stessa associazione, non sarebbe di proprietà del suddetto sodalizio come invece a suo tempo affermato, bensì costituisce un bene comunale. Ritenendo, che la sede naturale del dipinto raffigurante il Masdea sia il Castello Murat (nelle cui sale, oggi, purtroppo, è esposta solo una comune riproduzione), si chiede di conoscere quale sia l’attuale collocazione dell’opera in oggetto e se ne sollecita l’immediata restituzione in modo che la stessa possa essere riacquisita al patrimonio comunale e ricollocata, come merita, al Castello. La restituzione e l’esposizione del dipinto del Masdea al Castello, che dal 2003 è diventato “Museo Provinciale Murattiano”, va anche a beneficio dei numerosi turisti e visitatori presenti ogni giorno al Castello Murat e che in questi anni sono stati ingiustamente privati della visione di un’opera originale di indiscutibile valore storico, raffigurante uno dei personaggi che ha avuto un ruolo importante nell’intera vicenda murattiana. Si prega, pertanto di voler contattare urgentemente gli scriventi per concordare modalità e data di consegna dell’opera in oggetto. Certi della Sua sensibilità nell’accogliere la Nostra richiesta, l’occasione ci è gradita per ringraziarla anticipatamente e porgere Cordiali Saluti L’Assessore al Turismo (Carmine Cavallaro), Il Sindaco(Giorgio Francesco Falcone), L’Assessore alla Cultura (Ivano Tuselli)”. A tale richiesta, in data 13 luglio dello stesso anno, il presidente della Pro-Loco, che si ricorda detiene illegittimamente il quadro, rispose al sindaco Falcone che: “l’opera si trova nella sede della Pro-Loco ed è goduta assai visibilmente, essendo tale sede sempre aperta al pubblico” - manifestando comunque - “la disponibilità a prendere in considerazione la possibilità di eventuali prestiti temporanei in occasione di eventuali rilevanti mostre o eventuali rilevanti avvenimenti”. A tutt’oggi, nonostante sia stata da tempo esibita e consegnata alla Pro-Loco copia di un documento della Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie di Cosenza, nel quale si conferma la proprietà comunale del dipinto raffigurante il canonico Masdea e il Castello Murat come luogo di collocazione, l’associazione non ha ancora ritenuto riconsegnare il quadro. L’amministrazione comunale di centro sinistra, all’epoca, era intenzionata a rivalersi nelle sedi opportune per fare luce nella vicenda e riportare il quadro al Castello Murat, sua sede naturale, per essere giustamente ammirato dai circa 60.000 visitatori che vi arrivano ogni anno, quindi meglio di quanto possa avvenire nella sede dell’associazione, che non ha alcun diritto di possesso. A questo punto, essendo cambiata la gestione al comune di Pizzo, i cittadini si chiedono come intende procedere la nuova amministrazione di centro destra guidata dal sindaco Fernando Nicotra, tenuto conto del fatto che vice presidente della Pro-Loco è il fratello del consigliere regionale udiccino Francescantonio Stillitani, dello stesso partito, per cui la vicenda potrebbe concludersi pacificamente senza necessariamente che si origini un contenzioso improduttivo, inutile e controproducente.
Pizzo. La Villa Comunale tornerà ai suoi vecchi splendori – Lo afferma il sindaco Fernando Nicotra 17.2.2008PIZZO – Il sindaco Fernando Nicotra dopo il silenzio tenuto per molti mesi sulla questione della “Villa Comunale” a seguito dello sfratto subito dalla cooperativa sociale di Domenico Boragina, finalmente esce allo scoperto e, attraverso un suo comunicato stampa, dichiara che «Dopo aver eseguito un primo risanamento ambientale, la Villa Comunale presto sarà restituita alla fruibilità dei cittadini. Infatti, il Comune ha deciso di conferire l'incarico della sua custodia e gestione alle associazioni Arcipesca‑Fisa, Compagnia Teatrale Pizzitana, Marinai D'Italia, Associazione Bocciofili. La consegna della struttura alle associazioni - anticipa il sindaco - avverrà lunedì prossimo alle ore 12 nel corso di una cerimonia», alla quale parteciperà lo stesso primo cittadino, l’assessore all’ambiente e vicesindaco Holmo Marino, l’assessore alla manutenzione Saverio Militare, il consigliere delegato alla cura del verde Maria Giampà ed il delegato alla Villa Comunale Enrico Durante. La scelta di affidare la gestione della Villa ad alcune associazioni pizzitane - si legge nella nota - è stata adottata con un atto deliberativo della giunta comunale che fissa anche i criteri della gestione. L’incarico della custodia della struttura ha una durata di tre anni, che può essere rinnovata, ma può essere revoca dall'amministrazione comunale per qualsiasi motivo. La delibera fissa anche i criteri della gestione: l’interlocutore del Comune, in rappresentanza delle altre associazioni, sarà l’Arcipesca‑Fisa, che con le altre associazioni creerà un comitato. Alla gestione della Villa Comunale, oltre alle associazioni delegate, potranno partecipare tutte le Associazioni presenti sul territorio, al fine del raggiungimento del loro oggetto sociale nell'interesse della collettività, purché l'esercizio di tale attività non sia incompatibile o in conflitto con l'attività delle altre Associazioni. «L'Arcipesca‑Fisa assicurerà la custodia e la manutenzione della struttura anche in presenza e a seguito di manifestazioni pubbliche curate dall'amministrazione comunale. Sono a carico del Comune le spese riguardanti la fornitura d’acqua per l’irrigazione delle vasche e l’energia elettrica. Mentre le Associazioni dovranno farsi carico delle spese riguardanti la manutenzione ordinaria degli impianti e in generale alla cura dei viali, all’irrigazione, all’innaffiamento delle piante e delle aiuole. E inoltre alla pulizia e manutenzione dei locali, della potatura degli alberi e di quant'altro serve alla manutenzione. Inoltre, le Associazioni dovranno farsi carico di assicurare contro gli infortuni il personale che verrà impiegato nella manutenzione e gestione. Il mancato rispetto di questi obblighi costituirà motivo per procedere alla risoluzione del rapporto con gli affidatari». E per finire, alle Associazioni cui è affidata la gestione della Villa, nonché alle altre eventuali Associazioni che ne entreranno a far parte, verranno concessi in uso dei locali adibiti a punto ristoro per erogare alimenti e bevande agli iscritti. L'Amministrazione, per la parte di sua competenza, potrà in ogni momento senza preavviso e mediante ogni azione ritenuta idonea, controllare e verificare il buon andamento della gestione del servizio e l'ottemperanza di quanto previsto nella convenzione.
Rettifica urgente di Marino 17.2.2008 L’attuale assessore all’Ambiente Holmo Marino, in relazione all’articolo apparso nell’edizione di ieri, nel quale si sono riportate le pesanti accuse d’inadempienza mossegli dall’ex suo omonimo Raffaello Molè della passata giunta Falcone, secondo cui avrebbe bloccato gli interventi approntati da quella giunta, ci ha telefonato, sempre in modo cortese e garbato, per precisare che egli non è mai stato iscritto al Psi, e che tale notizia da noi diffusa apparirebbe come un’evidente menzogna. Ebbene, non crediamo che trattasi di “menzogna” come da lui sostenuto, sebbene con toni abbastanza contenuti, ma riteniamo che trattasi soltanto di scambio di persona e non stentiamo a prendere atto e precisare che il vicesindaco Marino non è mai stato iscritto al vecchio Psi. In effetti, l’iscritto è stato il fratello maggiore, che fu anche dirigente e più volte stimato e valido amministratore del Comune, insieme ai vari Mannacio, Musolino, Ieracitano, Parini, Borrello, Corallini, Anello, Isolabella, ecc. Ciò nonostante, e pur non volendo entrare nel merito della questione sollevata da Molè, per una maggiore chiarezza informativa ai cittadini che senz’altro hanno diritto di sapere e conoscere le “verità vere”, sarebbe opportuno che l’assessore Holmo Marino si esprimesse compiutamente su quanto manifestato in modo molto duro e circostanziato dal suo ex omonimo, e da noi riportato in quel servizio, magari, giustamente, confutando quanto asserito dal suo ex omonimo.
Pizzo. Di fronte al famoso castello intitolato al re Murat – Bagni pubblici, serve un servizio diurno per i turisti che giungono in estate 19.2.2008PIZZO – La passata amministrazione guidata dal sindaco Franco Falcone, su proposta dell’allora assessore al Turismo Carmine Cavallaro, trasformò un fatiscente e abbandonato locale situato proprio di fronte al famoso Castello Murat, lungo l’omonima via, per poi destinarlo a bagni pubblici, tenuto conto della richiesta impellente proveniente dai turisti, ma anche dagli stessi pizzitani. Quell’importante servizio si sarebbe dovuto aprire al più presto, ma poi subentrò l’attuale amministrazione guidata dal sindaco udiccino Fernando Nicotra, che abbandonò totalmente l’utile intuizione dell’assessore Cavallaro. Perché? Già molto prima e specificamente nell'aprile del 2002, Carmine Cavallaro, quale responsabile del movimento politico di “Alternativa”, più volte aveva sollevato il problema della mancanza di un servizio pubblico diurno in Città. Fin dal 1999, da quando cioè l’amministrazione Stillitani demolì il fatiscente servizio posto sotto allo “Spundùni”, la funzione pubblica per soddisfare i necessari bisogni fisiologici di cittadini residenti e dei forestieri è stata demandata ai bar e ristoranti che, rendendo disponibili per tutti gli utenti i locali igienici di propria pertinenza, sopperiscono così alla mancanza di un diurno comunale.
Pizzo. I blocchi estratti dalle cave servirono per costruire le mura greche di Hipponion - “Madonnèja”, studi fermi al 2001 - La zona potrebbe diventare un importante volano per il turismo 22.2.2008PIZZO – Giornata memorabile per la cultura pizzitana e vibonese quella di domenica 21 gennaio 2001, quando nel corso di un’apposita conferenza organizzata al “Valentianum” di Vibo Valentia dall’assessore provinciale alla Cultura Giuseppe Ceravolo, da “Archeoclub d’Italia” sezione “Marenostrum”, dalla Soprintendenza Archeologica della Calabria, per presentare la prima campagna di studio sulle antiche cave di Piedigrotta di Pizzo. Il presidente di “Archeoclub” di Vibo Valentia, Anna Murmura, fu la coordinatrice dei lavori. Dai vari interventi risultò che la prima idea e il primo incontro, partendo da alcune indagini sul porto di Hipponion, risalivano al 1998, con riferimento specifico alla cave riscontrate nelle spiagge "Madonnèja", "Cendufundàni", "Prangi", "Seggiòla", "Vaschi" e "Marina". Poi seguì, per come fu detto, il non facile lavoro di sistemazione del materiale grafico e fotografico raccolto. Allora, l’assessore Ceravolo così si espresse, alquanto compiaciuto: «La pubblica amministrazione non può lasciarsi sfuggire queste opportunità e ritengo che l’amministrazione provinciale debba apprendere e non può trascurare tutte quelle occasioni che le capitano per scoprire quello che c’è di bello e d’interessante nel territorio vibonese. Siamo in pochi ad operare, anche se nella provincia ci sono sulla carta quasi 150 associazioni culturali, che però non danno quello che dovrebbero. Pizzo deve avere un ruolo particolarmente importante e il Comune si deve dedicare molto di più alla cultura, altrimenti si va incontro ad un liberismo selvaggio, che non significa progresso culturale ma ben altro. Bisogna approfittare, riappropriandosi della memoria per ricercare le proprie radici. Le autorità locali dovrebbero dedicarsi con una progettazione seria e non con fatti episodici, avendo come punto di riferimento specialmente la “Madonnèja». Mentre, l’ispettore della soprintendenza archeologica della Calabria, Maria Teresa Iannelli, sottilineò che nella specifica occasione, la Provincia e la Sovrintendenza riuscirono a trovare una metodologia comune per operare in sinergia, aggiungendo: «La scoperta è stata originata facendo ricerche subacquee nel 1997 a Pizzo, quando ci siamo imbattuti in questa cava che presenta caratteristiche molto interessanti e che ha un fronte lungo 1500 metri. Ci sono tagli nella zona dello strapiombo e nel bagnasciuga. È importante capire di che secolo essa è, ed i nostri obiettivi sono poter stabilire se sott’acqua ci sono tracce estrattive, le modalità di trasporto della pietra, la rotta seguita dalle navi per sapere dove andavano. Le nostre sono tutte supposizioni e quindi possiamo solo dare risposte indicative, come ipotesi di lavoro, ma di sicuro in tutta la zona c’era un solo attracco alla “Seggiola” di Pizzo». Alquanto affascinanti furono le ipotesi formulate: piccole barche o chiatte (quindi, imbarcazioni di piccolo cabotaggio) caricavano i grossi blocchi di tufo che poi scaricavano al largo sulle grandi navi. Per quanto riguarda la rotta seguita, nulla di certo, ma dalle ricerche subacquee effettuate si riscontrò una concentrazione massiccia di blocchi proprio davanti alla “Seggiola”, che evidentemente cadevano a mare durante il trasbordo dalle chiatte. Inoltre, è stato pure ipotizzato che potrebbe essere stato il porto di Hipponion la meta da raggiungere, nella zona di Trainiti, dove si scoprì l’esistenza di un braccio d’attracco per le navi, presumibilmente risalente al periodo romano o greco. La dottoressa Iannelli, in più, lanciò l’idea che: «I blocchi, forse, erano utilizzati per le mura greche e per i tanti edifici di Vibo e di Pizzo, portati a Vibo attraverso due strade perfettamente individuate di circa quattro km. Dal punto di vista cronologico ancora non sappiamo niente, ma la cava non ci dice nulla se non la colleghiamo con il territorio». Erano presenti anche Orlando Pandolci, responsabile nazionale di “Archeoclub d’Italia”, famoso per le sue costanti ricerche e ritrovamenti archeologici marini in tutto il mondo; Stefano Mariottini, presidente dell’associazione “Kodros”, noto per il ritrovamento dei famosi Bronzi di Riace; Umberto Romano, geologo e socio di “Archeoclub” di Vibo Valentia, nella sua qualità di curatore dello studio geologico delle cave di Piedigrotta. Orlando Pandolfi: descrivendo la cava di Pizzo affermò che il fronte era molto esteso, alzandosi dal mare per una ventina di metri ed estendendosi per una lunghezza che supera i 1500 metri, da cui si estraevano blocchi molto pesanti che misuravano anche metri 2 x 2. Egli si dichiarò convinto che sul luogo c’era sicuramente un’industria molto fiorente e di grosse dimensioni, con diverse centinaia di persone, che operava in una situazione politica e sociale stabile. In essa c’erano cordai, carpentieri, scalpellini e forgiai per gli utensili che si consumavano dopo pochi giorni. Questa attività, secondo Pandolfi, era destinata a rifornire di blocchi la costruzione di un’opera di grandi dimensioni, probabilmente le mura greche di Vibo Valentia, altrimenti non si spiegherebbe l’esistenza. Stefano Mariottini: mostrò, con diapositive e filmati, il lavoro d’indagine subacquee condotto nel tratto di mare antistante il fronte della cava. Umberto Romano: illustrò, aiutandosi con alcune diapositive, la morfologia del territorio e la natura dei blocchi. Gli studi, si disse allora, avrebbero dovuto proseguire, ma a tutt’oggi nulla si conosce circa il loro proseguimento, pertanto sarebbe oltremodo interessante conoscere che fine hanno fatto e se, da allora, ci sono stati altri ritrovamenti e se le verifiche successive abbiano dato certezza alle supposizioni di allora. I vantaggi? Innanzitutto bisognerebbe trasformare il prodotto scientifico in prodotto turistico, portare la gente sott’acqua, con percorsi anche a terra, imbastire gite organizzate, e alzare il tiro è compito del Comune, della Provincia, della Regione, della Sovrintendenza, lanciando l’idea e farla conoscere a livello europeo, puntando su una grande scommessa internazionale, incominciando col dare fondo alle risorse di fantasia per costruire dei pacchetti turistici marini e montani.
Pizzo. L’Anfiteatro alla "Seggiola" - Un grande progetto abortito sul nascere 23.2.2008PIZZO - Si era agli inizi del mese di marzo 2000 e l’allora sindaco di Pizzo Francescantonio Stillitani, ora consigliere regionale udiccino e consigliere comunale, diffuse la notizia, attraverso un comunicato stampa, dell’esistenza di uno specifico progetto comunale per la realizzazione di un anfiteatro alla "Seggiòla", per ospitare manifestazioni di pubblico intrattenimento, inserito nel piano triennale delle opere pubbliche e nel bilancio triennale. Lo studio relativo, allora, fu sponsorizzato e proposto dal consigliere Raffaele Leone in occasione di una riunione dei consiglieri della maggioranza. Progettista era l'ingegner Alfredo Santini, secondo il quale l'opera avrebbe ospitato all'incirca 1000 spettatori, con una serie di gradoni alti 40 centimetri e larghi 80, dove collocare le poltroncine rimovibili e con la costruzione di un corridoio di transito, oltre ad un posteggio da realizzarsi alla fine della rampa già esistente collegato al lungomare. Tanta acqua, nel frattempo è passata, vari avvicendamenti si sono succeduti nella gestione della cosa pubblica pizzitana, fino ad arrivare all’attuale amministrazione che ha visto quale principale artefice proprio l’allora sindaco Stillitani, ma di quell’anfiteatro non si seppe più nulla, rivelandosi soltanto un vero e proprio specchio per le allodole. La notizia a quel tempo, per la verità, suscitò, diciamo giustamente per come sono andate poi le vicende, tanto scetticismo in alcuni ambienti cittadini: «Non è la prima volta - si disse tra l’altro - che Stillitani propone dei progetti che appaiono davvero difficili da realizzare». In effetti, da subito al progetto dell’Anfiteatro fu attribuito un valore meramente propagandistico, tenuto conto anche del fatto che altri progetti, pure annunciati, non sono stati mai realizzati, come la pista ciclabile, il museo per arredi sacri, i tre ascensori, il palazzetto dello sport, la rivalutazione del centro storico, il casinò e, più recentemente, l’eliporto.
Pizzo. Viabilità - Le proposte del Club "Alternativa" 24.2.2008PIZZO – Il gruppo politico di “Alternativa”, che ha avuto quale suo valido e attivo responsabile l’ex assessore al Turismo Carmine Cavallaro, diversi anni addietro avanzò la felice proposta, derivante da uno studio approfondito del territorio da parte d’alcuni tecnici di quel gruppo politico, che prevedeva la costruzione di una bretella di collegamento per le zone a monte della Via Nazionale, sia per ragioni di sicurezza sia per snellire il traffico sull’arteria principale di Pizzo, già causa di diverse morti. Lo studio prevedeva l’ampliamento della stradina già esistente, oltre che il suo consolidamento per renderla percorribile in entrambi i sensi di marcia, tramite la realizzazione di una striscia pedonale, quale strada urbana parallela e alternativa, che avrebbe potuto decongestionare il traffico caotico della Via Nazionale, collegando tutte le abitazioni sorte sul terreno utilizzato con la legge 167 e contribuendo a riqualificare gli spazi degradati presenti in tutto il percorso.
