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Caro professore,
è passato molto tempo dai giorni in cui la incrociavo nei corridoi dell' ITC di Pizzo. Non dico il falso se asserisco che quelli sono stati gli anni più belli della mia vita. Sicuramente perchè erano anni pieni di speranza, anni in cui ero convinta che nel mio piccolo avrei cambiato tante cose. Non avrei mai creduto per che cambiare le cose volesse dire andare via ..soprattutto non ho mai pensato che partire potesse essere così doloroso. Sono una figlia di Pizzo, orgogliosa di esserlo, innamorata di quell'angolo di Paradiso che il Buon Dio ha voluto regalarci; talmente innamorata che nella mia camera a Milano non ho altro che cartoline e fotografie di Pizzo..passo interi pomeriggi, durante i pochi giorni in cui torno a casa, a cercare immagini che possano riportarmi,almeno con la fantasia, di nuovo nella mia terra. Immagini da attaccare al muro per i momenti di grande nostalgia.
La fantasia ha un gran potere..se la si usa nel modo giusto, chiudendo gli occhi e liberandosi da tutti i pensieri del quotidiano, si riesce a stabilire un contatto con chi vogliamo. Infinite volte mi fermo davanti alla foto della mia marina e chiudendo gli occhi mi sembra addirittura di sentire il profumo del mare, il profumo della biancheria che mia madre ripiega. In questi momenti non faccio che rammaricarmi della sorte così avversa ai figli di Pizzo, costretti a stare lontani dalla propria casa, dai propri affetti, solo per cercare di realizzare quello per cui hanno studiato tanto tempo..
Ricordo che l'estate scorsa ( la sera prima di tornare in questa grigia città nella quale tutti sono troppo impegnati per accorgersi di chi passa loro accanto) ero sul molo alla marina..volevo salutare la mia Pizzo e imprimermi nella memoria ogni angolo che il mio occhio potesse scorgere. La sensazione che ho provato credo possa essere paragonata a quella di un albero che viene rimosso dal terreno. In quel momento ho capito che potevo anche smettere di comprare cartoline..ho tutto talmente chiaro nella memoria che neppure la foto più bella può cogliere i particolari come li coglie il mio cuore. Io conosco ad una ad una tutte le luci che rendono più splendente la mia Pizzo, conosco tutte le sfumature del sole di agosto dietro lo stromboli, risento nel cuore le campane della Chiesa dell'Immacolata all'inizio della Novena. Mi perdoni per questo triste messaggio, ma solo quelli che vanno via capiscono cosa voglia dire ritornare.
Voglio ora congratularmi con Lei per il magnifico lavoro fatto; non sa come possa essere consolante sapere che tanta gente, come me, ha una nostalgia feroce di quell'angolo di paradiso e soprattutto sapere che persone come Lei lavorano per valorizzarne la bellezza.
La saluto nella speranza che un giorno non ci siano più pizzitani costretti a partire per lavoro ma gente di Pizzo che torna a casa..perchè quello il suo posto.
Francesca Ansante
Milena De Pinto milena_depinto@hotmail.com
lunedì 18 febbraio 2002 17.43
qgwpa@tin.it qgwpa@tin.it
CHE COSA MERAVIGLIOSA !
Egregio dott. Pagnotta,
su consiglio di mia sorella Emanuela, in un classico uggioso pomeriggio milanese mi sono addentrata in questo splendido spazio, che è riuscito a trasportarmi in luoghi e ricordi lontani, ma che ancora ardono nel mio cuore.
Ovviamente, a Lei le mie congratulazioni per questa inizitiva davvero singolare, che rappresenta ormai un luogo d'incontro per tutti coloro che sentono vivo il sentimento di amore verso la propria terra.
Spero che gli anni trascorsi alla Ragioneria e le tante ore seduta tra i banchi di scuola, intenta ad apprendere i saggi insegnamenti di belle persone che ho avuto la fortuna di conoscere, abbiano lasciato un ricordo, seppure vago, della mia persona.
Pizzo ha significato molto nella mia vita, ha lasciato un'impronta indelebile nella mia memoria, nonostante abitassi a Vibo Marina.
