PERCORRENDO LE VIE
DEL CENTRO
di Sara Pacifico
Riflessioni
Porte e finestre sono serrate, non c’è
chiasso, non c’è cicalio animato, le case
fatiscenti ed abbandonate appaiono come fantasmi di un passato, che non è molto
lontano. Eppure sono state testimoni di tutte le nostre vicende, ci hanno visto
ridere, piangere; hanno visto la nostra miseria, matrimoni, lutti, sono state
allietate da belle canzoni ed intristite da grida accorate, ci hanno visti
bambini e poi vècchi. Hanno seguito gli avvenimenti della storia, la cattura di
Murat, la venuta di Garibaldi, le imprese eroiche di Benedetto Musolino. Hanno
visto la società mutare nei gusti e nei costumi e, quindi, il cambiamento
dell’atteggiamento di noi cittadini, troppo protesi verso questa società
consumistica. Oggi le stradine sono umide, hanno assunto il colore verde del
muschio. I passanti sono rari, gatti e topi fanno da padroni e girano
indisturbati come se vivessero in un paese da fiaba dove tutto è affidato alla
magia. Io nel camminare in queste stradine mi sento felice, perché tutto parla
anche di me, mi porta al passato, alla giovinezza. Ma allo stesso modo mi sento
impotente ed infelice per non poter fermare il tempo e godere all’infinito di
questi affetti, di queste cose care.
Allora per prolungare ancora questi momenti di
particolare fascino e di attrazione, non posso fare altro che cercare di
attirare l’attenzione di tutti quanti su questo abbandono del centro, che è una
testimonianza di tutta la nostra vita.
Centro storico
Il centro storico di Pizzo è caratterizzato da
case dall’aspetto omogeneo per il materiale usato, da vicoli stretti e sinuosi,
talora a gradinata, con sottopassaggi, archetti, piazzali in cui la vita
familiare di ognuno sembra proiettarsi all’esterno a contatto con gli altri.
Questo agglomerato abitativo rimane a
testimoniare la nostra civiltà marinara, in cui viene identificata buona parte
della nostra storia passata. Ci sono però quartieri rimasti vivi per secoli e
stimati interessanti per il loro valore ambientale, appaiono ora quasi
senz’anima, per il progressivo abbandono degli abitanti e per il conseguente
deterioramento delle costruzioni.
Pitture, sculture nella Chiesa delle Grazie e
nella cattedrale di S. Giorgio subiscono danni a causa dell’umidità e
dell’inquinamento.
Bisogna evitare nel centro storico le
deturpazioni, ne sono esempi: il disordine dell’affissione pubblicitaria e della
segnaletica stradale, l’incauto restauro di vecchi edifici con tinteggiature di
cattivo gusto, che ne alterano l’aspetto ordinario. La febbre del cemento porta
a demolire qua e là il vecchio per sostituirlo con il nuovo, alterando la
fisionomia di una via, di un quartiere e di una piazza, distruggendo senza pietà
documenti del passato. Noi dobbiamo considerare il
nostro
agglomerato abitativo come parte delle nostre esistenze, soprattutto per i
contatti quotidiani che si hanno con gli
altri e per una molteplicità di problemi connessi alla vita stessa. Il nostro
centro storico un valore non solo per la sua origine, per la presenza d’opere
d’arte, per le vicende umane ivi vissute, ma anche per essere la documentazione
di una realtà storica che continua nel tempo attraverso la nostra esistenza.
(Fonte La Voce di San
Giorgio N. 2/94 del 15 Giugno 2002)