Marzo 2008 Pizzo. Mai partito il Piano di riqualificazione urbana approvato dalla giunta Falcone - Un progetto messo nel cassetto - Le responsabilità dell’amministrazione a guida Nicotra 1.3.2008PIZZO – Alla fine del mese di giugno del 2003 la vecchia giunta di Franco Falcone approvò, con le aspre critiche della minoranza consiliare, il Pru (Piano di riqualificazione urbana), interessante le località Pietà, Trentacapilli, Mazzotta e Sant'Antonio), per un importo davvero straordinario per Pizzo e pari a circa nove miliardi delle vecchie lire. Di particolare rilevanza sociale risultò la delibera per la costruzione di un centro d'assistenza a favore dei disabili, su un vecchio progetto lasciato a dormire per anni e che sarebbe dovuto sorgere su un terreno di proprietà dell'Asl 8 in località "Bevivino". Va ricordato, per dovere di chiarezza, che il Pru, a suo tempo, era stato approvato dall’amministrazione Stillitani, su progetto del tecnico di fiducia Architetto Franco Righini, il quale, in consiglio comunale, spiegò come che furono osservati i principi dello Stato e recepiti dalla Regione Calabria. Pertanto, tutti i peccati d’origine del Pru, se ce ne sono, sono imputabili alla vecchia amministrazione di centrodestra di Stillitani, poiché ricevuto così come è da Falcone e compagni, che avrebbero potuto soltanto approvarlo o bocciarlo, perché la legge, si disse, non consente di fare solo le opere pubbliche e togliere le lottizzazioni dei privati. Quel progetto, oggi, è fermo per decisione della nuova giunta guidata dal sindaco Fernando Nicotra e dal consigliere regionale udiccino Francescantonio Stillitani. Successivamente, nel corso del 2007, ci fu, sempre su questo giornale, lo sviluppo di una nostra personale inchiesta sul Pru, grazie alle informazioni fornite dall’architetto Francesco Righini e dall’ex segretario generale dottor Domenico Libero Scuglia, riguardante la sua fase conclusiva dell’insediamento P.E.E.P. di località Mazzotta-Pietà-S. Antonio, strumento ritenuto innovativo e capace di incidere positivamente sul processo di trasformazione e completamento del quartiere, costituito da edilizia residenziale di tipo pubblica, in sinergia tra risorse finanziarie pubbliche e private. Gli scopi e le formulazioni del Pru Scopo principale del Pru era di ricucire il tessuto urbanistico della periferia offrendo servizi, infrastrutture, attrezzature per rendere fruibili le aree a verde. L’insediamento fu pianificato per 3.603 abitanti, ovvero circa il 40 per cento dei residenti totali nel Comune, per affrontare e risolvere: il riequilibrio del peso insediativo, mediante la ridefinizione dei lotti del P.E.E.P ancora non assegnati e la localizzazione d’ulteriori nuovi lotti da destinare a edilizia residenziale e ad attività complementari alla residenza; i notevoli problemi d’accessibilità e di fruizione del P.E.E.P., mediante la definizione di una rete viaria razionale, rapportata all’effettivo stato di fatto e alle dinamiche insediative anche all’esterno dell’insediamento, in una logica d’integrazione e di connessione con il rimanente tessuto urbano e territoriale; la dotazione di un insieme di aree destinate ai servizi e agli standards urbanistici, in grado innanzitutto di soddisfare il fabbisogno pro capite degli abitanti già insediati e di quelli insediabili previsti dal P.R.U., ma in grado di riqualificare tutto l’intorno ambientale dell’insediamento, stimolando anche l’integrazione sociale; per la realizzazione di nuova edificazione, furono previsti undici lotti definiti dal P.R.U., per complessivi mq. 22.490, sui quali, fissando l’indice fondiario pari a 3,18 mc/mq (che è stato ricavato dalla media degli indici fondiari indicati dal P. di F. per le tre Z.T.O. di classe “C” costituenti il P.E.E.P.), si sarebbero potuti realizzare 62.328 mc. Capacità volumetrica che avrebbe permesso, con una dotazione pro capite di 100 mc/ab, l’insediamento di 623 nuovi abitanti che, sommati ai 2.980 effettivamente insediabili nella volumetria del P.E.E.P., dovevano portare a un totale di 3.603 abitanti, inferiore alla capacità complessiva prevista dal P.E.E.P., già fissata in 3.724 abitanti. I tempi Tutti i programmi avrebbero dovuto concludersi entro due anni, cioè entro il 2009, con la collaborazione progettuale e finanziaria tra pubblico e privato. Le opere previste Strade, piazze, centro sociale, impianti sportivi, opere d’urbanizzazione primaria, rifacimento di fogne e raccolta delle acque meteoriche, ma anche nuove costruzioni residenziali, tutto questo e altro quanto previsto nel Pru fermato da Nicotra. Prevista anche la costruzione di un centro sociale Il sistema di aree destinate agli standards urbanistici, fu definito prevedendo 72.092 mq. di aree a servizi per assicurare una dotazione pro-capite di oltre 20 mq/abitante, così articolata: verde pubblico attrezzato per il gioco e lo sport, di mq. 10.800, che permette di realizzare 4 campi da tennis, 2 di calcetto e un campo polifunzionale, completati da un edificio di circa mq. 250 di superficie coperta destinato ai servizi complementari; verde pubblico attrezzato, per una superficie complessiva di mq. 43.261, distribuito in modo omogeneo nel perimetro d’intervento, con superfici adeguatamente estese per creare aree a parco di settore urbano, di cui è prevista la piantumazione con essenze autoctone e il completo arredo, mentre altre aree interstiziali a verde, fungono da zone-filtro tra gli edifici esistenti e tra questi e gli assi stradali; attrezzature d’interesse comune, per complessivi mq 8.957 distinti in due comparti, che permetteranno la realizzazione di un centro sociale di circa 550 mq. di superficie coperta, articolato su due elevazioni f. t., e di una chiesa avente una superficie coperta di circa mq. 1.100; superfici destinate a parcheggi, per complessivi mq. 9.074, distribuiti in modo da assicurare la piena funzionalità ed evitare spiacevoli interferenze prodotte dalle molteplici forme d’inquinamento acustico e visivo. Le cifre La previsione di spesa per l’attuazione del P.R.U. era di 5.909.196 euro, circa 9 miliardi di vecchie lire. Per integrare l’investimento pubblico con risorse aggiuntive di soggetti privati, l’amministrazione comunale approvò e pubblicò un apposito bando pubblico, con un vantaggio economico pubblico, risultante da tale compartecipazione a carico dei soggetti privati, pari a euro 1.261.084, cioè il 25,86 per cento dell’importo complessivo occorrente per attuare gli interventi pubblici previsti, l’intero investimento per i soggetti privati era di euro 22.800.000 (44 miliardi di vecchie lire), mentre 140 alloggi hanno già usufruito del contributo per l’acquisto della prima casa pari a 3.780.000 euro (oltre 7 miliardi di vecchie lire).
Pizzo. La sua realizzazione annunciata dall’assessore provinciale Vallone - Che fine ha fatto il “Centro Culturale”? - Dieci anni di promesse non mantenute. 3.2008PIZZO – Quasi dieci anni sono trascorsi da quando l’assessore provinciale al Turismo Lidio Vallone annunciò che a Pizzo si sarebbe aperto un “Centro Culturale”, ovviamente tra la soddisfazione dell’ambiente culturale locale. L’annuncio fu fatto a seguito di una riunione tenutasi nel mese di ottobre 1999 presso i locali del Comune tra lo stesso assessore Vallone e l’allora sindaco Francescantonio Stillitani. Lo scopo pomposamente dichiarato fu quello di dare uno stimolo al binomio turismo-beni culturali, per rilanciare la Città «nei circuiti turistico-culturali italiani ed europei». Si evidenziò, allora, che i due amministratori erano d’accordo sulla necessità di potenziare le strutture ricettive di Pizzo, al fine di fare aumentare l'afflusso turistico con evidenti benefici economici per tutti: «Non è stata la solita riunione - si affermò nel comunicato diramato congiuntamente dai due amministratori - in quanto la presenza del direttore generale del comune di Pizzo, Ulderico Petrolo, e di Giuseppe Malvaso, per l'assessorato provinciale al turismo, ha fatto sì che si producesse un primo atto concreto di collaborazione fra i due enti». Alla riunione erano presenti anche gli ex consiglieri provinciale Feroleto e Del Vecchio. In effetti, si sperava fiduciosi che dopo non molto tempo l'amministrazione provinciale, guidata sempre dal presidente Ottavio Bruni, tramite l'impegno formale assunto dall'assessore Vallone, creasse davvero, con sede provvisoria nei locali del vecchio "Palazzo San Giorgio", un centro di promozione turistica e culturale. Finanche si era pure individuata la sede definitiva che sarebbe stata ubicata nei locali del castello "Murat", da gestirsi da tutte le associazioni presenti sul territorio napitino. Inoltre, l'assessore Lidio Vallone ebbe a ribadire la volontà sua e del presidente della provincia Ottavio Bruni a rafforzare la presenza dell'amministrazione provinciale nella città di Pizzo, con l’intento, nientedimeno, che il centro culturale dovesse essere il «primo passo verso un territorio importante e strategico per tutta l'economia provinciale». Anche questo progetto, dopo dieci anni di false illusioni per i pizzitani, si è rivelato come l’ennesima promessa non mantenuta.
Pizzo. Un’opera che avrebbe portato sicuri vantaggi economici, occupazionali e d’immagine alla città - Porto turistico, solo un sogno – Nel 199 la Regione aveva approvato gli studi di fattibilità 5.3.2008PIZZO – Nel mese di marzo 1999, dopo una lettera che il consigliere regionale Antonio Borrello indirizzò al sindaco di allora Francescantonio Stillitani e ai cinque consiglieri comunali appartenenti al raggruppamento di centrosinistra (Durante, Falcone, Federico, Iannuzzo, Stingi), si apprese che la giunta regionale aveva deliberato l'approvazione del programma concernente gli studi di fattibilità per un porto turistico da far sorgere a Pizzo, cui alla delibera Cipe del luglio 1998. In quel programma fu inserito in graduatoria pure lo studio di fattibilità per la realizzazione del porto, secondo le priorità individuate nell'ambito del piano regionale dei trasporti. Questo, da Borrello, fu giudicato come l'inizio significativo di un percorso da cui poteva prendere avvio concretamente una fase che avrebbe dovuto portare al successivo finanziamento dell'importante infrastruttura «in un quadro di certezze che realizzino il coronamento di un'attesa che, purtroppo, nel passato è stata vanificata da singolari contingenze legate, com'è noto, a momenti particolari della vita amministrativa della Città che non hanno favorito il pieno utilizzo di ingenti risorse già disponibili». Borrello si riferiva ai 30 miliardi che dovevano essere inseriti nel piano triennale della legge sugli interventi straordinari nel Mezzogiorno, la 64/86, che privilegiava le iniziative di largo respiro in grado di determinare un notevole salto di qualità. Il porto turistico di Pizzo, già nel lontano giugno del 1988, sembrava davvero che dovesse essere una realtà, sotto la direzione dell'allora sindaco Antonio Borrello, la cui realizzazione è agognata da sempre dai pizzitani, ma che è rimasto soltanto un bel sogno. Allora fu coinvolta la "Italtekna", una società appartenente al gruppo delle partecipazioni statali Iri-Italstat, interessata a curare la progettazione e l'esecuzione di rilevanti opere per conto di enti pubblici, ovviamente avvalendosi di finanziamenti statali e comunitari. La stessa società, per proprio conto, aveva approntato uno studio approfondito sulla rivalutazione e riqualificazione delle tonnare di Calabria e di Sicilia inquadrandole in un'ottica di sviluppo qualificato in aree di grande attrazione turistica, indirizzato alla creazione di itinerari culturali tra di loro integrati al fine di valorizzare al turismo tutte le possibilità di carattere socio-economico e funzionale. Gli interventi, nelle intenzioni dell'allora sindaco Borrello, avrebbero dovuto riguardare la tonnara della "Seggiola" e quella della "Marina", per un totale di 140 posti barca, che avrebbero dovuto originare varie attività tra di loro integrate, come quelle turistico-alberghiero, artigianale, commerciale, rimessaggio e cantieristica, per creare nuove e consistenti opportunità di lavoro con conseguente stimolo dell’imprenditoria locale. I tempi previsti, allora, erano di circa un anno, quanto impiegato, tra richiesta e finanziamento, per un'analoga iniziativa dell’Italtekna a Capo Granicola, in Sicilia. Poi non se ne fece più nulla. Perché i protagonisti di allora, in primis l’attuale vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria, Antonio Borrello, che conosce in modo approfondito quei fatti e quelle vicende che, purtroppo, non hanno portato a nulla di concreto, non riprendono quel progetto?
Pizzo. Le indicazioni del movimento politico “Alternativa” mai prese in considerazione – Villa Papalla, un progetto da rivisitare 5.3.2008PIZZO – Il movimento politico "Alternativa", dopo il collaudo avvenuto nella primavera del 2002, nei giorni precedenti le elezioni comunali del 1997, di quella che unanimemente fu definita “Villa Papalla”, realizzata sull'area ex Ferrovie della Calabria in Via Nazionale, definì l’opera, costata ben 400 milioni di vecchie lire, un monumento all'inutilità, nella convinzione che, al contrario, colà si sarebbe potuto costruire un grande parco pubblico. In effetti, l’amministrazione comunale retta dall’ex sindaco Francescantonio Stillitani, su quel piazzale rimasto abbandonato per diversi ani, investì la non indifferente somma di circa 400 milioni, opera che per “Alternativa” ha soltanto arrecato gravissimi danni a tutta la comunità napitina, sia per lo sperpero di denaro pubblico, sia per aver privato la Città di un’area che si sarebbe potuto sfruttare in modo più intelligente. Quella piazza, fortemente voluta dall’ex sindaco Stillitani, a tutt’oggi appare soltanto come un monumento all’inutilità, la cui vera funzione non è stata ancora compresa dai cittadini, mentre, a causa della mancanza di un’adeguata recinzione, costituisce un serio pericolo per l’incolumità di quei pochi bambini che ogni tanto la frequentano. Quale fu, invece l’idea di Carmine Cavallaro, segretario del gruppo di “Alternativa” fin dal 1994? In sostanza fu proposta in consiglio comunale la realizzazione di un “Parco Pubblico”, con alberi e piante mediterranee, panchine ed un’adeguata illuminazione e recinzione, servizi che avrebbero reso più vivibile l’intera area, mentre una parte si sarebbe potuta riservare per attività ricreative e per il tempo libero, come giochi per bambini, campi di bocce, di minigolf, due campetti polivalenti per calcetto, pallavolo e pallacanestro, pista di pattinaggio, e parcheggio per le autovetture. Inoltre, sempre per Cavallaro, sarebbe stato utile realizzare al suo interno un percorso d’allenamento, strutturato con una serie di cartelli indicatori degli esercizi ginnastici da eseguire in ordine di crescente difficoltà ed impegno fisico, similmente ad una palestra all’aperto. Percorso che avrebbe potuto rappresentare per tutti i cittadini una concreta opportunità di potersi muovere liberamente all’aria aperta ed in mezzo al verde, praticando attività motorie semplici e varie, in ambiente naturale e utilissime al mantenimento di una salutare condizione fisica. Il sogno di Cavallaro non fu realizzato, neanche, però, allorquando egli stesso fu assessore nella giunta dell’ex sindaco Franco Falcone, ma oggi, l’amministrazione di Fernando Nicotra, se lo volesse, potrebbe riprendere quel progetto, attualizzandolo e portandolo a compimento, per recuperare e salvare quell’area, ripristinando le condizioni originarie attraverso interventi di riempimento con terra per realizzarvi l’idea del “Parco pubblico”, così riparando la scelta sbagliata del suo predecessore Stillitani.
Pizzo. Secondo il consigliere comunale l’atto emanato dalla giunta comunale è illegittimo - «Al Comune continuano le epurazioni» - Federico contesta la “destituzione” del comandante dei vigili 8.3.2008PIZZO – Nei giorni scorsi, sempre dalle pagine di questo giornale, è stato pubblicato un servizio che riportava un comunicato ufficiale del sindaco Fernando Nicotra, con il quale si è tentato di ammantare la defenestrazione del Comandante dei Vigili Urbani, Enrico Caria, come una promozione. Ovviamente, tale non è stata, bensì l’azione va compresa come uno degli ultimi atti di epurazione che l’attuale amministrazione sta esercitando da quando si è insediata, portati a termine o soltanto tentati. Ricordiamo ai nostri lettori, l’eliminazione della targa “Pizzo per Pace” apposta a fianco del portone d’ingresso del Municipio avvenuta nello stesso giorno dell’insediamento fra schiamazzi, applausi e botti. Cui sono eseguiti lo spostamento ad altro settore del dirigente ingegnere Jarmila Blahova, la defenestrazione dei dirigenti della cooperativa sociale che aveva la gestione della Villa Comunale, la persecuzione subita dal centro anziani “San Francesco di Paola” ubicato alla “Marina”, il blocco operato nei confronti del Pru con annessi e connessi, il cambio di destinazione del finanziamento recuperato dall’ex assessore Raffaello Molè riguardante la bonifica della pericolosa discarica dell’Angitola che ammorba tutta l’aria circostanza e lo stesso centro napitino con probabili gravi conseguenze di carattere sanitario (non è provato, ma a Pizzo da alcuni anni si sta verificando un esagerato numero di cittadini colpiti da tumore e leucemie), la sistemazione del lungomare Marina-Seggiòla mai decollata, la ristrutturazione della scuola elementare di San Sebastiano i cui lavori sono stati ripresi soltanto da poco mentre a novembre 2007 dovevano essere già finiti. Ebbene la conferma che trattasi di epurazione la dà l’ex vicesindaco Giusy Federico, che così scrive: «In merito al contenuto della nota ufficiale relativa “all’affaire” Caria, il sindaco Nicotra continua a dimostrare di avere in scarsa considerazione l’intelligenza dei suoi amministrati. Forse, per tentare di rabbonire il Caria, fa passare la sua “destituzione” per una promozione. Che di ciò non si tratta, lo dimostra che lo stesso aveva già la “titolarità della direzione dell’Ufficio Commercio” oltre a quella del Comando dei Vigili Urbani. Proprio per quest’ultima aveva vinto regolare concorso nella seconda amministrazione Stillitani. Quello che irrita di più è l’elogio di Nicotra al Caria, quando è nota l’opinione che tutti hanno del settore dei Vigili Urbani, opinione che Nicotra, evidentemente, ha condiviso, tanto da “far fuori” il Caria individuandolo, inequivocabilmente, come la causa del malcontento. Vi è da dire, per onestà intellettuale, che le problematiche riguardanti il settore vi erano anche durante l’amministrazione Falcone, ma, all’epoca, il Caria imputava le inefficienze alle scelte politiche di quegli amministratori che poi, ahimè, lo avrebbero mantenuto per quattro anni alla dirigenza dell’ufficio, della qual cosa non mi prendo alcun merito. Pertanto - prosegue Federico - è risultato molto strano che, pur cambiando “l’indirizzo politico”, le inefficienze rimanessero le stesse se non addirittura peggiorate, tanto che più volte la stampa locale, soprattutto negli ultimi tempi, riportava le lamentele dei cittadini che addirittura chiedevano lo scioglimento del corpo dei vigili, e forse l’indirizzo politico non c’entrava gran che». Per quanto detto, l’ex amministratore evidenzia che dovrebbe plaudire per la scelta fatta dall’amministrazione Nicotra, ma questo non può farlo poiché, a suo modo di vedere, il rimedio è peggiore del male: «Infatti - si legge ancora - è stato nominato dirigente, al posto di Caria, il Direttore Generale dottor Giuseppe Corrado, ottima persona, di notevoli capacità, ma di sicuro non idoneo a svolgere il compito assegnatogli». La Federico, inoltre, solleva anche un problema di legittimità dell’atto messo in pratica, sia perché Pizzo, seconda città della Provincia e città turistica, ha bisogno di un comandante capace che sia presente costantemente sul territorio per svolgere tutti i compiti ad esso demandati, compresi quelli individuati dalla prefettura per il “Comitato sulla legalità”, sia perché bisognerebbe sapere come l’ha presa Caria: «Non dovrebbe averla presa molto bene - è la conclusione - visto che il sindaco ha dichiarato trattarsi di una “promozione”, però così non sembra, dato che sta dimostrando un attaccamento alla divisa, fuori dal normale, nel senso stretto del termine, poiché è stato visto all’ufficio commercio, dove è stato trasferito, con indosso la stessa. I comportamenti a volte dicono molto più delle parole. Con quella dichiarazione di promozione, infatti, Nicotra offende anche l’intelligenza del Caria che sa bene quali potrebbero essere in futuro le conseguenze dell’abbandono del settore per il quale ha vinto un regolare concorso. Com’è dura cadere sotto il fuoco amico!».
Pizzo. Un ripetitore della Tim realizzato circa 10 anni fa in pieno centro abitato – Un’antenna pericolosa – Cresce la preoccupazione degli abitanti del quartiere 9.3.2008PIZZO – Alle possibili cause di nocumento alla salute pubblica delle antenne costruite anche all’interno dei centri storici delle città ancora non è stata data una risposta esauriente e definitiva, per cui, giustamente i cittadini che risiedono nelle immediate vicinanze, ma non solo, continuano a dimostrarsi insofferenti e recalcitranti riguardo alla loro permanenza. Anche perché il fatto potrebbe essere causa, benché scientificamente non dimostrato o non dimostrabile, dell’insorgere di tumori e di altre malattie gravi. Lo stesso dicasi della presenza di discariche dismesse ma mai bonificate. Altro gravissima situazione è rappresentata dall’insistenza diffusa dell’amianto sui tetti delle case. I tre problemi, purtroppo, sono presenti anche a Pizzo da diversi decenni, senza che mai nessuno, a cominciare dalle varie amministrazioni comunali succedutesi nel tempo, a cominciare ovviamente di quell’attuale retta dal sindaco Fernando Nicotra. Nel marzo 1999 numerosi abitanti di Pizzo, residenti in Via Nazionale e nelle arterie convergenti, scrissero alla Tim per far demolire l’antenna ubicata all’interno di alcuni palazzi, quindi a pochissima distanza da finestre e balconi. Questo perché preoccupati per la possibile incidenza delle trasmissioni di onde elettromagnetiche, segnatamente per quelle ad alta frequenza captate da telefonini Gsm, che potrebbero (ma non ci risulta sia stato accertato) produrre alterazioni superficiali con danneggiamenti all'apparato uditivo, epitelico, gastrico ed epatico, o, effetti ancor più gravi, con modificazioni di carattere genetico. La denuncia, allora, fu inoltrata, oltre che alla Tim, anche al Ministero della sanità, al Ministero per l'ambiente, al presidente della giunta regionale della Calabria e all'Asl n.8 di Vibo Valentia. Ovviamente, senza mai aver avuto un riscontro, qualunque esso fosse. Con essa si evidenziò che la Telecom aveva innalzato un’antenna-ripetitore con funzione di trasmissione delle onde radio per telefoni cellulari, distante dai luoghi di abitazione e lavoro poche decine di metri, che a tutt’oggi vengono investiti direttamente essendo maggiormente concentrato il campo elettromagnetico. I cittadini, oltremodo allarmati, ma ugualmente fermamente decisi a venire a capo della situazione, si fecero assistere legalmente dall'avvocato Domenico Sorace con studio a Vibo Valentia, e ciò per essere sicuri di raggiungere il loro primario obiettivo che, appunto, consiste nella rimozione dell'antenna Tim, che tanto li preoccupava e li preoccupa. «Le onde elettromagnetiche, oltre che energia - scrisse l'avvocato Sorace per conto degli interessati - portano anche quantità di moto, quindi esercitano una pressione unidirezionale, detta pressione di radiazione, sulla superficie dei corpi sui quali incidono. Il primo e più generalizzato effetto è quello dell'innalzamento della temperatura del corpo irradiato che è in diretto rapporto con l'intensità del campo, con la natura del materiale irradiato e con il tipo di radiazioni: i materiali biologici sono i più sensibili e l'effetto può variare da semplici alterazioni superficiali ad alterazioni patologiche». In quella denuncia, dopo aver ammesso tuttavia che lo stato degli studi non è tale da esporre con certezza scientifica esiti patologici, si evidenziò pure che «L’esigenza della salute umana costituisce una priorità rispetto al contrario interesse all'esercizio dell'attività economica. Ci si limita a notare che l'art. 41 della Costituzione impone che l'iniziativa economica, pur dichiarata libera, non può svolgersi in contrasto all’utilità sociale e in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana». Quindi, oltre a chiedere l'immediata rimozione dell’antenna elevata dalla Tim, s’invitava l’allora sindaco Francescantonio Stillitani di fornire i documenti sulla cui base era stata rilasciata la concessione edificatoria, ai sensi della legge 241/90, nonché la stessa concessione e, comunque, di eseguire i più opportuni accertamenti finalizzati alla rimozione cautelare del sito. Il Ministero dell'ambiente e la regione Calabria, invece, furono invitati a ordinare un’immediata «ispezione, al fine di verificare se il posizionamento dell’antenna in pieno centro abitato, al centro di un’intensa costellazione di siti abitativi, sia stato legittimamente autorizzato e se esso possa ritenersi compatibile con la situazione dei luoghi e la densità abitativa che li caratterizza». A seguito della denuncia dell’avvocato Sorace, il sindaco Stillitani, condividendo i rilievi mossi in rapporto ai potenziali danni alla salute pubblica e la vicinanza del ripetitore ai siti abitativi e produttivi, in ottemperanza al decreto n. 381 del 10.9.98, emanato dal Ministro per l'ambiente, d'intesa con quelli della sanità e delle comunicazioni, emise, così fu detto, un'ordinanza nei confronti della Tim Spa con l'intimazione di rimuovere quell’antenna, assegnando un termine di 90 giorni a decorrere dal 29 marzo 1999. In alternativa si chiese, sempre nei 90 giorni, la sospensione del funzionamento. L’antenna, nonostante quell’ordinanza che ovviamente non ha avuto il necessario seguito, è ancora lì. A maggio dello stesso anno 1999, ci fu pure una dura posizione del dirigente comunista Ubaldo Cavallaro, il quale fece notare che fu proprio il sindaco Stillitani ad autorizzare l’installazione dell'antenna. All'epoca, gli interessati plaudirono per la tempestività con cui Stillitani si mosse, cui subito dopo, trascorsi diversi mesi senza che quell’ordinanza abbia avuto un seguito concreto, chiamando in causa direttamente le responsabilità dell’allora primo cittadino, che aveva rilasciato l’autorizzazione all’installazione senza fare eseguire i necessari accertamenti. Altra simile antenna si trova alla frazione “Marina”, anche questa in pieno centro abitato e a due passi dall’Asilo Marcello Salomone. Oggi Stillitani è ritornare a gestire la Città, anche se per interposta persona, per cui, volendo, potrebbe rimediare a quella “dimenticanza”, emettendo nuova ordinanza ma, questa volta, facendola eseguire nei termini di legge.