A scuola ho vissuti momenti e circostanze che reputo straordinariamente insolite ed irripetibili: momenti di gioia (le gite, i compleanni, le barzellette, gli scherzi tra compagni di classe e, perchè no, con i professori, i bei voti, etc...), momenti di timore (l'interrogazione, i compiti in classe), momenti spiacevoli come un voto al di sotto delle aspettative, una discussione con la compagna di banco, un'incomprensione con il docente, etc....., ma tutti episodi che mi hanno aiutato a crescere e che hanno contribuito sicuramente in maniera positiva alla mia formazione, personale e professionale al contempo.
Purtroppo, in questo bel quadro di cose affiora il momento più triste della mia vita, legato alla perdita di una persona cara, di cui sono certa ogni insegnante della Ragioneria serbi un posticino dentro di sè. Anche in questa triste vicenda familiare tante parole furono per me di gran conforto e ne sarò sempre grata!
Oggi mi trovo qui, a Milano; ho terminato i miei studi l'anno scorso ed ora mi sono cimentata nel difficile mondo del lavoro con l'auspicio di realizzare i più bei sogni.
Lontani da casa è dura, lo ammetto; tante sono le rinunce, tanti sono i sacrifici, ma forse è proprio questo il motivo per cui si apprezza e si decanta la propria terra, la propria gente, con una consapevolezza e un vincolo affettivo così intenso e profondo.
Le chiedo di portare i miei saluti ai Suoi colleghi della Ragioneria e a quanti ricordano Anna, Milena ed Emanuela De Pinto, con lo stesso affetto con cui noi ricordiamo Voi.
Con l'augurio che la Sua iniziativa possa sempre alimentare e rinvigorire questo sentimento di amore e appartenenza al luogo natio, Le porgo i migliori saluti,
Milena
Da: "Marianna&Paola" <pulimail@credit.tin.it>
A: <qgwpa@tin.it>
Oggetto: grazie!
Data: sabato 1 luglio 2000 15.49
Grazie mille delle rose, sono bellissime e le accetto molto
volentieri!
non mi aspettavo la prima pagina ma sono contentissima che lei abbia
apprezzato e colto il significato che intendevo dare alla mia
mail...non le nascondo che vederla pubblicata mi emoziona non poco,
mi sembra di aver detto a Pizzo quello che non ho mai avuto
l'occasione di confessargli....
la ringrazio nuovamente,
un abbraccio a tutti i napitini,
Marianna
e-mail: pulimail@credit.tin.it
Da: "Marianna&Paola" <pulimail@credit.tin.it>
A: <qgwpa@tin.it>
Oggetto: ma che bello!..
Data: martedì 27 giugno 2000 18.58
ci terrei farle i miei complimenti per aver aperto una finestra su questo bellissimo paese, finalmente vedo che c'è voglia e possibilità di fare, e sono contenta che ci siano persone propositive e volenterose che come lei vogliono riscattare pizzo, la calabria e il meridione dal suo fardello di ignoranza e pregiudizi.
sono marianna, ho 21 anni e vivo a genova, ma i miei sono pizzitanissimi e io sono nata all'ospedale di vibo, e per sei anni della mia vita ho vissuto a pizzo...poi per il lavoro del mio papà, uno dei tantissimi diplomati dell'istituto nautico, mi sono spostata e sono cresciuta qua e là, un po' in portogallo, a trieste, a ravenna per arrivare alla fine in questa bellissima città.
devo dire che non ho un attaccamento viscerale a nessuno dei luoghi in cui sono stata, come invece si riscontra, e con un certo fanatismo che non guasta, tra voi napitini eternamente innamorati del vostro paesello, e forse un po' vi invidio...io vado in crisi quando mi chiedono:"di dove sei?": come faccio a dirlo? non lo so neppure io! a genova ci sto bene, ma non sono genovese. sono calabrese di nascita e non di fatto...