Pizzo. Interrogazioni al sindaco Nicotra dal capogruppo d’opposizione De Iorgi – Villa Comunale, è polemica – Chiesti chiarimenti sul cambiamento di gestione 15.3.2008PIZZO – Un mese fa, il sindaco Fernando Nicotra è uscito con un suo comunicato ufficiale col quale si compiaceva del fatto che la Villa Comunale, chiusa dopo lo sfratto operato nei confronti del vecchio gestore Domenico Boragina, al più presto sarebbe stata restituita alla fruibilità dei cittadini, avendo conferito l’incarico della sua custodia e gestione alle associazioni Arcipesca‑Fisa, Compagnia Teatrale Pizzitana, Marinai D'Italia, Associazione Bocciofili. Con lo stesso atto deliberativo della giunta comunale, si precisava, erano fissati pure i criteri della gestione per la durata di tre anni. Al riguardo, il consigliere comunale di opposizione Giovambattista De Iorgi, già candidato sindaco con la lista perdente “Uniti per Pizzo”, avendo riscontrato scarsa chiarezza nella procedura, ha trasmesso un’apposita interrogazione al sindaco in relazione alla delibera numero 7 del 28 gennaio scorso, con la quale, appunto, si procedeva all’affidamento della gestione della Villa Comunale. Specificamente, De Iorgi chiede: copia della convenzione e degli altri eventuali atti che regolano i rapporti tra Comune e singole Associazioni e tra le Associazioni stesse; copia dell'atto costitutivo e dello statuto di ogni Associazione; copia del contratto di assicurazione con il quale le Associazioni coprono rischio d’incendio e responsabilità civile connesso alla gestione della Villa; se siano state rimosse le cause a suo tempo lamentate dal Comune (mancanza d'igiene e stato di degrado) che hanno generato il divieto di accesso alla Villa Comunale da parte dei cittadini; se sia stata revocata, prima della consegna alle Associazioni, l'ordinanza numero 25 del 3 agosto 2007, con la quale s’interdiceva l’accesso alla Villa Comunale; in quale modo si pone quest’affidamento in relazione al giudizio avanti il Tar della Calabria tra la cooperativa "Progetto Nuovo" e il comune di Pizzo, e alla mancata consegna al Comune delle chiavi della Villa da parte del precedente gestore. Un’altra interrogazione, sempre del consigliere De Iorgi, riguarda i rapporti Comune-Cooperativa Esperanza, dopo aver premesso che nello scorso mese di dicembre 2007 aveva presentato altra interrogazione avente a oggetto i rapporti intercorrenti tra i due soggetti alla quale l'amministrazione comunale non ha ancora dato alcuna risposta, quindi lamentando che l'eventuale comportamento omissivo avrebbe potuto generare un contenzioso il cui esito avrebbe potuto arrecare grave danno economico per le casse comunali. Per cui, a integrazione di quanto già richiesto e rappresentato, De Iorgi chiede di sapere se «corrisponde al vero che la Cooperativa Esperanza, nel frattempo, ha citato in giudizio avanti il Tribunale di Vibo Valentia il Comune di Pizzo chiedendone la condanna al risarcimento del danno, quantificato in oltre un milione di euro, per il ritardo nella conclusione della procedura di trasferimento della proprietà del lotto di terreno oggetto della convenzione, intervenuta tra la Cooperativa Esperanza e il Comune di Pizzo in data 8 marzo 2006, e sul quale insistono due fabbricati di 16 alloggi di edilizia economica e popolare». Per finire, il consigliere d’opposizione, nel caso quanto sopra riportato dovesse corrispondere a verità, chiede al primo cittadino il rilascio della copia dell'atto introduttivo del giudizio, nonché copia dell'atto difensivo del Comune se quest'ultimo si fosse già costituito in giudizio.
Pizzo. Divieti di sosta non rispettati in città 15.3.2008PIZZO – Ultimamente, il sindaco Fernando Nicotra, ritenendo che l’agire del comandante dei vigili urbani Enrico Caria non fosse consono alle necessità del territorio pizzitano, ha ritenuto relegarlo all’ufficio commercio, di fatto destituendolo dall’incombenza primaria nonostante fosse vincitore di un regolare concorso pubblico. Sulla questione è poi intervenuto con un suo comunicato abbastanza duro il consigliere comunale d’opposizione Giusy Federico, già vicesindaco nella passata amministrazione guidata da Franco Falcone, adducendo che, in effetti, non si fosse trattato di “promozione”, per come dichiarato, ma di “punizione”. Le cose, però non sono proprio cambiate, poiché talune semplici disfunzioni, che potrebbero essere coperte sol che si voglia, continuano a verificarsi senza soluzione di continuità. Nell’occasione ci riferiamo specificamente a due divieti di sosta in Via Marcello Salomone, che puntualmente sono disattesi senza che si intervenga a modificare uno stato che ai più appare incongruente e selettivo. Infatti, qualche utente ci ha riferito che in quei posti, situati in prossimità di due curve, sostano perennemente sempre le stesse auto, mentre per altri, più rispettosi delle norme, sono inibiti. I due divieti si sosta si trovano nelle vicinanze della “Piazzetta”, da sempre adibita a mercatino ortofrutticolo. In conclusione, qualcuno, attraverso questo giornale, suggerisce, non essendoci la volontà di far rispettare quei due divieti, di eliminarli completamente, consentendo l’utilizzazione anche a chi si sforza di rispettarli, così eliminando alla fonte la differenza che ormai perdura da diverso tempo. Ovviamente, ci riserviamo di segnale altre situazioni che evidenzieremo con apposite fotografie, come in questo caso.
Pizzo. Chiedono chiarimenti su opere pubbliche, patrimonio e messi notificatori – Comune, parlano De Iorgi e Callipo – Interrogazioni al sindaco dei due consiglieri di minoranza 20.3.2008PIZZO – I consiglieri di minoranza Gianluca Callipo e Giovambattista De Iorgi hanno rivolto al sindaco Fernando Nicotra e alla dirigente del settore tributi, Isa Scordamaglia, due interrogazioni riguardanti gli appalti di opere pubbliche, il patrimonio comunale e i messi notificatori. In particolare, Callipo, in merito all'affidamento di appalti di opere pubbliche da parte del Comune, ha chiesto di conoscere quanti e quali sono i contratti di appalto di opere pubbliche in corso, stipulati dal Comune di Pizzo, relativi ad attività di costruzione, demolizione, recupero, ristrutturazione, restauro e manutenzione di opere e impianti, anche di presidio e difesa ambientale e d’ingegneria naturalistica, nonchè quanti e quali di tali lavori sono stati affidati mediante asta pubblica, appalto-concorso, licitazione privata, trattativa privata, o in economia. Infine, l’esponente di minoranza, ha chiesto al primo cittadino di essere messo a conoscenza del nominativo del funzionario del Comune cui è stato affidato il compito di provvedere in economia e, per ogni singolo contratto, il nome dell'aggiudicatario, del responsabile del procedimento, del progettista e del direttore dei lavori, l'oggetto, la data d’inizio e di ultimazione dei lavori, l'importo complessivo finale e la somma già pagata e quella ancora da pagare. Lo stesso consigliere, con riguardo all’istituzione dell'assessorato al patrimonio che opera ormai da oltre sette mesi, ha chiesto a Nicotra di conoscere se è stato effettuato il censimento dei beni comunali e se è stata accertata la loro consistenza numerica, la loro distribuzione territoriale, la loro composizione intrinseca, nonché il loro valore economico, e quali iniziative sono state assunte per la valorizzazione degli stessi. De Iorgi, invece, rivolgendosi alla dottoressa Isa Scordamaglia, con riferimento alla nomina di alcuni messi notificatori tra soggetti non dipendenti comunali, e a proposito dell'interrogazione sul tema in oggetto, ha scritto: «Gentile Dottoressa Scordamaglia, dall’attenta lettura dell'art. l, comma 158 e 159 Legge Finanziaria 2007, coordinato con i principi generali di diritto amministrativo, rilevo che la procedura per la nomina dei messi notificatori da parte del Comune debba comprendere i seguenti adempimenti: l) corso di formazione e qualificazione organizzato a cura dell'ente (autorizzato con determina); 2) avviso ai cittadini per la partecipazione al corso di formazione e qualificazione (bando); 3) svolgimento del corso; 4) superamento di un esame d’idoneità da parte dei partecipanti; 5) graduatoria dei partecipanti che hanno acquisito l'idoneità (approvata con determina); 6) comunicazione ai sindacati della graduatoria; 7) conferimento incarichi agli idonei (definito con determina). A supporto di quanto sopra, Le suggerisco di consultare la rivista Guida agli Enti Locali (cui il Comune risulterebbe essere abbonato) che, in particolare nel fascicolo n. 41 del 20 ottobre 2007, fornisce delucidazioni al riguardo nonché uno schema relativo al decreto dirigenziale di conferimento dell'incarico di messo notificatore. Dalla Sua lettera, invece, si evince - anche per Sua esplicita ammissione - che non sia stato dato pubblico avviso della tenuta del corso (mancanza del bando); che non sia stata redatta una graduatoria per le idoneità accertate (escludendo implicitamente che sia stato sostenuto a fine corso l'esame da parte dei partecipanti, così come previsto dal comma 159 dell'art. l Legge finanziaria 2007); che non sia stata eseguita la procedura di informativa alle rappresentanze sindacali; né che siano state assunte le determine relative alle varie fasi della procedura, salvo quella inerente alla nomina. Per queste ragioni Le rinnovo la richiesta di farmi avere copia di tutta la documentazione relativa alla selezione e nomina di messi notificatori da parte del Comune di Pizzo, al fine di conoscere quale sia stato l'iter procedurale seguito dal Suo Ufficio».
Pizzo. In Sinistra Arcobaleno – Cavallaro e Sciutto candidati a Pizzo 23.3.2008PIZZO – La Sinistra-Arcobaleno, costituitasi di recente con l’unione della Sinistra Democratica e dei Verdi, che ovviamente sostiene la candidata a Presidente della Provincia Barbara Citton, ha presentato ufficialmente i candidati dei due collegi napitini, che sono Ubaldo Cavallaro e Franco Sciutto, indicati dalla sezione di Pizzo. La notizia è stata diffusa dal coordinatore locale di Sinistra Democratica Giovanni Donato, il quale ha dichiarato: «La nostra convinzione, nell'accettare la sfida elettorale, è data dalla consapevolezza che la ricostituzione della sinistra pizzitana debba ripartire dal ricambio dirigenziale per abbracciare con più determinazione il nuovo progetto della sinistra italiana. Parlo di ricostruzione vista la debacle nelle ultime elezioni comunali. Infatti, per la prima volta nell'assise comunale non è rappresentato nessun partito di sinistra. I nostri due candidati hanno aderito al movimento (Sd) per portare avanti questo processo di rinnovamento e di unificazione. Alcuni passi importanti qui a Pizzo sono stati fatti assieme al Partito dei Comunisti Italiani, che non è presente nella competizione provinciale». Ubaldo Cavallaro e Franco Sciutto, viene esplicitato da Donato, rappresentano la neoformazione ed hanno accettato senza titubanza di farsi carico del difficile lavoro che li aspetta. «Il nuovo punto di riferimento per la sinistra pizzitana – ha continuato Donato - è rappresentato come in tutta Italia dalla Sinistra Arcobaleno e siamo convinti che l'unica donna candidata alla Presidenza della Provincia di Vibo Valentia, Barbara Citton, raccogliendo anche i consensi di tutte le elettrici, riuscirà a competere l'ambito e importante incarico al ballottaggio. Il voto dato ai nostri candidati e alla nostra lista serve a una sinistra forte e determinata. Perciò, invito tutti gli elettori a porre un segno sui nomi di Ubaldo Cavallaro e Franco Sciutto».
Pizzo. I consiglieri di minoranza attaccano il sindaco Nicotra: «Ha affossato il progetto» - Contratto di quartiere, fondi addio? – Si paventa il mancato arrivo di 14 miliardi di vecchie lire –26.3.2008 PIZZO – I consiglieri comunali di minoranza Raffaele Borrello, Gianluca Callipo, Giovambattista De Iorgi e Giusy Federico hanno presentato una specifica interrogazione al sindaco Fernando Nicotra per avere notizie circa il progetto che riguarda il "Contratto di Quartiere II'': «Premesso che con Decreto del Ministero Infrastrutture n. 176/a del 17.02.2007 Pizzo è indicato al primo posto nella graduatoria dei Comuni della Calabria cui sono riconosciuti finanziamenti per il risanamento del Centro storico, di cui alla legge 8 febbraio 2001 n.21; che il finanziamento consta di euro 6.677.726,47 e rappresenta una somma significativa per risolvere i problemi di degrado del Centro storico della città; che detti finanziamenti sono assegnati a seguito della sottoscrizione di Protocollo d'intesa e Convenzione successivamente alla presentazione del progetto definitivo; i sottoscritti Consiglieri Comunali di minoranza chiedono al signor Sindaco se corrisponde al vero: che l'Amministrazione in carica ha chiesto al Ministero una proroga dei termini per esperire le ulteriori incombenze procedurali; che il Ministero con propria nota ha concesso a codesta Amministrazione un ulteriore termine di 150 giorni a decorrere dal primo ottobre 2007; che, se vero quanto sopra, i1 27 febbraio prossimo verranno a scadere anche i nuovi termini concessi; e, conseguentemente, chiedono, inoltre, al signor Sindaco di sapere se è stato dato corso agli adempimenti di cui sopra entro i termini concessi, al fine di evitare di far perdere alla città di Pizzo il finanziamento in questione». I consiglieri proponenti l’interrogazione, che fanno parte del gruppo politico “Insieme per Pizzo”, attraverso il loro giornale ufficiale “Identità”, che esce mensilmente con grande successo tra la popolazione pizzitana, hanno esposto in modo assai esteso i benefici che ne deriverebbero alla comunità di Pizzo dalla concretizzazione della grandiosa opera del “Contratto di Quartiere, fatto unico nella storia pizzitana. Ottenere il diritto a un ingente finanziamento dallo Stato e rischiare di perderlo sono cose che possono succedere solo a Pizzo, almeno questo sostengono all’unisono i consiglieri della minoranza, anche perché dall'insediamento della nuova amministrazione non si è saputo più niente e, pertanto, essi si dichiarano preoccupati che Pizzo possa aver già perso questo importante contributo destinato a rivoluzionare il Centro storico. Preoccupazione che nasce anche dal fatto che il consigliere Francescantonio Stillitani si è sempre opposto al progetto poiché prevede la realizzazione di 25 alloggi di edilizia economico-popolare alla Marina, dietro un palazzo di sua proprietà. Il progetto "Contratto di Quartiere II'', localizzato nell'ambito del centro storico e comprendente i rioni di Carmine, Piazza, Chjànu, Marina, Seggiola e S. Francesco, si estende dalla parte più antica della città fino alla Marina. In sintesi il progetto, per le sole opere di urbanizzazione, approvato dall'Amministrazione Falcone con delibera n. 34 del 22 luglio 2004 (con il solo voto contrario di Stillitani), e premiato dal Ministero, comprende quanto qui appresso riportato. La ristrutturazione dell'ex Comune che sarà adibito a teatro sperimentale e a locali museali: Prevede un intervento di ristrutturazione edilizia al fine di rendere compatibili gli spazi interni con le nuove funzioni espositive e di rappresentazione richieste dalla nuova destinazione d'uso. Dovrebbe ospitare un piccolo teatro sperimentale con 150 posti a sedere. La ristrutturazione dell'area Giardini dello Sperone: prevede il ripristino di un affaccio sul mare nell'ex Lazzaretto adiacente alla Chiesa di Carmine. Il completamento dell'ascensore: che dalla Piazza Castello congiunge la Marina; prevede anche il completamento della pavimentazione della piazza monumentale del Castello e l'occultamento del foro d'uscita dell'ascensore con una parete d'acqua e piante ornamentali. Il completamento del risanamento del percorso protetto del Lungomare: prevede la realizzazione di un percorso leggero che colleghi il litorale a partire dallo sbarco dell’ascensore fino al nuovo complesso di edilizia sperimentale per anziani e una sistemazione a livello inferiore del "lungomare in legno" a livello dell'arenile fino alla piazzetta pubblica del centro residenziale della "ex Tonnara". La ristrutturazione del "Padiglione": con la realizzazione di una piazza pubblica con nuovo affaccio a mare con la realizzazione di nuovi locali destinati a un centro sociale per anziani. Opere di accessibilità e arredo urbano: prevede la realizzazione d’interventi di ripavimentazione, creazione di aree di sosta, dotazione di elementi di arredo, che partendo dalla Chiesa di San Francesco, attraverso la Seggiòla arriva fino all’ex Tonnara, comprendente anche un collegamento pedonale che dall’attuale parcheggio pubblico "La Parrera" condurrà fino all'edificio scolastico in Piazza della Repubblica. «I risultati attesi da tutti questi interventi – sostengono Federico, Callipo, Borrello, De Iorgi - per gli aspetti occupazionali sono quelli di ridurre l'alto tasso di disoccupazione, in particolare femminile e giovanile; di supportare i residenti nella fase di avviamento al lavoro, sottraendoli da rischi di devianza e criminalità, attraverso specifiche azioni di formazione e orientamento al lavoro, tutoring e incubazione di nuove attività imprenditoriali; di favorire nuove forme di attività economiche compatibili, sviluppando nuova occupazione nel settore culturale e nei' servizi turistici dì tipo leggero (piccoli Hotel, piccola ristorazione, bed and breakfast, attività enogastronomica), localizzate nelle aree interessate dal progetto; un incremento occupazionale previsto nell'area del Contratto, stimato in 40 nuove unità lavorative a tempo pieno, che per un comune come Pizzo non è cosa da poco, considerato che per lo più l'occupazione è costituita da contratti a termine e stagionali». Orlando Accetta
Pizzo. Duro attacco al sindaco Nicotra dal consigliere d’opposizione Borrello – Le inadempienze della giunta – Delibere comunali emanate senza un parere tecnico 29.3.2008PIZZO – «Che l’amministrazione Stillitani-Nicotra fosse una iattura per Pizzo, dal punto di vista politico-amministrativo - afferma il consigliere comunale di minoranza e candidato al consiglio provinciale Raffaele Borrello - lo sosteniamo da tempo, ma essendo degli avversari politici la nostra convinzione potrebbe essere interpretata come un normale gioco delle parti. A parte il già lamentato immobilismo nel settore delle opere pubbliche, addirittura di quelle già finanziate, non si registra agli atti della giunta alcuna attività di programmazione ed intercettazione di fondi di una certa importanza per la realizzazione di nuove opere. Quello che invece è evidente dell’attività della giunta - prosegue - è quella dell’assunzione di impegni economici (ovviamente da parte della città), sia di somme di notevole entità che d’importi modesti, con una leggerezza da far rabbrividire». Per l’ex presidente del consiglio, si tratterebbe di incoscienza, ignoranza o malafede, poiché «Si dovrebbe sapere che ricoprire il ruolo istituzionale di Sindaco ed Assessore comporta delle responsabilità, sia dal punto di vista morale sia dal punto di vista giuridico. È vero che è noto a tutti che molti di loro non hanno “nulla “ di che temere, ma per altri “il gioco“ potrebbe essere pericoloso». Nello specifico Borrello si riferisce alle delibere n. 4 del 4/2/2008 e n. 20 del 18/02/2008, che hanno per oggetto rispettivamente “Assistenza e consulenza …….Porto turistico, e transazione tra il comune di Pizzo ed una Ditta del luogo”, che al loro interno recitano “ Acquisiti i pareri tecnico-contabile” regolarmente firmate dal segretario, dal sindaco e dagli assessori Bilotta, Militare, Pezzo, Tallo, Vallone, la prima, e segretario, sindaco e assessori Militare, Pezzo, Tallo, Vallone, la seconda, delibere regolarmente pubblicate. «Ebbene – chiarisce l’uomo politico - quelle delibere risultano sprovviste proprio del parere tecnico-contabile, che è obbligatorio trattandosi di delibere che incidono sul bilancio comunale. Ma si rendono conto questi signori che quando dichiarano e firmano un atto di giunta firmano un atto pubblico e quando dichiarano e firmano qualcosa che non corrisponde al vero lo fanno in un atto pubblico? Potrebbero cercare di giustificare l’accaduto, liquidandolo come mero errore – è la conclusione - chiaramente anche con questo misero tentativo non potrebbero sminuirne la gravità, ma quello che è più grave è che non si tratta di errore, in quanto il dirigente preposto non ha apposto il parere in quanto non vi era la regolarità contabile, e cioè i soldi in cassa».
APRILE 2008Pizzo. Il consigliere Borrello replica a Militare sugli incarichi per il porto turistico – Si rispettino le regole democratiche – Contestate le accuse alla precedente amministrazione 12.4.2008PIZZO – La “querelle” insorta in seguito all’approvazione da parte della Giunta Comunale delle delibere n. 4 del 4 febbraio 2008 e n. 20 del 18 febbraio 2008, riguardanti l’assegnazione d’incarichi di consulenza e assistenza per il progetto di realizzazione del porto turistico e alla formalizzazione dell’accordo transattivo concluso con una ditta locale, non sembra dover finire, tanto che il consigliere di minoranza Raffaele Borrello, come risposta alla stizzita presa di posizione dell’assessore al patrimonio Saverio Militare, che, per come egli afferma, si è “sentito punto nel vivo”, dichiara: «Accade spesso, purtroppo, che il corretto assolvimento dei delicati compiti istituzionali spettanti ai consiglieri di minoranza dia luogo a equivoci o fraintendimenti assumendo, agli occhi di chi si senta, a torto, preso direttamente di mira, l’aspetto falsato di una personale e oltremodo sterile diatriba». Sempre lo stesso Borrello non nasconde il proprio disappunto di fronte alla reazione «inopportunamente esacerbata di Militare, il quale, come risposta alle puntuali contestazioni prospettate dall’opposizione in merito all’approvazione delle delibere in esame, con una non pertinente variazione del tema della discussione, giunge al punto di formulare accuse tanto gravi quanto infondate nei confronti della precedente amministrazione. In realtà – aggiunge Borrello - non si tratta di voler impartire ad alcuno lezioni di sorta, ma è piuttosto lo stesso rispetto delle regole del gioco democratico che impone un legittimo sindacato, da parte delle forze politiche dell’opposizione, sulle scelte adottate dalla maggioranza. Sindacato oltremodo indispensabile quando tali scelte, toccando settori nevralgici, comportano impegni di spesa cospicui e, come tali, sono suscettibili di incidere sensibilmente su beni primari, quali le risorse della collettività. Ciò nel rispetto della legalità e dei principi che presiedono al buon andamento e alla trasparenza dell’attività dell’amministrazione». Poi, con riferimento all’oggetto specifico delle delibere “incriminate”, il consigliere di minoranza e candidato al consiglio provinciale nel collegio “Pizzo 2“ nella lista dei “Popolari Democratici”, ribadisce ancora una volta che, la necessità di impegnare risorse di bilancio per il fine dell’attuazione di esse, comporta l’obbligatoria acquisizione del parere di regolarità tecnico-contabile. «Orbene – prosegue Borrello - mentre tale acquisizione è puntualmente dichiarata come avvenuta nel contesto del documento approvato, in realtà di siffatto parere non vi è traccia alcuna né nell’ambito della delibera né al di fuori di essa. Salva la responsabilità dei sottoscrittori (tra i quali non figura, piuttosto insolitamente, qualche assessore) riguardo a tale dichiarazione, da accertare nelle sedi competenti. In ogni caso, sotto il profilo squisitamente amministrativo, la mancata acquisizione del parere obbligatorio inficia irrimediabilmente le delibere adottate. Né può in alcun modo rivestire portata sanante – conclude Borrello – a fronte dell’inesistenza di un elemento formale dell’iter procedimentale, una successiva dichiarazione di assunzione di responsabilità, non essendo la stessa idonea in alcun modo a supplire alla previa necessaria pronuncia da parte dell’organo tecnico. Una doverosa censura, dunque, rispetto a un percorso della Giunta non conforme ai principi di diritto».
Pizzo. La denuncia dell’ex assessore all’Ambiente Raffaello Molè che attacca l’amministrazione in carica – Ancora una fogna a cielo aperto alla “Madonnèja” 14.4.2008PIZZO – Raffaello Molè, ex assessore all’Ambiente nell’amministrazione Falcone e candidato a consigliere provinciale per la lista “Democratici Vibonesi” nel collegio di “Pizzo 1”, nel mentre denuncia la situazione di degrado in cui versa la chiesetta di Piedigrotta, rileva che nel luglio 2006 egli si occupò dei problemi della condotta fognaria di località San Sebastiano e che per risolvere il problema si recò più volte presso gli uffici del Commissario Emergenze Rifiuti, esponendo il problema anche al generale Alfiero per la pericolosità della stessa, segnalando la necessità di un immediato intervento. All’epoca, furono eseguite alcune perizie da parte del suddetto ufficio, tanto che nel mese di dicembre 2006 fu approvato un progetto per l’importo di euro 188.000 destinato al rifacimento del tratto fognario citato, affinchè fosse evitato l’inconveniente al quale oggi si assiste e che si è tramutato in una vera e propria emergenza ambientale. «Mi è stato promesso che in tempi brevi sarebbe stata trovata la copertura economica per il finanziamento del progetto. In seguito, non ricoprendo più la carica di amministratore, mi sono comunque interessato di seguire la vicenda recandomi più volte presso gli uffici comunali competenti ed esponendo la situazione all’attuale sindaco Fernando Nicotra, nonché agli altri assessori in carica, nello spirito di collaborazione al quale dovrebbero essere improntati i rapporti tra maggioranza e cittadini. Il problema, però - evidenzia Molè - lungi dall’essere risolto, è divenuto l’emergenza ambientale di cui ho già detto. Il lavoro da me compiuto in sei mesi, facendo la spola tra gli uffici di Pizzo e Catanzaro non sono serviti a nulla. Non se n’è interessato né il sindaco, né l’attuale assessore all’Ambiente, i quali, occupati in frequenti riunioni elettorali, seppure all’inizio della stagione turistica e di gite itineranti, si sono totalmente disinteressati del problema, per cui è necessario che si diano una mossa se sono realmente interessati al loro paese». Quindi, l’ex amministratore rileva che il suo costante interessamento alla situazione denunciata è comprovata anche dai numerosi articoli di stampa, che si è dimostrata più attenta del sindaco e della giunta municipale, attraverso i quali nel corso dell’ultimo anno ha evidenziato la situazione di degrado che oggi egli denuncia. «E così – afferma Molè - ricordo a qualcuno, che i miei viaggi verso Roma, Catanzaro, Vibo sono sempre valsi a qualcosa e i riscontri sono sotto gli occhi di tutti, come si evince dai numerosi finanziamenti da me procurati. Consiglio, quindi – ed è la conclusione - a chi oggi amministra la cosa pubblica a Pizzo di tentare, quantomeno, di riesumare la passione e l’amore che consentono di ottenere risultati positivi per il benessere dell’ambiente e della comunità in cui viviamo».
Pizzo. Necessario aiutare le famiglie in difficoltà – Cresce il fenomeno della disoccupazione 15.4.2008PIZZO – Altre volte abbiamo affermato che Pizzo è un paese che dorme, tutti lo sanno, tutti ne sono convinti, ma nessuno ha mai pensato di svegliarlo con atti e comportamenti. E negli anni le cose sono finanche peggiorate. Dormire in verticale è possibile? Si tratta sicuramente di una posizione innaturale, ma sembrerebbe che a Pizzo ci si riesce molto bene. Si dorme di fronte alla scarsezza degli interventi per conservare i posti di lavoro esistenti e di fronte all'inesistenza di atti capaci di crearne di nuovi. Si dorme di fronte alle famiglie in difficoltà, nelle quali manca anche il pane quotidiano e che, di contro, si vedono recapitare bollette da capogiro per acqua non potabile e per spazzatura. Si dorme di fronte ai problemi e alle necessità dei giovani. Si dorme di fronte all'ordine pubblico. Si dorme di fronte ai problemi dei piccoli commercianti e degli artigiani, che stanno scomparendo. Si dorme di fronte ad uno pseudo turismo, inesistente e illusorio. Dormono i partiti politici che non si assumono in forma diretta e in modo efficace l'impegno di denunciare il marcio e tutto ciò che non funziona, avendo ormai da qualche tempo rinunciato al ruolo di guida, di stimolo, di controllo e di programmazione. Ma poi, ci sono i partiti a Pizzo? Tutt'intorno è buio pesto e silenzio profondo, salvo nel momento delle votazioni, quando i loro rappresentanti si fanno vivi, svegliandosi dal loro letargo, anche con lunghe passeggiate e appostamenti sulla Nazionale. Dormono tutti, o…. forse dormiamo tutti. Si dorme davanti all'erosione continua delle nostre coste e delle nostre spiagge, salvo poi programmare l'inutile e antistorico ascensore per la "Marina". Si dorme davanti alle speculazioni selvagge, più o meno lecite. Si dorme davanti alle privatizzazioni delle spiagge e d’altro suolo pubblico. Si dorme davanti a probabili abusi edilizi. Si dorme davanti alla fornitura d’acqua non potabile. Si dorme davanti alle buche perenni per le varie strade di Pizzo. Si dorme davanti alle pesanti situazioni di povertà, vecchie e nuove. Si dorme davanti al vicino che ha bisogno del nostro aiuto. Eppure, Pizzo vantava una forte tradizione di solidarietà e d’accoglienza, da sempre e da tutti decantata. Abbiamo ormai raggiunto il fondo del baratro, o lo stiamo per raggiungere? È giunta l'ora di risalire la china.
Pizzo. La denuncia giunge dall’ex assessore all’Ambiente Raffaello Molè – Estremo degrado alla “Madonnèja” – Sotto accusa l’attuale esecutivo guidato dal sindaco Nicotra 23.4.2008PIZZO – Alcuni giorni addietro, l’ex assessore all’Ambiente Raffaello Molè denunciò l’estremo stato di degrado in cui viene lasciato il sito in cui sorge la famosa chiesetta di Piedigrotta, meta di migliaia di visitatori, rilevando, in quell’occasione che nel luglio 2006 egli si occupò dei problemi della condotta fognaria che da San Sebastiano arriva fin sulla spiaggia che interessa quel tempietto sacro. Anzi, egli rilevò come più volte, nonostante non fosse più amministratore, si recò presso gli uffici del Commissario Emergenze Rifiuti, segnalando la necessità di un immediato intervento, cui seguì finanche l’approvazione di un progetto per l’importo di euro 188.000 destinato al rifacimento del tratto fognario citato, ma ancora nulla è stato fatto per eliminare quello che, lo stesso Molè, definisce un’emergenza ambientale. Ovviamente nella più assoluta apatia ed assenza del sindaco Fernando Nicotra, del vice sindaco e assessore all’Ambiente Holmo Marino e di tutta la giunta, così disattendendo tutte le indicazioni e le iniziative messe in atto dal prefetto Ennio Mario Sodano, che, unitamente ad altri organi istituzionali, si sta dando da fare per la costituzione di un osservatorio permanente per il costante monitoraggio per la tutela ambientale del vibonese. «Il principale sito d’interesse della comunità napitina, provinciale e regionale – scrive adesso Molè - si trova nel degrado più totale, per questo intendo esprimere la vergogna e lo sdegno dei cittadini di Pizzo e dei numerosi turisti che sempre di più visitano il luogo e denunciano l’incapacità degli attuali amministratori ed il totale disinteresse per la propria città, dove si trova una fogna che continua a scorrere invadendo la strada, la scala di accesso al sacro ed antico tempietto e la battigia». Un altro e, forse, più preoccupante problema che è denunciato da Raffaello Molè è quello che riguarda i cosiddetti lavori di recupero che si stanno eseguendo all’interno della chiesetta e che stanno interessando anche il rifacimento delle statue in tufo, la cui originalità rappresenta la peculiarità del sito: «Lavori che a parere di chi scrive, della gente comune, ma soprattutto degli esperti consultati, annullano tutta la bellezza del luogo per le modalità con cui essi sono realizzati. Le statue appaiono fracassate, informi, senza personalità, inespressive, senza la bellezza che essi avevano prima anche se deturpate, mentre ora appaiono come ammassi informi di cemento e quant’altro e maschere inguardabili, appiattite, insignificanti, deturpate forse in modo irrimediabile. Il restauro – aggiunge Molè – non doveva essere eseguito da muratori e mezze cazzuole, ma da veri artisti, i soli che avrebbero potuto restituire decoro e dignità di opere d’arte a quelle statue che hanno resistito a ogni tipo di distruzione temporale e naturale, ma che soltanto l’uomo è stato capace di deturpare e svilire. Meglio sarebbe stato lasciarle com’erano». Ed ecco la pesante zampata di Molè, che affila gli artigli: «Le associazioni pizzitane di varia specie e natura, storiche, ambientalistiche ed assistenziali, come la Pro loco e il periodico il Gabbiano dove sono? Sono semplicemente scomparse dal territorio e sembrano essere sparite nel nulla, così dimostrando che i loro erano soltanto atteggiamenti pretestuosi e strumentali. Lo dimostra il fatto che oggi per loro tutto sembra filare liscio come l’olio e la gente si domanda il perché. Durante l’amministrazione precedente – prosegue l’ex assessore all’Ambiente – queste persone, che peraltro non avevano alcuna competenza specifica, si sono fatte portavoce di tutti i dissensi, tuonando contro anche per un non nulla. Questi signori hanno finito le cartucce o qualcosa o qualcuno li fa tacere, oppure dormono sogni tranquilli aspettando qualche grazia da parte del “re”?». Quindi, Molè cerca di darsi qualche risposta, ritenendo che il “re” abbia già dato risposta alle richieste di tutte quelle associazioni che durante la campagna elettorale del 2007 «hanno sfilato frastornando la città ed hanno addirittura sparato i fuochi d’artificio dal tetto della Casa municipale, mentre oggi si nascondono, senza avere il coraggio di contraddire l’operato dell’amministrazione attuale. Roba da matti – sbotta l’ex amministratore - queste persone e queste associazioni tenevano così tanto alle sorti del paese, mentre ora si sono rintanate nei meandri delle loro buie ed umide tane, forse per la vergogna cui passivamente tutta la Città sta subendo. Altro che democrazia ed associazionismo. Devono capire, questi signori, che la realtà è molto diversa da quella prospettata durante la campagna elettorale e che le promesse sono state tante e non mantenute, e mi riferisco anche e soprattutto ai cittadini che ancora aspettano i famosi mille euro di rimborso per l’acqua potabile, ingannati anche per l’emissione di successive di bollette salate». Per Molè non è giusto che un’amministrazione possa prendere in giro impunemente la povera gente, la gente più bisognosa, perché, termina: «Questo è un inganno e, prima o poi, per gli inganni si paga. Cittadini che amate la vostra città, ambientalisti e non, svegliatevi e denunciate ogni forma di degrado che Pizzo subisce e che non può morire per il disinteresse e l’incompetenza di quest’amministrazione, perché la nostra è la città più importante della provincia di Vibo e va tutelata con tutte le nostre forze. Se non ci pensano gli amministratori, ci sarà sempre qualcuno a segnalare le mancanze ed i problemi irrisolti».
Pizzo. La denuncia di Molè – A “Sant’Antonio” sorgente inattiva 26.4.2008PIZZO – Raffaello Molè, ex assessore all’Ambiente nella giunta guidata dal sindaco Franco Falcone, per come d’altronde si è ripromesso di fare in un altro comunicato, sembra che si sia assunto l’ingrato ed oneroso compito di denunciare le inadempienze e le malefatte dell’attuale amministrazione di centro destra guidata dal sindaco Fernando Nicotra, pupillo del consigliere regionale e segretario provinciale dell’Udc Francescantonio Stillitani. Infatti, dopo le pesanti accuse rivolte contro sindaco Fernando Nicotra e il vice sindaco Holmo Marino per quanto riguarda l’abbandono della pericolosissima discarica dell’Angitola e della “Madonnèja”, ora inveisce perché la sorgente Sant’Antonio, l’unica di tutto il territorio cui i cittadini potevano attingere acqua per bere, è completamente muta da molti mesi. «Quando eravamo noi ad amministrare – afferma Molè – Nicotra e compagni, anche attraverso diversi manifesti e volantini, ci hanno più volte accusato, ovviamente in modo strumentale ed ipocrita, di aver chiuso la fontana dell’acquedotto, ben sapendo che lo abbiamo fatto dopo un accesso degli uffici dell’Asl di Vibo Valentia, che, appunto, dovevano accertare la potabilità del prezioso liquido. Ci hanno massacrato con accuse infondate e costruite con arte, in modo ingannevole e sfrontato, mentre oggi sono loro che, senza ragioni dichiarate, stanno tenendo chiusa quella sorgente, nel più assoluto silenzio dei cittadini e di tutti quei cortigiani da strapazzo che, stranamente, si sono ammutoliti come ubbidienti ad un preciso comando. Si devono soltanto vergognare!».
Pizzo. Stazione “Prangi” – L’idea ripresa dal sindaco Nicotra sarebbe irrealizzabile – I dubbi sullo scalo ferroviario – I rilievi dell’ex assessore provinciale Paolo Barbieri 30.4.2008PIZZO – Nel mese di febbraio, dalle pagine di questo giornale abbiamo rispolverato un’idea che fu del professor Luigi Betrò e del preside Francesco Nardino, dopo oltre dieci anni di assoluto silenzio da parte dei partiti politici, delle amministrazioni comunali e di quelle provinciali, che invece avrebbero dovuto seguire le orme dei due principali promotori che ne hanno avuto la felice intuizione, ci riferiamo alla questione della fermata allo scalo della stazione “Prangi”. Ora, appunto, dopo la nostra segnalazione, si ha notizia che l’attuale sindaco Fernando Nicotra abbia avanzato richiesta alla direzione delle Ferrovie di Stato per l’apertura dello scalo ferroviario di località “Prangi”, di fronte all’Istituto Nautico di Pizzo, la cui storia, come già riferito, risale al 1997. Dopo la cronistoria già fatta e al fine di ben valutare la portata dell’intera vicenda, che finalmente possa avere una positiva soluzione e che non si riduca alle solite frammentarie, incomplete e sterili prese di posizioni propagandistiche, in quest’occasione riteniamo sia utile riportare quanto dichiarò agli inizi di novembre 2001 l’allora vice presidente della Provincia Paolo Barbieri, secondo cui spetterebbe all’amministrazione provinciale decidere quale piano dei trasporti darsi. Ma andiamo con ordine. In un precedente consiglio comunale, il consigliere di minoranza Luigi Betrò sollevò ancora una volta il problema della fermata dei treni alla piccola stazione di fronte all’Istituto Nautico, mentre in precedenza l’allora sindaco Francescantonio Stillitani si lasciò sfuggire la promessa che avrebbe affidato l’incarico al suo ufficio tecnico per valutare, tra il collegamento su gomme e quello su rotaie, quale fosse stato quello più conveniente. Alcuni giorni dopo lo stesso Stillitani, nelle vesti di assessore regionale ai trasporti, nel corso di un incontro presso il Liceo Scientifico di Vibo Valentia con circa 50 dirigenti scolastici da lui convocati, su esplicita domanda del preside Francesco Nardino, fece verbalizzare che si sarebbe interessato per fare fermare per il 2002 i treni alla stazioncina di fronte all’Istituto. A questa promessa seguì una forte replica di Barbieri, il quale disse che quelle di Stillitani erano soltanto chiacchiere e che la riunione dei capi d'Istituto era stata soltanto una messa in scena propagandistica, che non avrebbe approdato a nulla, cui seguì un ulteriore approfondimento a seguito di una specifica richiesta di un’alunna. Infatti, Barbieri affermò in modo deciso che le procedure immaginate da Stillitani non avrebbero potuto portare alla risoluzione problema: «Credo - chiarì Barbieri - che non si tenga conto dell’ambiente specifico in cui ci troviamo. Le Ferrovie dello Stato oggi sono privatizzate, quindi non è nelle competenze né dell’assessore regionale ai trasporti né del sindaco di Pizzo organizzare i servizi, poiché sono le Ferrovie dello Stato che decidono in conformità a criteri economici e di redditività. Secondo me, le vie fin qui seguite sono fuori luogo, e gli impegni di Stillitani sono soltanto chiacchiere». Sempre Barbieri spiegò che esiste una legge regionale dei trasporti portata avanti in maniera illegittima, poiché la stessa prevede che le competenze siano trasferite alle province e poi devono esse queste ultime a predisporre il piano provinciale dei trasporti: «Molti soldi pubblici – disse ancora l’ex vice presidente - sono dati ad autolinee private per centinaia e centinaia di miliardi e, quindi, riattivare la legge significa mettere in discussione quel tipo di rapporto. All’assessore regionale ai trasporti vorrei chiedere quando ritiene di dover attuare la legge regionale sui trasporti, e se non lo fa tutti gli impegni che prende sono chiacchiere e la gente deve sapere che è soltanto presa in giro. Egli non può decidere nulla, perché spetta alla provincia di Vibo decidere quale piano ai trasporti darsi e quali servizi offrire. Noi abbiamo proposto alla Regione, inserendola nella programmazione dell'Agenda 2000, di costruire da Lamezia Terme, passando per l’aeroporto, una metropolitana leggera di scorrimento con piccoli mezzi. Siamo convinti – ha continuato il politico - che la risposta strategica per lo sviluppo turistico ed economico della provincia consiste nell'ammodernamento delle strutture dei trasporti. Per essere realisti, io non credo che ci sarà la fermata del treno davanti al Nautico. In questo momento il piano regionale ai trasporti non è regolato, e la Regione non ha la competenza di poterlo modificare. Quindi – concluse allora Barbieri - all’assessore regionale ai trasporti dico: trasferisci le competenze alle province come prescrive la legge regionale e poi le province si daranno dei piani adeguati alle loro esigenze. Ripeto, quella riunione con i presidi è stata soltanto una messa in scena».
Maggio 2008 Pizzo. Via Nazionale – Permane la situazione di pericolo 6.5.2008PIZZO – Diversi mesi orsono una ragazza di appena vent’anni abitante in località “Trentacapilli” ha rischiato di brutto a causa di un fatiscente e debole muretto di protezione dall’altra parte della pericolosissima Via Nazionale. Infatti, la ragazza, percorrendo la ripida discesa che collega il rione con il resto del paese, a causa dell’ostruzione dei soliti mezzi, pesanti e meno pesanti che stabilmente vengono posteggiati a destra e a sinistra del bivio che v’insiste, è stata costretta a proseguire la sua marcia per poi immettersi sull’arteria principale e, dopo aver perso il controllo della sua auto, è finita dall’altra parte andando a sbattere contro il suddetto muretto che è andato in frantumi. La macchina, poi, fortunatamente si è fermata sul ciglio di uno strapiombo a un’altezza di circa quattro metri. In seguito, qualcuno ha pensato bene di risolvere il pericolo incombente facendo porre delle grate di ferro che, ovviamente, non sono di alcuna protezione né alle persone che vi transitano a piedi né ai mezzi motorizzati di tutte le specie. Ebbene, ai cittadini sembrava che la cosa, di lì a poco, dovesse risolversi in breve tempo con la costruzione di un muro fortificato o con la posa di un adeguato guardrail, mentre il pericolo è sempre presente e sotto gli occhi di tutti nell’indifferenza generale, trattandosi di luogo molto frequentato. Inoltre, e per l’ennesima volta, segnaliamo al responsabile della polizia municipale che sembra totalmente assente, di farsi vivo dando disposizione ai vigili urbani di monitorare la Via Nazionale, in perenne caos, oltre che di vietare la sosta agli autoveicoli, anche momentanea, nei pressi dei bivi di località Mazzotta, Trentacapilli e Sant’Antonio, poiché coprono completamente la visuale e rappresentano un costante e serio pericolo.