pizzo è stata la mia infanzia, ho tantissimi ricordi di quando ero bambina...sul ginocchio destro ho una cicatrice che mi è rimasta da piccolissima, quando me lo sono sbucciato allo spuntone, che allora aveva ancora quelle piastrelle ruvide azzurre e bianche e le panchine di gesso con le tesserine di ceramica colorata...se le ricorda?...e che dire della paura che mi faceva il teschio conservato nella teca di vetro davanti alla chiesa dei morti? e quanto mi suggestionava quel pesce di tufo -che all'epoca mi sembrava enorme- nella chiesetta di piedigrotta? e la pizza al taglio e gli arancini d'estate all'allora Grotta azzurra?
pizzo lo vedo sempre con gli occhi di quando ero bimba: è sempre una scoperta, e in un certo senso non ho mai avuto piena consapevolezza di quanto mi appartenga, è un rapporto un po' conflittuale, il nostro, come due innamorati distanti e "l'amuri 'i lundanu è com'all'acqua 'ndo panaru", giusto? non ci sono, non lo vedo e non lo penso, ma rincontrarsi è riscoprire qualcosa di ancestrale, ritrovare le cose che ho perso.
a pizzo ci sono le persone che hanno qualcosa da dirmi: i miei parenti sono lì, i miei nonni paterni sono sepolti lì; e tutti hanno storie da raccontare, loro sono l' ombelico del mio mondo, anche se sono distanti...
a volte mi fermo e penso a quello che sarà...qualche mese fa è venuto a mancare uno zio di mia madre, quello che io chiamavo "lo zio mico", giusta storpiatura di "Micu Licu"...con lui se ne è andato un pezzettino della mia infanzia, so che non lo troverò quest'estate seduto al tavolino del bar "tazza d'oro", sempre arzillo e mai sprovvisto di una storia da raccontare...
temo di perdere pizzo un po' alla volta, senza accorgermene...
e allora penso che essere calabresi, appartenere a questa terra amena e sventurata è una maledizione, bisogna fuggirla e vivere da esuli nostalgici per tutto il resto della propria vita, con l'impazienza di rubare quindici giorni per poter tornare, cercando di non perdersi nulla, dai gelati al mare, dai pomodori maturi ai fichi zuccherini, dai bocconcini al tonno al pescespada, e alla fine si ritorna più desolati di prima.
ricordo ancora quando ormai qualche anno fa, nel momento di salutarci, mia cugina disse: "sembra sempre che a voi manchi qualcosa..", qui non parlo esclusivamente di me, parlo per i miei genitori, perché loro più di me sentono la mancanza del paese dove si sono innamorati, sposati e dove hanno messo su casa e famiglia, lo scenario in cui erano protagonisti e al di fuori del quale non sono che semplici comparse.
io mi adatto, ma ogni volta che torno a casa a genova un po' del mio cuore resta fra i vicoli pieni di gerani che salgono e scendono, fra i palazzi antichi e sul mare blu, e se a volte dico che non voglio tornarci non è solo perché il viaggio è lungo, o perché lascio il mio ragazzo, ma separarsi da una terra così viva, da tanto calore, colori e profumi, è per me difficile, perché mi riporta alla coscienza il fatto di non appartenere a nessuna terra, nessuna terra è interamente, completamente, la mia terra...
pizzo è molto più di un luogo di villeggiatura ma allo stesso tempo è molto meno del posto che io possa chiamare casa...
poveri pizzitani!
dopo averle rubato questo quanto di tempo e prima di salutarla vorrei darle un suggerimento: perché non fare in modo che "La Vetta" e "I Pizzitani" creino una mailing list in modo da inviare una copia telematica a quanti ne fanno richiesta? E invece di scannerizzare le pagine del giornale, non si potrebbero mettere in rete gli articoli in html? le immagini infatti sono più lente da scaricare e non sono chiarissime: mia madre che è presbite non vede quasi nulla!
anche istituire una sorta di bacheca vera e propria dove lasciare i propri messaggi secondo me può essere fattibile e una valida idea, che ne pensa?
la saluto e mi auguro che questo progetto possa andare avanti
saluti a tutti i pizzitani!
Marianna
e-mail: pulimail@credit.tin.it
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NOTA: Il 21 settembre 2006 il sito www.pizzocalabro.it ha superato il traguardo storico di un milione di pagine visitate dai web nautici di tutto il mondo. Un grande traguardo per un grande paese. Pochi in Calabria possono vantare un tale risultato. Giuseppe Pagnotta |
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