Pizzo. Sinistra Democratica imputa al Prc la disfatta della lista dell’Arcobaleno – L’incoerenza di Rifondazione - «I comunisti chiamati a ricostruire un partito lacerato» 6.5.2008PIZZO – La segreteria politica di Sinistra Democratica, dopo aver sottolineato che le ultime elezioni politiche ed amministrative hanno consegnato una situazione nazionale diversa da quella locale, con un complessivo 6,9% che ha consentito la conquista di un seggio al consiglio provinciale con Barbara Citton, pur ammettendo la cocente sconfitta a livello nazionale, guarda al futuro in modo positivo perché, si afferma, permetterà al partito di ricostruire il dialogo con il tessuto sociale del quale ritengono di essere ancora riferimento. «La bassa percentuale raccolta a livello nazionale, che non elegge nessun parlamentare – si evidenzia - a nostro parere è una sonora sconfitta della nostra debole politica nell’ultimo Governo, il quale non ha saputo dare risposte concrete alle famiglie in difficoltà economica ed ai giovani costretti a una continua ricerca di un posto di lavoro ancorché precario. Inoltre, non ha saputo dare risposte serie sull’immigrazione che è percepita come invasione di delinquenti. E ancora, la strategia elettorale del Pd di Veltroni non ha attirato voti dagli elettori di centro, per come lo stesso sperava, mentre ha svuotato la Sinistra Arcobaleno, con la sirena del voto utile che però si è rivelato inutile e addirittura dannoso, perché l’arco parlamentare non comprende la rappresentanza di tutto il popolo italiano, anche se per una stortura della legge elettorale trova posto in Parlamento l’Mpa con appena l’uno percento dei voti. Comunque si legge ancora - ci dobbiamo impegnare per riconquistare la larga fascia di cittadini che non abbiamo saputo convincere con il nostro operato, partendo dalle realtà locali». E ancora, i dirigenti di Sinistra Democratica ci tengono ad evidenziare che a Pizzo essi hanno ottenuto consensi importanti da cui traggono auspici per il futuro, poiché danno loro modo e possibilità di continuare nell’impegno politico intrapreso, e annunciano: «Siamo disponibili a qualsiasi forma d’incontro e confronto con le persone che guardano con interesse a sinistra, e con i partiti dell’“Arcobaleno”, rilanciamo quindi l’invito a partecipare agli incontri che promuoveremo. Ci rivolgiamo soprattutto ai compagni e simpatizzanti di Rifondazione, che dovranno ricostruire un partito lacerato dalla scelta compiuta dal gruppo dirigente locale e provinciale, che alle ultime consultazioni comunali hanno fatto votare il sindaco Nicotra. Scelta difesa dal rappresentante del circolo cittadino fino all’ultimo incontro avuto con noi subito prima delle ultime elezioni». Infine, in modo molto chiaro ed esplicito, esprimono la forte condanna per il comportamento poco ortodosso tenuto dai cugini di Rifondazione Comunista, che hanno ottenuto uno scarso risultato, nonostante avessero un assessore provinciale uscente e nonostante gli oltre 50 rappresentanti di lista nominati nei vari seggi elettorali di Pizzo ed importati dal circondario, per cui: «Il forte segnale di disapprovazione ricevuto alle provinciali, deve far trarre ai vertici del partito le dovute e necessarie conseguenze».
Pizzo. Il costone necessita interventi di consolidamento – Seggiòla, lavori in alto mare – Dovevano essere terminati entro l’agosto del 2000 7.5.2008PIZZO – La lista guidata dall’attuale sindaco Fernando Nicotra, alle ultime elezioni comunali aveva scelto come uno dei suoi cavalli di battaglia la sistemazione definitiva del costone della Seggiòla, accusando la vecchia amministrazione di aver dato corso al progetto intrapreso nell’autunno del 1997 dall’allora sindaco Stillitani. Infatti, anche quest’ultimo, alla guida della lista "Insieme per Pizzo", allora inserì nel suo programma il consolidamento del costone della “Seggiòla”, cui doveva seguire la costruzione di un lungomare e il ripristino della "Grotta Azzurra". Lo stesso, alla fine di febbraio 1999 diede la comunicazione che i lavori erano stati già consegnati e che sarebbero stati eseguiti in base ad un progetto dell'ingegnere capo del Genio Civile di Catanzaro, Carlo Serrao. Lavori che avrebbero riguardato: sistemazione del costone e del lungomare che tra la "Marina" e la "Seggiola"; allungamento di circa 80 metri della "Pizzapundi"; sistemazione dell’insenatura della "Seggiola"; riapertura della "Grotta azzurra"; sistemazione a banchina ed approdo di tutta l’area interessata; pavimentazione lunga 300 metri e profonda 50 di quel terrapieno che permane ad essere una discarica. Il tutto, infine, si sarebbe dovuto terminare con la sistemazione della strada che da piazza della Repubblica (Chiesa dell’Immacolata) arriva alla "Seggiola”. I lavori, promise Stillitani, si sarebbero dovuti finire in 18 mesi, cioè entro il 6 agosto del 2000. Diverse furono le interruzioni dei lavori, ma nel dicembre 1999 ce ne fu un’altro a causa di un’ordinanza della Capitaneria di porto di Vibo Marina. Quei tempi, ovviamente, non furono mai rispettati, tanto che né con l’amministrazione Stillitani né con quella guidata da Falcone si è arrivati mai ad una conclusione ed ancora oggi la zona è completamente abbandonata. In particolare, la prima sospensione avvenne nel 1998 e nel mese di novembre dello stesso anno ci fu una lettera della soprintendenza per i beni ambientali architettonici artistici e storici di Cosenza, a firma del soprintendente reggente Giorgio Ceraudo, che dispose alcuni vincoli: «Non venga realizzato il betoncino colorato con sottostante rete elettrosaldata a protezione della rupe, ma sia realizzato un tipo di consolidamento con chiodi a scomparsa; gli alloggiamenti per le chiodature dovranno essere rivestiti con tasselli di roccia; il muretto alla base della parete sia realizzato con altezze che garantiscono l'incolumità pubblica ma che tengano conto anche dell'impatto ambientale. Lo stesso dovrà essere realizzato con un rivestimento in pietra locale, avendo l'accortezza di usare uno spessore adeguato e tipologia di vera e propria muratura tradizionale; le pavimentazioni e i rivestimenti previsti in lastre di porfido dovranno essere realizzati con materiali locali o acciottolato; il riassetto della scogliera previsto in cubi di calcestruzzo dovrà essere realizzato, nella parte sommitale ed esterna alla superficie marina, con massi naturali. Il prolungamento del molo, previsto con panchine in cemento armato prefabbricato dovrà essere coperto e circondato con massi naturali per rendere il tutto il più naturale possibile; il ripristino della gradinata esistente nel corpo della rupe dovrà essere concordato preventivamente con quest’ufficio; dovranno essere ripristinate le vecchie vasche naturali e la grotta azzurra; tutte le campionature di cui sopra dovranno essere sottoposte a quest’ufficio per il parere di competenza». Nel mese di gennaio 2001, il consigliere comunale Enrico Durante, allora diessino, in un consiglio comunale, essendo nel frattempo subentrata alla vecchia società una nuova, invitò l'amministrazione comunale guidata da Stillitani a fornire notizie certe, suggerendo anche che i lavori di sfondamento della parte sottomarina fossero eseguiti con priorità, ma alla fine di agosto 2001 e a pochi mesi dallo scadere della seconda amministrazione Stillitani, ancora a nulla di decisivo si assistette, nonostante che i lavori si sarebbero dovuti concludere entro il 6 agosto 2000. L’auspicio è che il sindaco Nicotra riprenda quel progetto e, finalmente, possa portarlo a compimento, poiché davvero rappresenterebbe il fiore all’occhiello, non solo per l’amministrazione, ma per tutta la cittadina.
Pizzo. La richiesta di riattivare la fermata della stazione ferroviaria presentata nel 20001 – Nessuno diede ascolto agli studenti – Sullo scalo Prangi la loro petizione rimase lettera morta 7.5.2008PIZZO – Prosegue il nostro lavoro di approfondimento relativo alla possibile riapertura dello scalo ferroviario “Prangi”, per offrire un concreto e fattivo contributo, sull’esperienza già fatta, con lo scopo di vedere finalmente riaperta la piccola stazione che servirebbe sia agli studenti e professori dell’Istituto Nautico, sia ai turisti. Ricordiamo, a tale scopo, che verso la metà del mese di novembre 2001 gli alunni di quell’istituto inoltrarono al sindaco dell’epoca, Francescantonio Stillitani, che era anche assessore regionale ai Trasporti, una petizione con circa 200 firme per sollecitarlo ad attivarsi per l’immediata riapertura della stazione “Prangi”, al fine di consentire agli alunni che provengono dalla zona di Lamezia Terme e di Reggio Calabria di poter raggiungere la scuola utilizzando il treno, senza essere costretti giornalmente a fare autostop in assenza di mezzi pubblici. Si compì pure una attività di volantinaggio sempre con lo scopo di sensibilizzare l’amministrazione comunale di centro destra guidata dal sindaco Stillitani, nonché la cittadinanza tutta, che, bisogna rimarcarlo, mai si mosse a sostegno delle giuste rivendicazioni degli alunni. «Sappiano che in passato – osservarono i ragazzi – ci sono state le decisioni favorevoli della direzione dell'Asa Trasporto Metropolitano e Regionale di Reggio Calabria e che la responsabilità della mancata riapertura della stazione ricade tutta sull’amministrazione comunale per non avere opportunamente seguito la relativa pratica. La invitiamo, pertanto, di volerci informare, entro pochi giorni, sulle azioni che intraprenderà o avrà intrapreso per la riattivazione della fermata dei treni alla stazione Prangi. Ci riserviamo di portare la nostra protesta anche presso l’amministrazione della regione Calabria e se sarà necessario presso il Ministero della Pubblica Istruzione ed il Ministero dei Trasporti». Tre anni prima, scrivevano all’epoca, sembrava che la questione si potesse concludere in breve tempo, con l’assenso dei responsabili regionali delle Ferrovie dello Stato, mentre l’unica cosa certa, da quando la pratica passò nelle mani dell’amministrazione comunale, ogni cosa si bloccò, come se qualcuno l’avesse gettata in qualche cassetto, nella totale incuranza degli interessi dei giovani studenti provenienti da nord e da sud. «Eppure – si leggeva nel documento degli studenti - il diritto allo studio è un diritto che la legge garantisce a tutti i cittadini e ognuno dovrebbe essere messo nelle condizioni di potersene avvalere pienamente. Chi è preposto a dare soluzione ai problemi non può poi dare dimostrazione di tanta trascuratezza. Se responsabilità c’è da parte del sindaco Stillitani, allora verrebbe voglia di invitarlo a recarsi davanti al Nautico al momento dell’uscita dalla scuola, dove troverebbe tanti quindicenni con nel volto stampata la paura e la preoccupazione di come fare per raggiungere casa, a Lamezia o altrove, se non ci sono pullman che passano, se il professore che doveva dargli un passaggio quel giorno non c’è. E intanto l’ora si attarda, d’inverno fa buio presto, e loro sono ancora per strada perché non hanno trovato il passaggio, non hanno ancora mangiato, la paura cresce e attanaglia il cuore». Gli stessi studenti ricordavano anche che il preside Francesco Nardino accolse con entusiasmo la proposta della direzione regionale dell'Asa Trasporto, che con nota del 4 luglio 1997 ipotizzava la riapertura della stazioncina, poiché così recitava: «È intenzione di questa Direzione Regionale istituire, in coincidenza con il nuovo anno scolastico 1997/98, una nuova fermata ai treni regionali circolanti sulla linea Rosarno-Eccellente, via Tropea, in prossimità dell’Istituto da Lei presieduto. A tale scopo si prega gentilmente far conoscere quanti alunni potrebbero essere interessati e la stazione origine del viaggio». Mentre, in un verbale del 27 marzo 2000, sottoscritto dall’allora vicesindaco Luigi Betrò, dall’architetto Francesco Alessandria e dall’ingegner Giuseppe Spadaro della direzione compartimentale infrastrutture delle Ferrovie dello Stato di Reggio Calabria, si stabilì che il Comune avrebbe realizzato a sue spese un marciapiede, lato monte, e il ripristino di una stanza, per consentire la fermata di due coppie di treni diurni, con arresti e partenze disciplinate dal capo treno per una spesa di trenta milioni, convenendo che i lavori erano tecnicamente fattibili. Che cosa abbia fatto dopo quella riunione il comune di Pizzo, gli studenti affermarono che non era dato sapere «ma si evince che non ha fatto niente, né si sa che fine hanno fatto quei venti o quanta milioni destinati allo scopo dalla Provincia. Poiché il verbale della riunione sopra accennata – concludevano gli studenti del Nautico – è stato inviato alle direzioni compartimentali movimento e trasporto regionale per la decisione finale, sarebbe auspicabile che il sindaco di Pizzo si preoccupasse di acquisire presso quegli enti tutte le informazioni necessarie all’espletamento della pratica della stazione Prangi. Non vorremmo – questa la conclusione della petizione - che nell’imminenza delle sue dimissioni dalla carica di sindaco per incompatibilità con la nuova carica d’assessore regionale, Francesco Stillitani si lasciasse dietro il problema irrisolto della stazione Prangi, perché ciò avrebbe certamente ripercussioni negative sulla sua credibilità d’amministratore».
Pizzo. Interrogazione al sindaco Nicotra del consigliere d’opposizione Borrello – Traffico in centro, è caos – Sollecitato un provvedimento immediato per risolvere il problema 8.5.2008PIZZO – La viabilità a Pizzo è sempre stato un serio problema, mai affrontato con competenza e risolutezza e per questo mai risolto, per cui molto opportunamente il consigliere di minoranza Raffaele Borrello, che nella passata amministrazione ha ricoperto l’incarico di presidente del consiglio comunale, ha ritenuto di rivolgere un’interrogazione al sindaco Fernando Nicotra, partendo dal presupposto che la circolazione stradale nel territorio è diventata caotica e pericolosa per l’incolumità dei cittadini, in particolare sulla Via Nazionale (prevalentemente nella mattinata), nel centro storico e al rione Marina (pomeriggi dei giorni prefestivi e festivi). «Considerato che più volte la problematica è stata rappresentata in Consiglio Comunale – afferma Borrello - e più volte ribadita personalmente all’assessore al ramo, il quale, nel mentre per la verità è disponibile ad ascoltare, nei fatti poi non è consequenziale ed omette la predisposizione di atti volti alla risoluzione del problema, e costatato che a tutt’oggi nessuna risposta in tal senso è pervenuta da parte dell’amministrazione, al fine di cercare, almeno, di migliorare la viabilità divenuta ormai insostenibile, il sottoscritto Consigliere Comunale, interroga il signor sindaco e l’assessore al ramo per sapere: 1) quali iniziative intendono intraprendere, al fine di poter risolvere l’annoso, delicato ed indifferibile problema; 2) da chi viene attualmente svolto il ruolo di Comandante dei Vigili Urbani e da chi vengono predisposti i servizi dei vigili. Si chiede, inoltre, al pari delle altre interrogazioni la discussione in Consiglio Comunale della problematica». Prima di chiudere questo servizio, purtroppo dobbiamo costatare che né il comandante dei Vigili Urbani, né l’assessore delegato al ramo, nonostante i ripetuti appelli, abbiano inteso mettere in atto provvedimenti per evitare il costante e incombente pericolo esistente nei bivi Sant’Antonio, Trentacapilli e Mazzotta, nella cui immediata prossimità ed in modo inspiegabile vengono consentite le fermate e le soste di automezzi che ostacolano la visuale, a destra e a sinistra, per tutti coloro che escono da quelle località, sia a piedi sia con le loro auto. Silenzio assoluto su tutti i fronti, del quale, ovviamente, si dovranno assumere ogni e qualunque responsabilità di futuri incidenti, ma quello che è grave è l’indifferenza generale e la noncuranza nei confronti di quegli abitanti che avrebbero il diritto di essere tutelati nella loro incolumità.
Pizzo. Il consigliere Borrello si rivolge al sindaco. Nel mirino le scelte della giunta – Un’opera abbandonata – Interrogazione sui lavori alla “Fontana del Macello” 10.5.2008PIZZO – Una delle innumerevoli ragioni per le quali sicuramente il piccolo villaggio di “Napitia”, l’antica Pizzo che si ritiene sorta in epoca greco-romana, si andò sempre più sviluppando, demograficamente ed economicamente, fu senz’altro rappresentata dall’abbondanza delle sorgenti fresche e cristalline che irrigavano il territorio, da oriente ad occidente, per tutta la sua estensione, da renderlo fertilissimo e abbondevole di ortaggi e di frutteti di ogni specie. Tanto che lo storico Ilario Tranquillo cita la presenza di circa ottanta sorgenti esistenti ai suoi giorni (siamo nell’anno 1725), di cui cinquanta ad oriente ed altre trenta a occidente. Alcuni hanno ritenuto che tutte quelle fonti fossero originate da un ipotetico fiume sotterraneo che, passando attraverso i colli a monte di Pizzo, andasse a riversarsi a mare nascostamente. Altri, invece, hanno sostenuto che le sorgenti fossero originate da una ben definita ed unica grande sorgente, che tuttora si troverebbe sul pianoro detto “Chjana di Scrisi” (Piana degli Scrisi). Per questo è importante evidenziare che oggi, per l’incuria ed il malgoverno delle varie amministrazioni locali che si sono succedute dal secondo dopoguerra, Pizzo ormai è priva di sorgenti, per cui i cittadini sono costretti ad accollarsi l’ulteriore spesa di acquistare l’acqua per bere. In particolare, sollecitati da una recente interrogazione fatta dal consigliere di minoranza Raffaele Borrello, desideriamo parlare della rinomata sorgente, ad occidente, poco lontana dal mare e tuttora esistente anche se frantumata, che è quella che viene chiamata “Fundana du Macellu” (Fontana del Macello), così chiamata in quanto fino ad alcuni decenni addietro, di fronte ad essa, si allocava il mattatoio comunale, poi demolito per far posto all’edificio della Pretura. Questa la descrizione del Sàvaro: “Sul lido Occidentale dove vi è il monastero di S. Agostino, erompe dalla stessa falda del colle una sorgente, che è condotta con tubi, or sotterranei ora esterni, nel serbatoio del tempio, e più in basso, in quello del borgo (della Marina, ndr), dando graditissima acqua agli abitanti. Quest’acqua è ottimo farmaco per i sofferenti di mal di reni”. Ed ecco quanto scrive Raffaele Borrello: «Premesso che nel mese di marzo dell’anno 2007, su proposta dello scrivente, è stato inserito nel progetto esecutivo dei lavori di riqualificazione ambientale di Pizzo Marina il ripristino della fontana denominata “del Macello”, con un costo complessivo di euro 7.000 (ribasso d’asta); considerato che nel mese di aprile dell’anno 2007, sono iniziati i lavori di pulizia del luogo da anni abbandonato, ma che non è stato possibile completare tali lavori, perché doveva essere acquisita l’autorizzazione all’accesso da rilasciare a cura dei proprietari del fondo stesso, e che l’allora consigliere comunale Stillitani si era personalmente impegnato a fare avere al Comune, poiché i proprietari erano suoi parenti; tenuto conto del fatto che, eseguita una prima analisi dell’acqua, la stessa, risultava potabile e quindi utilizzabile da parte della cittadinanza; tutto ciò premesso e considerato, il sottoscritto consigliere comunale, interroga il signor sindaco del comune di Pizzo e per esso l’Ufficio Tecnico per conoscere: 1) Se risponde al vero che l’importo di euro 7.000, è stato stralciato dal progetto esecutivo indicato in premessa e peraltro in parte già eseguito (ripristino Piazza Marina di fronte al Museo del Mare); 2) Se risponde al vero che l’amministrazione in carica vorrebbe utilizzare il suddetto importo per altre opere, tralasciando il ripristino della fontana che, invece, rappresenta un bene prezioso e fortemente voluto dall’intera comunità pizzitana; 3) Chiede infine, che tale problematica venga discussa in consiglio comunale quando saranno trattate le altre interrogazioni inevase per le quali da parecchio tempo si attendono le risposte».
Pizzo. Ai ferri corti Rifondazione Comunista e Sinisra Democratica – È iniziata la resa dei conti – Le dure accuse di Holmo Marino agli esponenti di Sd 16.5.2008PIZZO – Il 6 maggio scorso nelle pagine di questo giornale si è diffuso un comunicato stampa di Sinistra Democratica, movimento che, nello spiegare le motivazioni della recente sconfitta elettorale, accusava i dirigenti di Rifondazione Comunista, tra l’altro, d’incoerenza. Ora arriva la piccata replica di Holmo Marino, segretario di quest’ultimo partito, il quale intende esporre alcuni chiarimenti e precisazioni. «L'esito delle elezioni politiche nazionali ha sgomberato ogni dubbio sulla validità del progetto della Sinistra l'Arcobaleno. Quanti hanno spinto sull’acceleratore di questo processo non hanno tenuto conto a sufficienza dell'umore della base del partito né di chi ha contatto quotidianamente con la nostra gente, con i nostri elettori, che consideravano tutto ciò sbagliato vano o comunque prematuro. Il tracollo della Sinistra l'Arcobaleno a livello nazionale da un lato lascia una sconfitta storica (nessun parlamentare eletto) senza dimenticare la vittoria del centro destra e la crescita di una forza razzista e xenofoba come la Lega, e dall'altro ci dà la consapevolezza che il rilancio della sinistra, la riconquista dei consensi, la proposta di un progetto possibile di sinistra credibile, non possa che partire da Rifondazione Comunista. Nessuna apertura – prosegue seccato Marino - a chi propugna "diluizioni di colore" o a chi ritiene fondamentale per una grande sinistra seppellire i nostri simboli. Il congresso appena avviato parte con un minimo comun denominatore: la difesa del simbolo e dell'identità comunista, lo stesso simbolo, guarda caso, che solo la federazione di Vibo Valentia, in Italia, ha messo in campo alle ultime elezioni amministrative, una scelta lucida e lungimirante che ha consentito alla coalizione guidata da Barbara Citton di raggiungere un notevole risultato». Per quanto concerne, poi, le elezioni provinciali, Marino ritiene curioso che «I responsabili di Sinistra Democratica si preoccupino di analizzare la situazione interna di Rifondazione Comunista. Probabilmente, qualche esimio pensatore, sentendo parlare di apparentamenti, si sarà sentito già di casa e quindi autorizzato alla libera dissertazione. Sappia costui che i nostri interlocutori non devono e non possono essere partiti o movimenti spinti da interessi occasionali o comunque legati in qualche modo ai poteri forti, più o meno occulti, del paese (a chi è rivolto il riferimento?, ndr). Nella fattispecie Rifondazione Comunista, pur non avendo ricevuto i consensi attesi, è, rispetto alle precedenti elezioni provinciali, cresciuta in numero di voti, ancora superiore a quello dei "parenti illegittimi". La cosa non ci esalta ma ci offre un dato significativo dal quale ripartire. Un quattro per cento ottenuto senza la vergognosa questua del voto, senza il ricatto del posto di lavoro e soprattutto senza il sostegno di "compari e comparielli", rappresenta un dato importante. I nostri candidati – precisa ulteriormente il segretario comunista - non vengono scelti per il parentato numeroso o per i potenti mezzi economici, non erigono costruzioni abusive, non flirtano con i "bravi di paese". Nella "montagna di merda" di cui parla Peppino Impastato c'è anche tutto ciò, non solo la mafia con la coppola. Nessuno sconto all'aspetto morale, né ora né mai. La responsabilità assunta nelle scelte politiche del recente passato – egli conclude - sia da monito per quanti, opportunisticamente ciechi e sordi, sproloquiano».
Pizzo. Il consigliere Di Iorgi diffida la dirigente del settore tributi – Messi comunali, è bufera – La minoranza si rivolge alla Procura della Repubblica 17.5.2008PIZZO – Alla fine di marzo di quest’anno abbiamo riportato un’interrogazione del consigliere di minoranza Giovambattista Di Iorgi riguardo alla nomina dei messi notificatori tra soggetti non dipendenti comunali, rivolgendosi direttamente alla dirigente del settore tributi, dottoressa Isa Scordamaglia. Ora si apprende che lo stesso De Iorgi ha presentato diffida nei confronti del dirigente responsabile, con spedizione anche al segretario comunale, al Prefetto e al Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, che qui appresso si riporta: «Il sottoscritto dottor Giovambattista De Iorgi, consigliere comunale, eletto al comune di Pizzo, premesso che: con propria nota del 28.12.2007, protocollo n. 26025, ad oggetto "Richiesta atti relativi alla nomina di messi notificatori tra soggetti non dipendenti comunali", aveva avanzato richiesta al dirigente dell'Ufficio Tributi del comune di Pizzo, dottoressa Isabella Scordamaglia, tendente ad ottenere copia di tutta la documentazione necessaria e preliminare alla formazione ed al successivo incarico di messi notificatori esterni ed, in particolare, copia di bando di concorso per la partecipazione al corso di formazione per messo notificatore; determina autorizzazione dell'esame d’idoneità a messo notificatore; graduatoria finale dei soggetti ritenuti idonei al corso di formazione permessi notificatori; nota di trasmissione alle rappresentanze sindacali comunali dei soggetti risultati idonei; decreto del Dirigente con il quale è stato conferito l'incarico di messo comunale ai soggetti non dipendenti del Comune, ritenuti idonei a seguito di partecipazione a corso di formazione, autorizzato dal Comune, e riportante le condizioni e le funzioni da svolgere. Tutto ciò al fine di verificare: la conformità dell'iter procedurale alle prescrizioni di cui all'art. 1 commi 158 e 159 Legge Finanziaria 2007, coordinato con i principi generali del diritto amministrativo e la regolare pubblicizzazione della volontà dell'amministrazione comunale di Pizzo di procedere ad un corso propedeutico e di preselezione per un successivo incarico degli idonei come messi notificatori non dipendenti comunali. Premesso, ancora, che a fronte della richiesta avanzata, il Responsabile del Settore Tributi, con nota del 18.02.2008, protocollo n. 4558, rispondeva senza trasmettere nessuna copia degli atti richiesti; con successiva nota, del giorno 25.02.2008, protocollo n. 5131, ad oggetto "Nomina messi notificatori tra soggetti non dipendenti comunali", il sottoscritto reiterava al dirigente del Settore Tributi del Comune di Pizzo la richiesta di copia di tutta la documentazione relativa alla selezione e nomina di messi notificatori non dipendenti, a tutt'oggi, ancora non evasa; l'omessa fornitura delle copie della documentazione richiesta configura, da parte del Responsabile del Settore Tributi del Comune di Pizzo, palese violazione a quanto disposto dalla legge 241/1990. Tutto quanto premesso, il sottoscritto diffida il Responsabile del Settore Tributi dottoressa Isabella Scordamaglia a fornirgli, entro cinque giorni dalla ricezione della presente, copia di tutti gli atti relativi all'argomento in oggetto in possesso del proprio Ufficio (Settore Tributi del Comune di Pizzo). Il sottoscritto, inoltre, chiede al Segretario Comunale di Pizzo ed a S.E. il Prefetto di Vibo Valentia, di voler attivare, per quanto di loro rispettiva competenza, tutti gli strumenti normativi utili a definire la situazione sopra rappresentata e, in caso di reiterato inadempimento da parte del Responsabile del Settore, ogni relativa azione sanzionatoria. Copia della presente nota viene inviata anche al signor Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, al fine di verificare se la situazione quivi rappresentata configuri reati perseguibili».
Pizzo. Il direttivo di Sinistra Democratica critica il consigliere regionale Stillitani – Quelle promesse mai mantenute - «I cittadini napitini devono aprire finalmente gli occhi» 18.5.2008PIZZO – «I pizzitani, nel corso degli anni, sono stati spesso abbindolati con promesse di opere e interventi di varia natura, che mai, però, sono stati realizzati, specialmente in piena campagna elettorale e nel periodo immediatamente precedente. Riteniamo, in quest’occasione, che non vada sottovalutata la comunicazione fatta dall’amministrazione guidata dall’allora sindaco Francescantonio Stillitani circa un finanziamento richiesto per numerosi interventi fantasma, tra cui anche il recupero e la manutenzione di arredi sacri nelle chiese. Infatti, attraverso un comunicato stampa del febbraio 2000, egli annunciava, per garantire ai turisti un livello qualitativo più elevato di quello che ricevono nel luogo di provenienza, di aver progettato alcuni interventi per migliorare l'immagine della città, per la ricerca e conservazione delle tradizioni, l'elevazione culturale, la creazione di una condizione ambientale superlativa. Obiettivi che si sarebbero dovuti raggiungere attraverso la richiesta di appositi finanziamenti all'assessore alla cultura della regione Calabria». Così esordisce un comunicato di Sinistra Democratica, a proposito di alcune iniziative annunciate dall’attuale consigliere regionale dell’Udc Francescantonio Stillitani, però mai concretate, che, in particolare, si riferiscono al "Coro Polifonico San Giorgio", alla realizzazione di corsi musicali, all’attuazione di un centro culturale ed espositivo, alla catalogazione e all'inventario di tutte le opere d'arte di Carmelo Zimatore e all’esecuzione di un volumetto alla programmazione di tre seminari, uno sul "Recupero dei tossicodipendenti e disadattati", un secondo sull'utilizzazione del linguaggio della poesia quale veicolo culturale tra gli studenti, un terzo sul tema "Confronto della cultura degli extracomunitari con quella meridionale. Inoltre, prosegue il comunicato: «Per il duomo di San Giorgio, aveva promesso la rilegatura dei registri dell'archivio storico e d’antichi libri, la riparazione dell'antico armonium a tubi e la realizzazione di una monografia storica illustrata della collegiata; per la chiesa di San Sebastiano, la realizzazione di un volumetto sulla storia e tradizioni della chiesa e la creazione di un museo per arredi sacri e paramenti; per la chiesa del Carmine, la realizzazione di un museo permanente nei sotterranei, dove esistono le catacombe, la stampa di un volumetto sulla storia e tradizione della chiesa; per la chiesa di Piedigrotta, la pubblicazione di un dépliant della storia e di un servizio fotografico; per la chiesa delle Grazie e Purgatorio, il restauro dell'organo a canne, dei dipinti d’artisti locali, delle catacombe e la realizzazione di un volumetto sulla storia della chiesa; per la chiesa dell'Immacolata Concezione, il restauro d’affreschi di artisti locali, e della cappelletta la realizzazione di un volumetto sulla storia della chiesa; per la chiesa dell'Immacolata e di San Ferdinando Re, il restauro conservativo del soffitto esistente e della facciata e la realizzazione di un volumetto sulla struttura. Dove sono finiti quei finanziamenti e quegli interventi? Forse ora è l’occasione buona per darvi corso. Ma – conclude il documento - se anche l’attuale amministrazione comunale non ha più intenzione di dare corso ai suoi stessi progetti presentati in passato, che realizzi qualche progetto attuale e dia un segno di vitalità che sembra non avere più rispetto alle fastose manifestazioni dell’estate scorsa».
Pizzo. Lo stato di degrado del quartiere Marina 20.5.2008PIZZO – Dopo un silenzio dovuto a fattori contingenti, il rinato Comitato Marina scende in campo con un gruppo di convinti e decisi elementi, decidendo di non formalizzare alcuna carica ufficiale, ma assumendosi le responsabilità delle loro azioni in forma solidale e collettiva, per evitare che possa essere preso di mira uno singolo di loro. “La Marina deve essere restituita ai Marinisi”, è questo il nuovo slogan che si sono dato e che cercheranno di concretizzare con atti, denuncia e comportamenti volti a valorizzare l’antico borgo sotto tutti i punti vista, principalmente della convivenza civile e del rispetto delle regole e della legalità, per restituirgli il fascino che ha sempre avuto per i residenti, ma soprattutto per i turisti e visitatori occasionali. A tale scopo annunciano che fra qualche giorno sarà presentata una richiesta al prefetto di Vibo Valentia, corredata di firme e materiale fotografico per denunciare lo stato di degrado in cui è lasciato il borgo, dopo anni di lustro. Intendono, in particolare, chiede al responsabile di Governo, un incontro- colloquio col Comune di Pizzo e con la Capitaneria di Porto, che dovrebbero essere chiamati e responsabilizzati in modo diretto per riqualificare il lungomare di aria demaniale, al fine di venire a capo di un’incresciosa situazione di degrado e di abbandono, che pregiudicherebbe “il diritto primario di essere cittadini di un territorio più vivibile sotto l’aspetto ambientale".
Pizzo. Il consigliere di opposizione Gianluca Callipo attacca il sindaco Nicotra - «Una giunta stagnante» 20.5.2008PIZZO – Per Gianluca Callipo, giovane imprenditore napitino consigliere comunale di minoranza, l'amministrazione comunale continua a disattendere le aspettative e a dimostrare che le promesse fatte in campagna elettorale sono destinate a rimanere tali, per cui i pizzitani sono costretti ad assistere ogni giorno all'aggravarsi delle tante problematiche che affliggono la cittadina, relativamente alle quali l’amministrazione si era posta come l'unica alternativa valida per poterne trovare rimedio. Per Callipo gli esempi sono dei più vari. Viabililtà: non solo assistiamo al fermo dei lavori pubblici già iniziati (si veda la bretella tra i quartieri Mazzotta e S. Antonio i cui lavori sono bloccati da ormai quasi un anno) ed alla mancata manutenzione di quanto già esistente (l'unico parcheggio della Marina è ancora inutilizzabile perché ricoperto di massi), ma addirittura si sta lentamente smantellando quel corpo dei vigili urbani che questi amministratori promettevano di potenziare ed adeguare alle necessità della città. Si è dunque trasferito il precedente comandante dei vigili all'ufficio commercio e si è nominato come sostituto l'attuale segretario comunale, che è senza dubbio persona valida e competente, ma che obbiettivamente difficilmente potrà svolgere contemporaneamente i due gravosi incarichi. Ambiente: ci ritroviamo ad avere le canne che invadono le strade, l'illuminazione pubblica che funziona a singhiozzo, le spiagge piene di oggetti di ogni genere. «Ma - aggiunge ancora il consigliere di minoranza - cosa più grave, è che ancora si continuano a fare dichiarazioni che non trovano poi corrispondenza nelle decisioni che sono assunte. Faccio un esempio: nei mesi in cui iniziarono ad arrivare nelle case dei pizzitani le innumerevoli bollette dei tributi, il Sindaco e alcuni assessori ebbero a dirne di tutti i colori contro la Società Ro.de.co e contro chi a questa società aveva affidato il compito di riscuotere le imposte locali. Conseguentemente, ci si sarebbe aspettato che alla scadenza del contratto della succitata società, avvenuto il 7 marzo 2008, l'amministrazione comunale avrebbe colto l'occasione per porre fine a quello che veniva visto come un "furto" ai danni dei pizzitani. È invece accaduto che tale contratto sia stato rinnovato. Dunque, chi ci amministra si è reso conto di aver sbagliato a criticare l'affidamento della riscossione alla Ro.de.co. (allora dovrebbe ammetterlo pubblicamente, anche a onore di chi quel contratto promosse) o invece le dichiarazioni passate avevano il solo scopo di abbindolare i cittadini avendo in realtà l'interesse a mettere loro le "mani in tasca" per finanziare i faraonici quanto fantomatici progetti di sviluppo sventolati ai quattro venti in campagna elettorale». Quasi per scusarsi di dover sempre fare critiche e denuncie avverso l’amministrazione guidata da Nicotra e Stillitani, Gianluca Callipo, afferma che egli preferirebbe parlare di come siano state soddisfatte le aspirazioni della cittadinanza e di come si stia creando sviluppo, occupazione, turismo, mentre «Nulla di tutto questo vedo neppure all'orizzonte e finché ciò non avverrà, reputo giusto evidenziare in modo critico i problemi che restano irrisolti e soprattutto fare pressione affinché i promessi programmi elettorali vengano rispettati». Ma quali sono i punti del programma elettorale della coalizione vincente? Callipo ne elenca alcuni, che, ovviamente, non sono stati neanche avviati a soluzione: Porto turistico, tangenziale, apertura ascensore, lungomare Marina-Stazione-Marinella con percorsi pedonali, parcheggio sotterraneo Piazza della Repubblica, impegno a non vendere aree destinate a verde pubblico, servizio di trasporto pubblico, restituzione di mille euro per acqua non potabile, potenziamento Polizia Municipale. «Ditemi voi – si chiede il consigliere - se qualcuno di questi punti sia in corso di realizzazione o almeno nell'agenda politica dei nostri amministratori. Però c'è una rilevante novità di cui si sentiva veramente bisogno e che dobbiamo forse ai trascorsi assessorili ai trasporti di un insigne amministratore (il riferimento ovviamente è all’ex assessore regionale Stillitani, ndr). Cittadini gioite: Pizzo ha il trenino. Questo silenzioso, economico, ecologico mezzo di locomozione ha fatto la sua comparsa durante la campagna elettorale per le provinciali, con i simboli dell'Udc e delle belle facce dei suoi candidati, e non ci ha più abbandonati. La popolazione del centro storico e gli automobilisti tutti, indifferenti all'intasamento del traffico ed all'inquinamento acustico, ringraziano».
Pizzo. L’area invasa sa cespugli, canne e carta di ogni genere – A “Villa Papalla” regna il degrado 21.5.2008PIZZO – Quella che ormai viene conosciuta col nome di Villa “Papalla”, cioè lo spazio di verde che sorge nei pressi del bivio tra Via Nazionale e Via Marcello Salomone, di fronte al Bar degli Amici, quindi il biglietto da visita turistico di Pizzo, è abbandonato a se stesso, non curato, abbandonato, invaso da erbaccia, cespugli, canne e finanche da cartacce. Pertanto è assolutamente impraticabile sia ai grandi sia ai piccoli. Evidentemente gli amministratori hanno ben altre gatte da pelare per interessarsi di curare l’aspetto estetico del territorio, ma riteniamo che uno sguardo ed un impegno andrebbe riposto anche a queste minuzie di poco conto. D’altronde, ci sono ben più importanti interventi che avrebbero bisogno di essere attuati, specialmente in questo periodo che si sta approssimando all’estate. A cominciare proprio dalle spiagge e dalle vie di accesso, dal ripristino della sorgente di Sant’Antonio, dalla sistemazione della Marina che è un colabrodo, dalla sistemazione del traffico in tutto il territorio che è un vero e proprio caos, ma specialmente alla Marina che è impossibile utilizzare per il passeggio a causa del continuo via vai di auto e moto, e per la sosta perenne in tutta l’estensione del lungomare Cristoforo Colombo, ed altro ancora che non mancheremo di segnalare.
Pizzo. Tra l’amministrazione comunale e la cooperativa “Progetto Nuovo” - Villa Comunale, è polemica – Tutta l’amarezza del presidente Domenico Boragina 23.5.2008PIZZO – Nell’estate dell’anno scorso ci fu una rovente polemica tra il Comune e i responsabili della Cooperativa Progetto Nuovo, gestore della Villa Comunale di via Nazionale, a seguito dello sfratto subito ad opera della nuova amministrazione comunale guidata dal sindaco Fernando Nicotra, che, si disse, doveva continuare l’epurazione dei “nemici” da alcuni posti strategici che, per come promesso pubblicamente ed esplicitamente in campagna elettorale nel mese di maggio 2007, avrebbe dovuto consegnare in mani degli “amici”. In merito a quelle polemiche, il presidente Domenico Boragina, nella sua qualità di amministratore unico della società, precisò che, in effetti, nei confronti della sua Cooperativa era in corso un accanimento politico e che per un debito di riconoscenza elettorale la gestione della Villa doveva essere consegnata ai “Marinai d’Italia”. Questo dopo che, sempre secondo Boragina, l’amministrazione comunale con una determinazione del 20 luglio scorso 2007, dichiarò unilateralmente la risoluzione del contratto di gestione un anno prima della naturale scadenza. Avverso questo provvedimento del responsabile del settore Lavori Pubblici fu presentato un ricorso al Tar della Calabria, con relativa richiesta di sospensiva, negando che la Villa fosse in stato di degrado come dichiarato dagli uffici comunali e concludeva: «Purtroppo, e con grande amarezza, denuncio all’opinione pubbliche che all’accanimento politico nei confronti della Cooperativa “Progetto Nuovo” si è aggiunto anche un accanimento mediatico distorto». Nei giorni scorsi la questione è stata riesumata con una lettera indirizzata dal presidente al comune di Pizzo, elencando gli ultimi sviluppi sulla vicenda: «In data 7 aprile 2008 il presidente della Cooperativa Progetto Nuovo ha ricevuto dal dirigente dell'Area Tecnica del Comune una comunicazione in cui veniva sollecitato a ritirare il materiale di sua proprietà in giacenza presso i locali della Villa, nella quale era precisato che in caso di mancato ritiro il materiale stesso sarebbe stato "conferito a discarica". A tale "iniziativa - che ha poco sia di conoscenza dei fatti che di garbo (e che lascio giudicare ai vostri lettori) - il presidente della Cooperativa Progetto Nuovo ha replicato, in data 8 aprile, con la seguente lettera: "Riscontro la Sua lettera 7 aprile 2008 prot. n. 8179, a me indirizzata ed avente ad oggetto "comunicazione", per far presente che a seguito dell'Ordinanza n. 25 del 3.8.2007 di "interdizione all'accesso alla Villa Comunale e di permanenza" che ordinava il divieto assoluto di accesso alla Villa a tutti i cittadini per motivi igienico-sanitari, né io personalmente né altri soci della Cooperativa da me presieduta siamo più entrati nei luoghi della Villa Comunale in ottemperanza all'Ordinanza in questione, ad eccezione del giorno 14.8.2007 in cui alla Sua presenza, con un mio socio, è stato effettuato un sopralluogo, in pendenza della contestazione intrapresa per le vie giudiziali dalla Cooperativa medesima. Inoltre, in merito al contenuto della Sua comunicazione, faccio presente che alla nota del Settore Area Tecnica del 16.8.2007 prot. 16925 era stato dato riscontro dalla Cooperativa con mia lettera in pari data protocollata presso il Comune. In considerazione di quanto precede, poiché a tutt'oggi non mi risulta che l'Ordinanza n. 25 del 3.8.2007 sia stata revocata dal Sindaco - nonostante l'esito sulla richiesta cautelare della Cooperativa nel giudizio avanti il TAR della Calabria - non vedo come io possa entrare e prendere visione dei mobili e suppellettili di mia proprietà situati all'interno della Villa stessa. Conseguentemente, nel caso in cui l'Amministrazione Comunale darà corso a quanto comunicatomi nella Sua lettera nei modi ivi previsti, riterrò la stessa Amministrazione responsabile dei danni che da tale azione verranno procurati alla Cooperativa e, conseguentemente, provvederò a tutelarne gli interessi avanti l’autorità giudiziaria competente».
Pizzo. Sinistra democratica si scaglia contro Rifondazione comunista – Non c’è pace nell’Arcobaleno 23.5.2008PIZZO – «Con dispiacere abbiamo letto un comunicato del segretario del Prc, Holmo Marino, che evidentemente non ha ancora ben chiaro quanto è successo alle ultime elezioni provinciali. Egli parla di aumento di voti, ma non si capisce bene a quali si riferisce, visto che nelle amministrative del 2004, nei collegi di Pizzo, il suo partito ha ottenuto circa 500 voti e oggi, al contrario, sono dimezzati. Le ragioni riteniamo che vadano ricercate nel fatto che gli elettori hanno compreso molte cose». Così esordisce Giovanni Donato, responsabile del circolo di Sinistra Democratica, poi rilevando che «Quando si esprime un segretario del Prc, la gente si aspetta frasi e concetti chiari, espressi con nomi e cognomi come ha fatto Peppino Impastato, da lui citato impropriamente, che è una bandiera e un maestro per chi è di Sinistra o Comunista». In ogni caso, Donato dichiara che è sua volontà chiudere la polemica che si è aperta con Rifondazione Comunista, ma che Sinistra Democratica proseguirà per la sua strada, cercando in tutti i modi un dialogo e il raggiungimento dell’unità nella sinistra pizzitana «Poiché, ne siamo fermamente convinti, i valori della Sinistra sono sempre attuali e sono gli unici che non producono ingiustizie e possono portare uguaglianza. Questo è quello che vogliamo far veicolare con il nostro impegno e far apprezzare con il nostro lavoro futuro, ed è per questo che sollecitiamo ancora una volta chi si riconosce in quei valori, siano essi simpatizzanti, iscritti o dirigenti di partito, a partecipare alle iniziative che abbiamo in cantiere. Nello stesso tempo – prosegue il segretario di Sinistra Democratica - non distogliamo lo sguardo dagli avvenimenti che ci toccano più da vicino e, quello cui stiamo assistendo nella nostra Provincia, è a dir poco aberrante, perché è l’esatto contrario della politica sana e ci dispiace che alcuni appartenenti al Pd locale manifestino soddisfazione per un risultato elettorale che, pur corposo nei numeri, ci consegna un Presidente debole rispetto alle correnti interne, che si comportano come partiti avversari tra loro. A noi – rileva Donato - bastano questi trenta giorni e più per confermare un giudizio fortemente negativo, d’altronde già espresso al momento della presentazione delle liste che, all’epoca, ha prodotto lo stravolgimento di un accordo già firmato dai vertici regionali del Pd, stracciato dai nuovi padroni di Vibo Valentia». Per Donato, quello che è uscito dalle urne è un aborto clandestino «Che non farà nascere sviluppo e lavoro, ma altri padroncini che gestiranno il proprio orticello, e se ci fossero state le telecamere anche agli incontri provinciali, siamo sicuri che lo spettacolo che ci avrebbero regalato sarebbe stato paragonabile a quello cui abbiamo assistito al primo incontro regionale, dove schiaffi e insulti si sono sprecati. Proprio un ottimo lavoro hanno fatto Veltroni, Loiero e Minniti!».
Pizzo. Il capogruppo di minoranza Giovambattista De Iorgi critico con l’amministrazione comunale – Polizia municipale inadeguata – Dopo l’allontanamento del comandante Enrico Caria 27.5.2008PIZZO – I consiglieri di minoranza eletti nella lista “Uniti per Pizzo”, guidata dal candidato sindaco Vannino De Iorgi, attraverso il loro giornale ufficiale “Identità”, stanno facendo una sostenuta campagna d’informazione ai cittadini per quello che avviene all’interno delle mura del palazzo municipale, ma anche all’esterno, tenuto conto che non tutti possono o vogliono partecipare alle sedute ufficiali dei consigli comunali. Ebbene, nell’ultimo numero di maggio, tra le altre informative, viene sviluppata un’articolata e precisa inchiesta sul servizio di polizia municipale, corpo che, come già scritto in altro articolo, è stato decapitato del proprio comandante Enrico Caria, trasferito coattivamente ad altro servizio, nonostante questi abbia vinto un regolare concorso. Tutto questo nel più assoluto silenzio dello stesso, ma che i consiglieri di opposizione ritengono illegittimo. «La vicenda del Comandante dei Vigili Urbani di Pizzo - si legge - ci ha dato lo spunto per accendere i riflettori sull'intero servizio della locale Polizia Municipale, che negli anni ci è parso piuttosto inefficiente, sia a causa delle gravi carenze di organico, sia a causa dell'inappropriato utilizzo di personale, giuridicamente non riconoscibile in tale funzione. Sono proprio gli operatori del settore le prime vittime di questa illegittima situazione, che non consente un’adeguata tutela del loro lavoro, che non li sottrae ai pericoli quotidiani e che li espone alle insidie di una possibile contestazione per "l'utilizzo improprio" e per la difficile situazione che sta vivendo il Corpo di Polizia Municipale a causa delle gravi carenze di risorse strutturali e umane, oltre che per le ormai note vicende, che riguardano la rimozione del suo Comandante». La carenza più vistosa, per quanto si legge, è rappresentata dalla reale dotazione organica, sulla carta rappresentata da 7 unità lavorative, compreso il Comandante che è ancora è tenuto lontano dal servizio, e che per l'imminente pensionamento di uno dei Vigili più anziani si ridurrà a cinque. «Naturalmente – si evidenzia - il ridimensionamento dell'immagine di questo servizio potrebbe rappresentare l'ultimo dei pensieri di ogni cittadino di Pizzo, se non fosse che ci stiamo velocemente avviando verso la stagione estiva, per cui la riduzione del contingente dei vigili Urbani ci fa paventare un'estate immersi nel caos più catastrofico, anziché nelle acque, un tempo, limpide del nostro mare. Tutto ciò perché, dei cinque Vigili superstiti, il Comune potrà fare affidamento solo su tre unità, in quanto un Vigile dovrebbe essere, temporaneamente, incaricato del coordinamento del servizio, in sostituzione del defenestrato Caria, mentre un secondo risulta, da tempo, stabilmente distaccato all'Ufficio Tecnico Comunale, in netto contrasto con quanto disposto dall'art. 23 del vigente regolamento del servizio di Polizia Municipale di Pizzo, che non consente l'utilizzo di Vigili Urbani presso altri Uffici e Servizi del Comune». L’organico al completo, si ricorda, dovrebbe essere composto da 13 unità, come previsto dal vigente Regolamento di Polizia Municipale, di cui 10 operatori, 2 Coordinatori e/o Addetti al controllo e 1 Responsabile del Servizio. Riguardo, poi, all’utilizzo dei lavoratori socialmente utili si rimarca l’illegittimità di una simile scelta, anche tenendo conto del parere del Ministero dell'Interno, secondo cui il personale Lsu non può essere utilizzato come Polizia Municipale: «Le Amministrazioni comunali, che si sono avvicendate nel tempo, hanno affidato il controllo del territorio a uno squadrone di operatori Lsu, che, negli anni, sono stati anche dotati di divise e bollettari, operando al di fuori di ogni riferimento normativo e, perciò, illegittimamente. I progetti di utilità sociale, di cui al decreto legislativo 468/1997, non prevedono la possibilità d’impiego di lavoratoti socialmente utili con la qualifica di “Vigili Urbani Provvisori”; gli operatoti Lsu, che, ancora oggi, vengono impiegati con tale mansione, non possiedono, ai sensi della vigente normativa, neanche i requisiti necessari per ricoprire la qualifica di “Ausiliari del Traffico”. Invece, questi lavoratori vengono, ogni giorno, utilizzati sulla locale rete viaria, con funzioni di Polizia Stradale (impegnati nella regolazione del traffico, nell'accertamento delle violazioni, ecc.), sebbene essi non siano ricompresi tra quelle figure professionali abilitate a tale funzione, ai sensi dell'art. 12 del Codice della Strada. Da tutto ciò si deduce che, da circa dieci anni, la circolazione stradale, nella nostra Città, viene abusivamente regolata da operatori non abilitati a tale ruolo, che non possono vestire la divisa e che non possono vigilare sulla locale rete viaria, in quanto non hanno alcuna competenza di Polizia Municipale; perciò, la presenza di questi operatori Lsu configura l'esercizio abusivo della funzione di addetti al traffico. Nei mesi scorsi, una chiara ed esemplificativa circolare del Ministero degli Interni, è stata diffusa dalla Prefettura di Vibo a tutti i Comuni della Provincia che ribadisce e conferma che i lavoratori Lsu non possono assolvere alle funzioni demandate agli Ausiliari del traffico né tanto meno a quelle demandate ai Vigili Urbani. L'illecito utilizzo del Personale Lsu come "Vigili Urbani Provvisori" è motivo di ripetute vertenze e diatribe tra il personale di Polizia Municipale effettivo e gli stessi Lavoratori Socialmente Utili. Questi ultimi, infatti, non hanno un rapporto di lavoro dipendente con il Comune, in quanto prestano la propria opera a corrispettivo dell'indennità di disoccupazione, erogata dallo Stato attraverso la Regione. Per questo motivo, i Lsu rivendicano, a giusta ragione, di essere tenuti a un impegno quotidiano di 4 ore lavorative, per cinque giorni alla settimana, esclusi il sabato, i giorni festivi e i turni di notte, essendo essi retribuiti con un compenso fisso e uguale per tutti (corrispondente all'indennità di disoccupazione), non suscettibile di ulteriori indennità per lavoro straordinario, per lavoro notturno o per lavoro festivo». Pizzo. Non si è mai attivato nonostante sia stato assessore – Ascensore, da Giusy Federico dure accuse a Franco Stillitani 30.5.2008PIZZO – Il consigliere di minoranza Giusy Federico, ex vice sindaco e assessore ai lavori pubblici nell’amministrazione guidata da Francesco Falcone, prendendo spunto dalle critiche mosse dall’attuale sindaco Fernando Nicotra, con richiesta di dimissioni, nei confronti del neo assessore provinciale al Turismo Gianluca Callipo, sostiene che si tratta, nella sostanza, di una pesante caduta di stile del primo cittadino, così dimostrando e confermando ancora una volta che «Non ci si può improvvisare a svolgere determinati ruoli, poiché mai e poi mai un sindaco avrebbe dovuto manifestare il proprio disappunto, ma soprattutto in quei termini, relativamente alla nomina di un assessore provinciale della propria Città. Si dovrebbe da ciò trarre la conclusione che, seguendo politicamente da anni il proprio consigliere regionale, ha dedotto che quando a ricoprire un determinato incarico politico è un avversario questo si traduca in un danno per la propria Città e, per finire, non ricordo che l’allora assessore regionale Stillitani si sia dimesso dalla carica di consigliere comunale per conflitto d’interessi». In aggiunta, la Federico sostiene che Pizzo ha poco beneficiato della presenza, prima in giunta e poi in consiglio, di Stillitani. Infatti, l’ex amministratore sostiene che, nonostante reiterate richieste di finanziamento debitamente documentate, negli anni 2002/2005 con l’amministrazione Falcone, il comune di Pizzo è stato quasi sempre escluso e quello che ha ottenuto è avvenuto per interessamento dell’allora consigliere di minoranza Antonio Borrello. E segnala, in particolare, il finanziamento relativo al collegamento verticale tra Pizzo Marina e Piazza Musolino, cioè all’Ascensore: «Appena eletta, la sottoscritta, allora assessore ai lavori pubblici, da subito si attivava per metter a regime quell’opera che era stata inaugurata, con giro turistico, durante la campagna elettorale dall’amministrazione Stillitani, ma immediatamente prendeva atto che si trattava di un clamoroso falso. Infatti, non solo l’opera non era terminata, ma mancava tra l’altro delle autorizzazioni preventive da parte dell’Ustif. Pertanto, provvedeva a inoltrare richiesta di finanziamento alla Regione Calabria L.24, per la somma necessaria per il completamento, e a contattare l’Ustif per il rilascio delle autorizzazioni». Sempre la Federico, dopo aver evidenziato che all’epoca Stillitani ricopriva la carica di assessore regionale ai trasporti e che, nonostante l’opera di cui sopra fosse di sua paternità con spendita di soldi comunali e non finanziata da altri enti «egli non si è mai attivato affinché il comune di Pizzo ottenesse il finanziamento reiteratamente richiesto», per poi osservare: «Poiché anche nella scorsa campagna elettorale aveva promesso che il giorno dopo la vittoria avrebbe immediatamente messo in funzione l’ascensore, ma che non è avvenuto, ovviamente non può che addossare a inefficienze passate il mancato adempimento della stessa. Mentre, in effetti, l’amministrazione Falcone, resasi conto dell’impossibilità di ottenere il finanziamento dalla Regione, si è attivata a inserire la richiesta nel contratto di quartiere, ottenendolo. È passato un anno da quando quest’amministrazione si è insediata – è la conclusione di Federico - e la stessa è stata in grado solo di richiedere proroghe al Ministero, non si sa se ottenute, dilazionando così i tempi di conclusione dei lavori dell’ascensore e ancora una volta ai cittadini pizzitani non viene detta la verità sostanziale dei fatti».
Giugno 2008 Pizzo. La minoranza denuncia irregolarità nella polizia municipale – Le anomalie negli uffici - «Illegittimo l’utilizzo dei volontari dell’Arcipesca»PIZZO – Oltre all’anomalia riguardante i Lsu che non sono adeguatamente tutelati e che potrebbero essere impiegati, in maniera legittima, nell'ambito dei tanti progetti previsti dal Decreto Legislativo 468/1977, evitando il rischio di future contestazioni per l’utilizzo improprio, i consiglieri comunali di minoranza evidenziano che a rendere ancora più complicata e complessa la problematica relativa al servizio di Polizia Municipale è l’utilizzo dei volontari dell’Arcipesca-Fisa: «Questi ragazzi si vedono di frequente sparsi sul territorio comunale a dirigere il traffico ed annotare le targhe degli automobilisti indisciplinati o disobbedienti. Si, ma a che titolo? Il sindaco ci dovrebbe spiegare che cosa c’entra un’associazione di volontari con il controllo della viabilità e delle infrazioni al Codice della Strada; ci dovrebbe anche indicare quale legge conferisce compiti di “Ausiliario del Traffico” a questi ragazzi. La risposta è semplice: nessuna!». Infatti, è rimarcato il fatto che tale funzione può essere svolta solo da dipendenti comunali, dagli appaltatori di aree comunali destinate a parcheggio o loro dipendenti limitatamente alle aree contrassegnate dalle strisce blu, mentre tra questi giovani volontari potrebbe esserci qualcuno ancora privo di patente di guida, che presuppone una minima conoscenza del Codice della Strada: «È appena il caso di ricordare che la "funzione civile", che è propria dei volontari della Protezione Civile, consiste nella "sorveglianza del territorio", intesa come monitoraggio, difesa e controllo dei rischi naturali, di cui all'art. 2 della Legge n. 225/1992. Infine, a rendere impropria la presenza di questi giovani volontari, affiliati alla Protezione Civile, c'è anche una ragione di opportunità: l'immagine della Città. Infatti, il turista, che giunge in auto a Pizzo e che si ritrova la Protezione Civile dappertutto: agli incroci, nei parcheggi e, persino, nel salotto di Piazza della Repubblica, potrebbe pensare di essere approdato in un Paese in perenne emergenza, dove si possono fare, al massimo, "due passi nel coma profondo", altro che "due passi nel sogno"». In conclusione, secondo i consiglieri di minoranza, a Pizzo il rispetto delle regole è vissuto con una grande elasticità e pressappochismo, per cui non è difficile osservare continui scambi di ruoli e assunzione di funzioni improprie: «Un esempio? A Pizzo, ci sono consiglieri comunali e, addirittura, estranei allo stesso consiglio comunale, che detengono deleghe proprie della Giunta, mentre gli assessori effettivi non hanno nessuna delle specifiche competenze proprie dell'organo di governo comunale. Perciò, come ci si può meravigliare se il comandante della Polizia Municipale è destinato al settore commercio, se un altro Vigile è distaccato all'Ufficio Tecnico, se il servizio di Polizia Municipale, dal lunedì al venerdì e per le sole ore diurne, è affidato agli operatori Lsu e, addirittura, nei giorni festivi o nelle ore notturne, lo stesso servizio è affidato ai volontari della Protezione Civile? In questo Paese, quindi, basta indossare una divisa, una casacca o un bracciale stampigliati con la dicitura "Polizia Municipale" per acquistare l'autorità e i poteri del Vigile Urbano. A questo punto, ognuno può farsi un pensierino: basterà tenere in macchina, a portata di mano, fischietto e "paletta" d'ordinanza». Altra problematica sollevata riguarda i Vigili titolari, che lamentano di condividere con i Lsu il ruolo e le funzioni di ufficio, ma non il carico di lavoro, poiché tutto il lavoro straordinario ma, soprattutto, quello festivo e notturno grava solo sul personale effettivo. «L'anomala posizione dei Lsu, è responsabile anche di un'altra violazione del Regolamento di Polizia Municipale che, all'art. 21, così recita: "Ai servizi interni d'istituto e burocratici, è addetto esclusivamente personale appartenente al servizio"; ciò comporta che il personale Lsu, per ragioni di riservatezza e di segreti d'ufficio non può nemmeno lavorare come addetto ai servizi interni della Polizia Municipale. L'altro aspetto, che impedisce l'utilizzo dei Lavoratori Socialmente Utili come Vigili Urbani " (Provvisori o Ausiliari del Traffico) è di ordine giuridico assicurativo. Infatti, i lavoratori socialmente utili sono esposti agli stessi rischi che incombono sui veri Vigili Urbani, primo tra tutti, il pericolo di rimanere vittime d’incidenti, nel corso del "servizio". In una tale malaugurata circostanza, al vero Vigile Urbano è riconosciuto e indennizzato l'incidente come infortunio sul lavoro, mentre al Lavoratore Socialmente Utile, un eventuale incidente stradale durante il "servizio" non può essere riconosciuto come incidente sul lavoro».
Pizzo. Per l’ufficiale marittimo il merito non è delle organizzazioni sindacali – Legge sull’amianto, Malerba precisaPIZZO – Il Capitano di macchina Matteo Malerba, con riferimento ad alcune informative e considerazioni apparse in un servizio di altro giornale, al fine di stabilire la verità delle cose e per mettere chi ne ha diritto nelle condizioni di potersi muovere nell’ambito della legge che disciplina la pericolosità dell’amianto approvata il 12 dicembre 2007 dal Governo Prodi, esprime delle valutazioni abbastanza critiche nei confronti di vari soggetti: «I sindacalisti della FILT-CISL, della FILT-UIL e della CGIL-Trasporti Settore Marittimo, che fino a pochi giorni fa erano all'oscuro di tutto e che sono stati informati da me, ora sembra che vogliano prendersi il merito dell'approvazione della legge sull’amianto, non sapendo, invece, che i maggiori meriti vanno attribuiti al Collegio Nazionale Capitani di Lungo Corso e Macchine di Genova, al quale sono iscritti i migliori Capitani e Direttori d’Italia, tra cui anch’io». Malerba, poi, rileva che c'è tutto un iter burocratico da seguire, a incominciare da quanto andrà a fare l’Inps che dovrà inviare la prima lettera al Ministero del Lavoro, quindi saranno avvertiti, sempre tramite lettera, la FILT-C1SL, la FILT-UIL e la Filt-Cgil Settore Trasporto Marittimo. In seguito sarà inviata un'altra lettera all'Ipsema di Palermo, presso la quale risiedono tutte le domande dei marittimi che potranno avvantaggiarsi, che ammontano a circa 30.000, ma solo quelli che possiedono almeno dieci anni di navigazione su navi esposte al pericolo amianto e che saranno riconosciuti come quindici anni, e per quelli che ne hanno venti, diventeranno venticinque, e così via. «Non so per quali motivi – evidenzia il Comandante Malerba - la Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina, che riceve regolarmente il quotidiano “Vita e Mare”, organo si stampa del settore marittimo con riconoscimento giuridico, ha rilasciato gli estratti matricola anche a coloro i quali non avevano dieci anni di navigazione utili. Certamente ha sbagliato ed io mi auguro che presto si faccia sentire per confermare o smentire quanto da me esplicitato, poiché tutto il ritardo è dovuto proprio in gran parte alle sue colpe e in parte ai sindacati chiamati direttamente in causa a che, invece di fare politica, dovrebbero sapere rappresentare al meglio la categoria dei marittimi. A tale proposito – conclude Malerba - mi sento in dovere di aggiungere che in Campania una quarantina di marittimi hanno fatto ricorso a un avvocato e che da ben oltre dieci anni hanno ottenuto tale riconoscimento. Infine, faccio un’esortazione a tutti gli Allievi Ufficiali Nautici, Aspiranti Capitani e Capitani di iscriversi al Collegio Nazionale di Genova, da cui dipendono tutti gli altri Collegi, compreso quello di Pizzo, che, da quanto mi risulta conta pochissimi iscritti».
Pizzo. La segnalazione del consigliere comunale Raffaele Borrello – Il quartiere Stazione lasciato nel degrado dall’amministrazione 8.6.2008PIZZO – L’estate ormai è alle porte e già s’incomincia a notare schiere di comitive che pacificamente invadono la bella cittadina tirrenica con lo scopo di trascorrervi qualche ora in serenità e allegria, non disgiunte dal gustare i gelati tipici che escono dalle abili mani dei gelatai pizzitani, ormai famosi in tutto lo stivale per la loro bravura e cortesia. Particolarmente assaliti, sono i quartieri della Marina e della Stazione, entrambi abbandonati e senza ordinamento, dove il caos regna sovrano e dove auto e moto vanno avanti e indietro, senza soluzione di continuità, creando enormi disagi agli avventori, sia forestieri sia pizzitani stessi. Titti impossibilitati a fare semplicemente due passi in pietà tranquillità, specialmente con enormi disagi per le povere mamme con i loro figlioletti che non possono assolutamente passeggi<re per i veleni che ammorbano l’aria scaricati dai tanti mezzi motorizzati di ogni specie. Ed è proprio quest’assurda, incomprensibile e inconcepibile situazione, più volte segnalata dalle pagine di questo giornale, che ha spinto il consigliere di minoranza Raffaele Borrello, già presidente del consiglio comunale nella giunta Falcone, a esprimere delle sue considerazioni propositive. «Tra qualche settimana – afferma Borrello - queste zone subiranno una netta metamorfosi poiché, da quartieri abitati da non molti nuclei familiari, qui saranno presenti almeno il triplo degli individui, di cui la stragrande maggioranza con l’obiettivo di trascorrere qualche giorno di relax. Per rendere più appetibile questa porzione di spazio intendo fare alcune precisazioni: proprio nel quartiere Stazione da qualche giorno si registra un avvenimento che lascia sbalorditi. Infatti, questo lembo di territorio è totalmente al buio e ciò genera molti disagi agli abitanti di quella zona che sono orfani di un servizio essenziale del vivere civile. Come ben sappiamo sono i nostri giovani, nella maggior parte dei casi minorenni, che vi si recano in motorino o persone che desiderano solo passeggiare, per cui, al fine di evitare qualche spiacevole avvenimento si chiede all’amministrazione comunale di farsi carico del problema e di innescare quei meccanismi necessari per la loro soluzione. Quando attueranno almeno parte del loro programma, che conteneva oltre un intero foglio, nel quale erano prospettati gli interventi per il potenziamento dell’illuminazione pubblica? Inoltre – prosegue sempre Borrello - mi preme rilevare che, sempre nel quartiere Stazione, precisamente nel tratto di marciapiede che precede la spiaggia “Sanguedolce”, da diverso tempo non ci sono più le panchine e quel poco verde attrezzato esistente versa in condizioni pietose. Per non parlare della situazione indecorosa presente nella villetta antistante agli stabili della dismessa stazione ferroviaria, dove ormai l’erbaccia ha raggiunto primati olimpici». Raffaele Borrello, con lo scopo di rendere vivibile il quartiere Stazione, finisce e si augura che l’amministrazione retta dal sindaco Fernando Nicotra, anziché continuare a «professare un cumolo di obiettivi faraonici, che a mio parere costituiscono solo fumo negli occhi per sviare e nello stesso tempo eludere i reali problemi che attanagliano la nostra collettività, si dia da fare concretamente almeno a risolvere quei problemi per i quali è necessaria soltanto una buona dose d’impegno e d’interessamento anche da parte di quegli assessori che fino ad oggi sono stati del tutto assenti e mai si sono visti e sentiti».
Pizzo. Donato (Sd) accusa: «La città è piena di rifiuti» 10.6.2008PIZZO – «La nostra Città, dalla forte vocazione turistica, si appresta, con l’arrivo dell’estate, a ricevere i primi turisti. È mio desiderio ricordarle che, tra i suoi numerosi oneri, grande rilevanza ha il mantenimento dell’ordine e della pulizia della cosa pubblica. Nella mia veste di coordinatore della sezione cittadina di Sinistra Democratica, ma più semplicemente come cittadino, la invito a prendere atto del diffuso degrado in cui versa la nostra Città, escludendo ovviamente Piazza della Repubblica e Piazza Castello. Purtroppo, non solo questi siti sono visitati dai turisti». Così inizia Gianni Donato, coordinatore cittadino di Sinistra Democratica, molto deluso dalla latitanza, a tutti i livelli, dell’amministrazione di centro destra guidata dal sindaco Fernando Nicotra, per poi proseguire: «Le spiagge sono ricoperte da lordume diffuso e, nel caso specifico, la Seggiòla è ancora una volta inquinata da scarichi fognari. Probabilmente la stazione di pompaggio non opera con perfetta efficienza, e, infatti, ho potuto personalmente costatare che da diversi giorni una tubazione scarica a mare il suo lordume. Sempre la stessa spiaggia è diventata un sito per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, dove i cumuli nulla hanno da invidiare ai più noti omologhi campani, solo che qui giacciono nel completo disinteresse dell’amministrazione da lei presieduta». Quindi l’invito diretto al primo cittadino a voler intervenire affinché sia bonificata quella zona, rendendola fruibile a turisti e pizzitani: «Sono sicuro, e con me concordano molti cittadini delusi per la sua latitanza ormai diventata proverbiale - termina ironicamente l’uomo politico di Sinistra Democratica - che per l’estate incombente lei e i suoi validissimi collaboratori organizzerete le solite festicciole da piazza, i festini con bandèri, papi, papuzzi e papagghjòndi, con i soliti fùrgula, cui ormai ci avete abituati, ma desidereremmo che lei fosse più presente nell’amministrare la cosa pubblica, che fosse più attento ai problemi del territorio, tenuto conto anche che avete anche aumentato le tariffe della spazzatura (Tarsu), e non solo».
A quanto la nuova sede dell’Inps? Struttura inadeguata – Il silenzio dei sindacati 23.1.2008Si era alla fine dell’anno 1996, quindi undici anni or sono, allorquando qualcuno promise che a presto sarebbe stata costruita la nuova sede dell’Inps, anche perché nel frattempo l’Istituto previdenziale aveva ormai assunto la veste, operativamente e formalmente, di sede provinciale, con tutte le incombenze che da quest’evento ne sarebbero derivate. Gli organi centrali, a loro volta, in attuazione di una politica rivolta al massimo decentramento dei servizi da rendere ai cittadini, aveva anche aperto i due Centri Operativi di Serra San Bruno e di Tropea. Uffici periferici che svolgono quasi interamente gli stessi servizi della Sede Provinciale di Vibo Valentia. Però, nonostante tale politica di decentramento e di massima informatizzazione, la Sede Provinciale stranamente è ancora ubicata, e da parecchi anni, in una struttura non idonea a garantire la massima efficienza e funzionalità, dovendo riconoscere che il merito dei positivi risultati raggiunti nella fornitura dei servizi alla collettività vibonese da attribuito esclusivamente all'operatività, allo spirito di servizio e d’adattamento degli operatori, ad ogni livello. In quello stesso anno, l’allora segretario della Cisl Andrea Marino partecipò agli iscritti della sua sigla che lo stanziamento per la costruzione della nuova sede c'era e che, inoltre, era stata anche individuata l'area su cui sarebbe dovuta sorgere. Sempre in quell’anno si ebbe notizia che il direttore provinciale pro-tempore fu convocato presso la Direzione generale proprio per discutere di questi problemi. Una nuova e funzionale sede per l’Inps vibonese, ovviamente, oltre che rendere più snelli, efficaci, efficienti e puntuali le varie prestazioni da rendere ai clienti-utenti, servirebbe a porre al centro il fattore umano, nella piena consapevolezza e convinzione che l'uomo deve essere al centro e al di sopra d’ogni scelta, anche a scapito dell’economicità, tenendo conto che ogni cosa deve essere guidata da una sua morale, ciò partendo dalla constatazione che per il fattore umano bisognerebbe profondere il medesimo impegno e interesse rivolto all’informatizzazione, all’efficienza, o a quella che viene chiamata "qualità totale". Quest'ultima, in sostanza, non deve assolutamente andare a scapito degli interessi del personale, pur se si riconosce che il tutto deve essere orientato a soddisfare i bisogni dei cittadini-clienti.
Pizzo. Il consigliere di opposizione Borrello ribadisce le critiche alla giunta - «La città in preda al degrado » 15.6.2008 – Particolarmente grave il problema della viabilità su Via NazionalePIZZO – Con riferimento alla replica dell’assessore Militare a riguardo del quartiere Stazione, il consigliere di opposizione Raffaele Borrello intende fare una precisazione: «Fin dagli albori del mio impegno politico, non soffrendo di manie di protagonismo, mai mi è sfiorata l’idea di ergermi a paladino di chicchessia, ma, in funzione del ruolo che svolgo, sento una forte necessità di denunciare lo stato di degrado oggettivo che si manifesta inesorabilmente, e avverto il bisogno di dichiarare quello che nella nostra cittadina è sotto gli occhi di tutti, quindi non posso fare a meno di esprimere delle considerazioni in merito ad un fatto di estrema gravità. Infatti, ormai da troppo tempo la comunità pizzitana attende delle risposte concrete rispetto agli innumerevoli problemi atavici che incombono in modo costante sulle abitudini degli abitanti del centro tirrenico, e sicuramente, una questione che lascia attoniti è la situazione in cui versa a Pizzo la viabilità sull’intero territorio comunale, in particolare sulla Via Nazionale che è divenuta l’arteria più caotica del paese». Borrello rileva che molto probabilmente la causa della persistente destabilizzazione urbana è generata dal fatto che nella zona periferica vive più della metà della popolazione e che la Via Nazionale ormai è diventata una strada polifunzionale, dove sono presenti sia attività commerciali sia di servizi, ma, per l’ex presidente del consiglio comunale, la cosa che non si può più tollerare è vedere transitare, sostare in doppia fila i mezzi pesanti, e i disagi conseguenti al suono dei clacson, per cui «In attesa che l’amministrazione Nicotera e l’assessore al ramo diano contezza all’intera comunità del motivo per cui i lavori della bretella che dovrebbe collegare località Mazzotta a Via Pietà siano inspiegabilmente fermi da un periodo cosi lungo – aggiunge Borrello - anche se tale opera non risolverà nella totalità il problema, ma che potrebbe rappresentare un prezioso palliativo rispetto alle continue angherie che si manifestano ogni giorno sulla Via Nazionale». Quindi, in proposito, segue un suo suggerimento: «Avrei alcune cose da proporre agli attuali amministratori: dislocare nei punti nevralgici, dove è impossibile anche attraversare la carreggiata, alcuni vigili urbani poiché la loro presenza è sporadica; vietare il transito dei mezzi pesanti. Ciò perché, a parere di Borrello, gli autocarri che circolano in ambo i sensi di marcia si dirigono o verso lo svincolo autostradale o verso la zona industriale delle Marinate, e di conseguenza «basterebbe attivare quei procedimenti in base ai quali si nega il passaggio sulla Nazionale, poiché le mete sopra menzionate possono essere raggiunte nel seguente modo: per giungere allo svincolo della A3 basta proseguire sull’autostrada che si sta percorrendo; per arrivare nella zona industriale delle Marinate occorre solo svoltare per l’uscita di Sant’Onofrio presente sull’autostrada e percorrere la strada provinciale fino in prossimità del bivio Pietà e, attraverso il breve tratto di SS. 18 che passa per Pizzo, giungere alla meta; poi, per evitare un danno economico alle realtà commerciali presenti sul territorio, si può fare in modo che il passaggio dei mezzi pesanti avvenga per fasce di orario, ossia nelle ore pomeridiane dalle 14 alle 16 e dalle ore 20:30 alle 7:30».
Pizzo. «Siamo pronti a ogni forma di lotta per fare valere il diritto di sopravvivenza delle nostre attività» – Tariffe comunali, la protesta dei commercianti 17.6.2008PIZZO – Nella prima metà del mese di marzo di quest’anno abbiamo fatto notare le difficoltà, serie, cui stanno andando incontro i piccoli commercianti di Pizzo, per le varie motivazioni che specifici e approfonditi studi potrebbero chiarire, ma soprattutto ed essenzialmente conseguenza della stretta morsa dei grandi supermercati. Sostenevamo, in sostanza, che molti negozi stanno chiudendo senza soluzione di continuità non potendo competere per prezzi e varietà di prodotti offerti. Il danno più immediato era ed è che i centri storici si stanno impoverendo e il piccolo esercizio sotto casa sta scomparendo per l’usanza di andare a comprare nei grandi centri commerciali, a Pizzo e fuori Pizzo, rendendo molto drammatica la sopravvivenza delle varie famiglie coinvolte. Il gravissimo e serio problema, da noi opportunamente anticipato qualche mese fa, ora è stato ripreso dall’associazione dei commercianti di Pizzo, che ha ritenuto importante dover inviare una petizione al sindaco di Pizzo per segnalare, appunto, le grandi difficoltà che affrontano, indicando alcune delle cause devastanti come la recessione economica, l’aumento dei prezzi delle materie prime che riducono il potere di acquisto delle famiglie, il conseguente calo dei consumi, gli aumenti sconsiderati delle tariffe che l’amministrazione del sindaco Fernando Nicotra ha messo in cantiere, oberandoli, come la TARSU, senza considerare che il paese si sta svuotando delle attività commerciali, soprattutto nel centro storico e non solo, che una dopo l’altra abbassa le saracinesche. «A voi amministratori – si legge - sfugge forse il fatto che sono i commercianti, che con i loro sacrifici aprono i loro negozi con zero prospettive, che rendono vivo il paese e che questi andrebbero aiutati e incentivati, come fanno in tantissime località, a tenere aperte le loro attività e anzi ad aprirne delle nuove, specialmente in un paese come Pizzo a “vocazione turistica». Poi, rivolgendosi direttamente al sindaco Nicotra, domandano: «Ma e se chiudono, lei non pensa che i turisti vedrebbero un paese morto, dato che è già agonizzante? Non è il trenino che rende vivo il paese, ben vengano tutte le iniziative, ma soprattutto ben venga un aiuto a questa categoria, come ha già pensato di fare con altre. Abbassi le tariffe anziché aumentarle, non pensi di salvare il bilancio comunale sulle nostre spalle. Crediamo che questa volta la goccia abbia fatto traboccare il vaso, i commercianti sono pronti a ogni forma di lotta per fare valere il diritto alla sopravvivenza delle loro attività, che è anche il diritto che hanno i cittadini ad avere i negozi del loro paese aperti, anziché andare fuori paese a spendere i loro pochi soldi, e il diritto dei turisti che, dopo avere speso i loro risparmi, vedrebbero un paese vuoto».
Pizzo. Chiamate in causa le responsabilità della giunta targata Nicotra – Contrato di quartiere a rischio – Lo sostiene il dirigente del Partito Democratico Franco Procopio 17.6.2008PIZZO – «Inorridisco per le affermazioni che l’amministrazione comunale fa sul contratto di quartiere, perché quantomeno sono pretestuose e alla ricerca di alibi. È vero che Pizzo rischia di perdere i finanziamenti ministeriali, non perché il progetto è stato bocciato dalla Regione Calabria, ma semplicemente perché si vuole spostare la costruzione dei 25 alloggi destinati agli anziani e alle giovani coppie dal sito della Marina a quello dell’Istituto Commerciale, nel quartiere San Francesco, perché da fastidio a qualcuno avere le case popolari vicino alla propria abitazione». È quanto afferma Franco Procopio, già segretario politico del Pds e attuale dirigente del Pd, circa il rischio, serio e concreto, di perdere gli ingenti finanziamenti per il contratto di quartiere, già ottenuti dal competente Ministero a seguito di un progetto redatto dalla precedente amministrazione, di cui egli faceva parte, progetto che è risultato il primo della graduatoria e scelto «Perché era eccellente e con le carte in regola per essere finanziato, un progetto costato tanti sacrifici in termini di tempo ed economici da parte di tecnici, amministratori, cooperative e privati. Cittadini che hanno investito e sperato proprio che il Centro Storico fosse risollevato dal vecchiume e il fatiscente che lo avvolge e lo porta sempre più in basso urbanisticamente, economicamente e socialmente. Pizzo del rilancio del Turismo e delle attività socio-economiche non merita questo. Perciò, l’arroganza mista all’inefficienza di quest’amministrazione comunale rischia di farci perdere circa sette milioni di euro per il recupero del Centro Storico». Procopio sostiene, senza mezzi termini, che l’amministrazione Nicotra cerca con arroganza di «imporre le proprie scelte anche agli altri enti, vedi Scuola e Provincia, con le quali possono essere presi accordi di comune convenienza e l’efficienza di portare avanti le pratiche, dopo aver ottenuto dal Ministero ben due proroghe di sei mesi ciascuna per questa nuova localizzazione dei 25 alloggi, ci porteranno gradatamente e inesorabilmente verso una tragica e delittuosa perdita dei finanziamenti. Voglio sperare – termina Procopio - che tutti si adoperino nel senso della soluzione di questo problema e che quest’amministrazione abbia il buon gusto di riconoscere le proprie responsabilità degli atti e delle politiche sciagurate che porta avanti, anziché crearsi un alibi preventivo al fallimento non auspicabile della vicenda».
Pizzo. Matteo Malerba, dell’Associazione Marinisi, denuncia lo stato di abandono ambientale 18.6.2008PIZZO – Per Matteo Malerba, membro della neo costituita Associazione Marinisi, afferma che l'ambiente, a Pizzo, da diversi anni versa nel più squallido abbandono e «nessuno si muove per farci guadagnare qualche posizione, tenuto conto che nella provincia di Vibo Valentia siamo relegati agli ultimi posti. In tutto il mondo, in questo particolare momento, non si parla d’altro che di raccolta differenziata. Il colmo è che l'assessore all'ambiente Holmo Marino – egli rileva - è l'unico ad avere rifiutato un contributo di 107.000 euro per la raccolta differenziata a Pizzo, poiché, secondo lui, i pizzitani non riescono a raggiungere il tetto del 15 per cento. Io gli rispondo che questa idea, del tutto sbagliata, deve tenerla soltanto per sé, poiché è del tutto personale e soggettiva. Oggi, invece, l'idea deve essere inserita in un'ottica moderna, a pari passo con i tempi e, pertanto, l'assessore all'ambiente deve togliersi di dosso il paraocchi in modo tale da potere rivolgere lo sguardo lontano, perché solo così si possono raggiungere i traguardi più ambiti. E poi – osserva Malerba - prima bisogna sostenere una qualsiasi prova di esame e poi si può essere promossi o bocciati». Per quanto, poi, riguarda gli ambientalisti, o quelli che si ritengono tali, evidenzia l’errore di essersi espressi negativamente sulla creazione del porticciolo turistico dietro le vasche a Pizzo Marina, sottolineando, però, che non hanno mosso un solo dito per condannare la discarica a cielo aperto nella stessa zona, e annuncia: «Dico loro che, per fortuna di Pizzo, ci siamo noi dell’Associazione Marinisi, che abbiamo deciso ancora una volta di scendere in campo in difesa del territorio napitino». In effetti, sono loro, ed in prima linea lo stesso Malerba, che stanno pulendo tutto l’arenile della Marina, ovviamente in modo volontario.
Pizzo. A febbraio la piscina del Nautico si doveva aprire – Siamo a fine giugno e ancora nulla di fatto - Invito all’assessore napitino Gianluca Callipo a spingere la giunta provinciale nella giusta direzione 18.6.2008PIZZO – All’inizio di febbraio di quest’anno, a seguito di una puntuale cronistoria della brutta vicenda della piscina semiolimpionica dell’Istituto Tecnico Nautico, la cui costruzione risale a nove anni orsono, abbiamo accolto, sempre nelle pagine di questo giornale, un intervento dell’allora assessore provinciale ai Lavori Pubblici, Paolo Barbieri, il quale ci ha fornito delle notizie rassicuranti, presente anche l’ing. Francesco De Fina, dirigente ai lavori pubblici con competenze specifiche all’edilizia scolastica. Infatti, Barbieri precisò, ancora una volta, che già un anno fa la Provincia mise in cantiere alcuni interventi in una fase successiva alla costruzione perché il progetto fu presentato dalla scuola e finanziato con i progetti Ue. Durante la fase di costruzione della struttura, in sostanza, ci furono dei problemi nella procedura e delle difficoltà, tanto è vero che all’epoca furono evidenziati una serie di elementi negativi: il terreno ancora non accatastato; il Comune, ente proprietario, non aveva concesso le opportune autorizzazioni; durante la fase di esecuzione dei lavori non si era tenuto conto delle norme di sicurezza relative all’impiantistica sportiva. Altre inadeguatezze di sicurezza furono risolte sostituendosi alla scuola e al comune di Pizzo, intervenendo con fondi provinciali, e i cui lavori furono avviati nel 2006. Ebbene, in quella stessa occasione l’ex amministratore provinciale fu abbastanza categorico, fornendo una buona notizia, che si sperava quella definitiva, ma che nei fatti ancora si è rivelata molto fragile, forse perché lo stesso Barbieri non fu riconfermato dopo le ultime elezioni provinciali: «Tenuto conto delle rassicurazioni che abbiamo avuto dall’impresa, nel giro di qualche settimana e, comunque, entro questo mese di febbraio (2008, ndr) noi siamo nelle condizioni di operare gli ultimi adempimenti, quali i collegamenti con i servizi, quindi a breve riusciremo a ultimare l’opera e consegnarla alla scuola, in questo modo dando una risposta positiva e facendo in modo che la piscina venga consegnata alla comunità di Pizzo e alla comunità provinciale, tale da poter essere utilizzata». Non vorremmo, malauguratamente, che per l’entrata in funzione della piscina semiolimpica dovessero passare altri nove anni, per cui i pizzitani, giustamente, confidano che la nuova amministrazione De Nisi assuma in proprio tutta la questione, con lo scopo di semplificare le varie procedure e per rendere agibile quell’importante struttura, che ormai rischia di andare in malora, come tante altre opere pubbliche costate fior di quattrini. Tanto più che questa volta, nella giunta provinciale, c’è anche l’assessore pizzitano Gianluca Callipo, che s’invita a prendere coscienza dell’intera situazione portando a compimento quello che altri, purtroppo, non sono riusciti a fare.
Pizzo. In fase di costituzione l’Associazione degli Operatori Turistici 18.6.2008PIZZO – Lo scorso 11 giugno presso l’Hotel Marinella si è svolto un incontro di alcuni titolari e gestori di strutture ricettive allo scopo di definire lo statuto della costituenda associazione degli operatori turistici pizzitani. L’occasione è stata utile anche per esaminare la recente manovra economica varata dall’amministrazione comunale nel silenzio generale. Si è appreso, infatti, che, con deliberazione di Giunta n. 74 dell’8 maggio scorso, per non cadere sotto la scure del decreto legge emanato dal Governo per impedire agli enti locali di aumentare le tariffe, l’amministrazione cittadina ha stabilito di elevare allo 0,6 % l’addizionale Irpef, di aumentare i valori delle aree fabbricabili da dichiarare ai fini ICI, i ticket di tutti i servizi, le tariffe e i diritti per le attività dei vari uffici comunali (specie quello tecnico), nonché, in particolare, le tariffe dei diversi servizi, da quello idrico e fognante al servizio della raccolta dei rifiuti solidi urbani (RSU). In particolare, si è rilevato lo spropositato aumento di quest’ultimo e, soprattutto, la sua distribuzione fra i contribuenti ha raccolto le più vibrate proposte di tutti i presenti, i quali hanno rimarcato come siano state penalizzate tutte le attività del settore turistico, proprio di quel settore che quest’amministrazione aveva promesso in campagna elettorale di volere favorire e incentivare. È emerso, infatti, che «campeggi e villaggi turistici verranno a pagare non più 1,80 euro/mq, bensì ben 5,85euro con un aumento da un anno all’altro del 225%. La stessa tariffa sarà pagata dagli esercizi alberghieri, che prima pagavano 1,82 euro/mq, in questo caso con un aumento “soltanto” del 221,43%. Meglio, si fa per dire, è andata agli stabilimenti balneari, da 1,80 a 4,65 €/mq con un aumento del 159%. Ovviamente non solo gli albergatori hanno da piangere lacrime amare giacché, per esempio, alle palestre è stato applicato un aumento del 456%, alle latterie del 297%, agli studi professionali del 592%, ai depositi del 329%. A beneficiare di una riduzione solo cinema (non paga più), laboratori orafi (-26%), prodotti ittici (-41,5%), lavorazione prodotti della pesca (-50,26%) e poche altre attività». È stato pure evidenziato che l’amministrazione di centrodestra retta dal sindaco Fernando Nicotra ha previsto, tra l’altro, con l’approvazione del bilancio preventivo, che tali tariffe si applichino già dall’1 gennaio 2008, che il corso del servizio RSU lieviti nel 2008 a € 1.368.000 a fronte dei 936.240 euro del 2007, con un incremento del costo del 46,12% del tutto ingiustificato. Grande è stata l’amarezza manifestata dai presenti all’incontro i quali hanno ricordato come già sono penalizzati rispetto ai concorrenti di altre località dal dover fare fronte con i propri mezzi e sacrifici ai disservizi e ritardi della pubblica amministrazione, e per questo hanno annunciato di voler proporre un ricorso d’urgenza al TAR della Calabria, nel caso in cui le trattative che si andranno a intavolare con i responsabili dell’amministrazione comunale non dovessero sortire alcun effetto. A tale scopo si è deciso che già a partire dal prossimo lunedì 16 giugno, alle ore 17, presso la stessa sede, si procederà alla formalizzazione dell’associazione e alla nomina dei responsabili. «In definitiva – è stata la conclusione - altre nubi nere si addensano all’orizzonte degli operatori turistici napitini in una stagione che si annuncia gravida di difficoltà, avendo fin qui Pizzo registrato un netto calo di presenze rispetto agli ultimi due anni a vantaggio delle località vicine, specie Tropea».
Salutissimi ed aspetto tue notizie. Orlando Accetta Via Nazionale Coop. Baia Napitia Pal. A3 89812 PIZZO – VV
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